I rapporti Italia-Cina tra il '49 e il '70 (original) (raw)

Reality check": le relazioni bilaterali Italia-Cina in ambito economico dagli anni Settanta alle "nuove Vie della Seta

2020

On the occasion of the 50th anniversary of the re-establishment of diplomatic relations between Italy and China, this article assesses the structure, dynamics and evolution of bilateral economic ties from the 1970s to 2020. Although the structures of trade and investment have changed over the past few decades, the article argues that the importance of the Chinese market for the Italian economy has always been overstated. Similarly to its European partners – but from a much weaker position – Italy faces a double dilemma vis-à-vis China: on the one hand, the Chinese market is too large for companies to overlook, but on the other hand political and commercial tensions between China and the West do not guarantee that market potential would inevitably result in profit opportunities. The economic relationship between Italy and China needs a "reality check" to rationally control the politically sensitive China debate after Italy signed the BRI memorandum in 2019.

I rapporti fra l'URSS e la Cina prima della II° Guerra Mondiale

Nei rapporti internazionali della Russia sovietica, l'Europa ha sempre occupato un posto più importante rispetto all'Estremo oriente ma, già intorno al 1920, quest'area si rivelò per la politica estera dell'URSS una importante fucina dove sviluppare nuovi sistemi e nuove strategie politiche. Una ferrovia manciuriana per cui valessa la pena combattere, la Mongolia Esterna diventata nel frattempo il primo stato satellite dell'URSS, i rapporti Russi con la Cina penetrarono in profondità nei territori dell'Asia un'analisi storica della politica estera dell'URSS in quest'area, non poteva non tenere in grande considerazione, la relazione con il Partito Comunista Cinese.

La crisi sino-taiwanese negli anni ’50

Linea tempo n. 32, 2022

In questo lavoro, dopo una sintesi delle vicende di Taiwan e della Cina pre-comunista, verranno messi in evidenza gli eventi relativi alla crisi sino-taiwanese degli anni ’50, come uno dei momenti potenzialmente più pericolosi all’interno del delicato equilibrio della Guerra Fredda.

La Cina e il 1989, fra linee di continuità e di discontinuità

This work tries to analyze, after a brief chronicle of 1989 Tian'anmen massacre, what changed and why it did change in the relationship between power and masses in People's Republic of China. In order to do it, it examines early Party documents, as well as writings of Mao Zedong and other chinese communist cadres, through the lens of the traditional political thought and the selective and adaptive translation of Marxist-leninist theory into that context. In order to appreciate more accurately this last aspect, special attention has been paid also to the Komintern documents that they openly declared to follow as guidelines. These and other sources made finally possible to individuate two mainstreams of this particular relationship: a first one, where mass action was rigidly inscribed and disciplined into a (neo)confucian context, that de facto limited its range and influence until its (apparent) neutralization; a second one, where mass action was taken in the greatest account, through its spontaneity and its mighty appearance: from the early maoist comparisons of peasant uprisings to a natural phenomenon, to the later evaluations, by the same maoist faction, of Red guards mass action as an instrumentum regni, to exert political control through chaos and, at the same time, to get off political enemies of the opposite factions, till Tian'anmen protests and the consequent exploitation of that mass partecipation and its fierce repression in terms of inner political struggle. After that, “silence”, often interpreted as “fear” of mass rallies and demonstrations, coincided with the political disappearance of masses and the continuous action of social fragmentation and contemporary harmonization of that growing multeplicity of social and local groups and interests, under the red confucian banner of the only force that can appear now as the only one that unifies and coordinates them: mei you gongchandang, jiu mei you xin zhongguo 没有共产党就没有新中国.

La Cina negli anni 2000

L'11 dicembre 2001 la Cina diventa il 143esimo Stato Membro del World Trade Organization (WTO). Questa data segna l'inizio dell'ultima fase di quel processo di riforma che, come abbiamo visto sopra, iniziava già nel 1978. In particolare, questa adesione, frutto di quattordici anni d'intense negoziazioni della diplomazia cinese, rappresenta anche la raggiunta normalizzazione dei rapporti prima politici, nel 1999, e poi anche economico-commerciali sino-statunitensi, nel 2000 . 1 L'ingresso nel WTO rappresenta quindi il punto di svolta dell'economia cinese e della percezione che il mondo avrà di essa. Basti solo pensare che la quota percentuale delle esportazioni cinesi attribuibili alle imprese a capitale estero sono passate dal 1,9% del 1986 al 57% del 2004: più in generale, dal 2002 le esportazioni cinesi sono cresciute ad un tasso di crescita annuo del 20% . Per 2 far fronte alle liberalizzazioni che l'ingresso nel WTO implicava, la Cina, dal 2001 ad oggi, ha già emendato più di 2500 regolamenti e leggi e circa 800 sono stati aboliti . Gli accordi prevedevano, 3 infatti, in sintesi 4 punti. In primis l'abolizione progressiva delle quote d'importazione e decremento dei dazi e barriere non tariffarie, in tutto circa 7000, in particolare per il settore tessile (dal 34% al 14% ad valorem) e automobilistico (che ha visto un calo della protezione ad valorem dal 80%-100% al 25%); in secondo luogo, l'adesione ai principi che regolano il WTO: trasparenza delle disposizioni economiche e rispetto delle regole; in terzo luogo la possibilità per gli investitori stranieri di accedere ai settori della distribuzione e (in maniera più ristretta) a quelli della vendita al dettaglio entro il 2004; infine un aumento delle province e dei settori economici dove per gli stranieri è possibile investire (in particolare in telecomunicazioni, servizi finanziari ed assicurativi) ed abolizione dei requisiti sull'obbligo di entrare in società con un partner cinese . In particolare in 4 quest'ultimo settore si può notare che il 13,5% degli investimenti diretti esteri americani sono ritornati in Cina, contro il solo 9,7% del livello mondiale, nel 2007 il flusso d'investimenti diretti esteri nel paese era di circa 84 miliardi di dollari in partecipazioni azionarie. Altro mito da sfatare a ormai 12 anni dall'ingresso del celeste impero nel WTO riguarda il primo punto, ovvero quello dell'abbassamento delle tariffe e dazi doganali che la Cina ha abbassato molto più di India e Brasile Vedi Guerrero D.G., "Il Ruolo Mondiale della Cina nel XXI Secolo", in Treccani 2009.

Di Meo - Tientsin, la concessione italiana. Storia delle relazioni tra Regno d'Italia e Cina (1866-1947)

ISBN: 978-88-98158-98-0, 2015

Full Ebook of A. Di Meo "Tientsin, la concessione italiana. Storia delle relazioni tra Regno d'Italia e Cina (1866-1947)", Roma, 2015 This volume deals with the history of political and diplomatic relations between the Kingdom of Italy and China from 1866 to 1947, with an extensive excursus on the events of the Italian Concession in the Chinese city of Tianjin, from its acquisition in 1902 to the restitution decreed by the 1947 Peace Treaty, from a global perspective through comparison with similar concessions obtained by other colonial Powers that had divided China into areas of influence

Quarant'anni di relazioni Ue-Cina: bilanci e rilanci

Rivista bimestrale di politica, relazioni internazionali e dinamiche socio-economiche della Cina contemporanea La visita di Xi Jinping alle istituzioni dell'Unione europea lo scorso 31 marzo 2014 è stata la prima di un presidente in carica della Repubblica popolare cinese nella storia ormai quarantennale delle relazioni Ue-Cina (foto: Parlamento europeo).

CASTELNOVI M. La conoscenza geografica della Cina in Italia fra Otto e Novecento, in L. De Giorgi e S. Piastra (eds.), Sulla via del Catai, vol. 15, monographic issue Prua a Oriente. Il trattato sino-italiano del 1866 e i suoi sviluppi, pp. 85-95.

Sunzi's Strategy Book recommends to obtain the geographic knowledge and mapping of the enemy territory before taking any action (of any kind: military, commercial or missionary). By contrast, the modus operandi of the Kingdom of Italy appears to have always been the opposite: first engage overseas initiatives without any planning strategy (such as Assab, Abyssinia, Somalia, Libya, Rhodes), and only later get the necessary geographical knowledge. The case of the Tianjin Concession (then spelled as " Tien-tsin ") confirms this modus operandi.