San Ceteo fra Amiternum, Zara e Aternum, in “Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria”, CVI (2015), pp. 5-32 (seconda parte) (original) (raw)

53. San Ceteo fra Amiternum, Zara e Aternum, in “Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria”, CV (2014), pp. 5-46 (prima parte)

2014

San Ceteo fra Amiternum, Zara e Aternum 1. La prima, e sinora unica, edizione della Passio sancti Cethei martyris è quella pubblicata nel 1698, a cura di Daniel Papebroch, in uno dei capitoli del II tomo degli Acta Sanctorum di Giugno, intitolato De sancto Cetheo, alias Peregrino, episcopo Amiternensi et martyre, in Aprutio italiae provincia 1. Per approntare tale edizione, così come specificato nel breve Commentarius premesso alla narrazione agiografica, il Bollandista ebbe a disposizione soltanto due testimoni manoscritti (oggi entrambi perduti), l'uno rintracciato «apud Canonicos

L. Bertoglio, E. Cecconelli, M.R. Picuti, Il santo e il vitello: un affresco con sant’Antonio abate nella chiesa di Santa Maria Infraportas, in Cultura Economia Territorio. La Storia come mestiere. Studi in onore di Fabio Bettoni, a cura A. Ciuffetti, R. Tavazzi, BSCFoligno, 43-4, 2020-1, 343-56

Cultura Economia Territorio. La Storia come mestiere. Studi in onore di Fabio Bettoni, a cura di A. Ciuffetti, R. Tavazzi, Bollettino storico della città di Foligno, 2020

Questo contributo nasce dalla segnalazione della presenza di un vitello accovacciato ai piedi di un sant’Antonio Abate, al posto dell’usuale porcello, in un dipinto realizzato nella prima metà del XVI secolo in una cappella viaria annessa alla chiesa di santa Maria Infraportas a Foligno. L’analisi dell’opera attribuita a un pittore in cui è ben riconoscibile l’influenza operata da Bernardino di Betto detto il Pinturicchio ha rappresentato l’occasione per esaminare con un approccio interdisciplinare questa iconografia così poco usuale nel panorama della storia dell’arte e di approfondire quali possano essere i motivi che hanno portato i committenti a tale scelta. “Ulteriore motivo d’interesse della raffigurazione di Sant’Antonio con il vitello scaturisce dalla possibile appartenenza dell’animale alla razza chianina, la monumentale specie di buoi dal manto bianco porcellana, che negli individui di meno di 6 mesi di età si presenta di colore fromentino, come nel nostro esemplare, e dalla suggestione che la sua raffigurazione voglia testimoniare il legame che unisce la valle Umbra a questa particolare varietà bovina. È noto come la bellezza e l’imponenza dei buoi di Bevagna, l’antica Mevania, costituiscano un topos letterario dell’antica Roma che prende avvio dai versi del secondo libro delle Georgiche, nei quali Virgilio, decantando le glorie italiche, ricorda il candore delle greggi e dei buoi lavati nelle sacre acque del Clitunno e il loro impiego nel trionfo dei condottieri vittoriosi, chiaro riferimento ai sacrifici che avvenivano a Roma sul Campidoglio, presso il tempio di Giove Ottimo Massimo, dove le cerimonie terminavano...”.

San Giovanni Battista di Settimo. Note storiche, in P. Goi, E. Marin, San Giovanni Battista di Settimo, Udine, Deputazione di Storia Patria per il Friuli, 2008, pp. 3-49

Settimo è una frazione del comune di Cinto Caomaggiore, situata in quella porzione di Friuli storico aggregata alla provincia di Venezia durante l'età napoleonica. Vanto della piccola località è la chiesa parrocchiale intitolata a San Giovanni Battista, edificio che racchiude importanti testimonianze artistiche dei secoli XV-XVII. Prima di occuparci degli aspetti storici legati a questa chiesa, sarà utile premettere alcune note di carattere generale, estendendo lo sguardo alle vicende della comunità che verso la metà del Quattrocento ne deliberò la costruzione.

Il sud del patrimonium Sancti Petri al confine del Regnum nei primi trent'anni del Duecento. Due realtà a confronto, Atti delle giornate di studio, Ferentino, 28-30 ottobre 1994, Roma 1997

Finito di stampare nel mese di dicembre ! 997 dal Centro stampa di Roberto Meucci Città di Castello (PG) INDICE LUDOVICO Un secolo e mezzo di storiogrqfiafedericiana 7 VIGUEUR e strumenti della presenza dionale "",v"n/n nel Lazio meri-MARIA TERESA CACIORGNA Questioni di confine: poteri e giurisdizioni tra Stato della Chiesa e Regno 69 EN RICO lHr'LLt">I'-'-"Cl'-' Federico Il legislatore nel Regnum 91 ALESSANDRO Laatltura: scritturae libri nelle biblioteche enei centri scrittorii del Lazio meridionale 101 SANDRO CAROCCI Ricerche e fonti sui poteri nella prima del XIII JC,-"'V.V. nel Lazio meridionale 111 ANTONIO Lafamiglia ciociara di Innocenzo IJJ ENRICO GUIDONI Federico Il e ['idea di dttà 155 Tradizione e innovazione nelle temiche m sche: riflessioni sul "bugnato federiciano" duecente 169 Appendice. di MARIA Civita CastellGJw 195 CARLA G H !SALBERTI Aspetti tesca: la archil ellonica di 207 MARIA LETIZIA DE Le Clarisse nel A latri meridionale nel secolo il caso di 239 ANNA MARIA Il pulpito nel Lazio 281 LUDOVICO GATTO Un secolo e mezzo di storiografia federicia a all'altro conosciuto e apprezzato lavoro di Momigliano, Studies in Historiography, London 1966. Cfr. poi l'altro lavoro di G. Lefebure, La naissance de Paris 197 \. Vedi intlne L. Canfora. Intellettuali in Bari 1979. Fra le grandi opere di quel tempo quella di L. La storia ledesm dalla mat1e dì Federim il grande allafol1dazione del DeursclU' Bwul, uscita Il Berlino ira il 1854 e il 1857, può considerarsi addirittura il manifesto politico dei «Piccoli Tedeschi». Più vicino al nostro tema è tuttavia Id., Dìe Geschichte de,. reinisd,en 2 voll., Berlin 1845. Ansie/lle/1 liber die bayerische Gesdlidlte, Berlin 1858, oltre che dalla dell'azione imperiale di è fortemente interessato alla rico struzione eventi tedeschi e italiani della vicenda federiciana. lO Ludovico Gatto