Sulla plaquette montaliana La casa dei doganieri e altri versi (1932) (original) (raw)

Il tabulario della Collegiata di Monreale (1572-1897)

Il tabulario della Collegiata di Monreale (1572-1897)., 2013

Il volume rappresenta la raccolta di tutte le pergamene custodite presso l'archivio del Santuario dell'Insigne Collegiata di Monreale in provincia di Palermo. Le pergamene coprono un'arco temporale di tre secoli e oltre e raccontano la storia ecclesiastica del suo fondatore, arcivescovo di Monreale monsignor Jeronimo De Venero y Leiva, inquisitore spagnolo, e le vicende della chiesa nei secoli successivi alla sua morte. Un'ampia premessa storico - archivistica e riproduzioni in alta definizione corredano il volume.

Un florilegio landiniano: le postille alla 'Commedia' di Pierfrancesco Giambullari (S.D.I., Franchetti A 51)

ANTOLOGIE D’AUTORE LA TRADIZIONE DEI FLORILEGI NELLA LETTERATURA ITALIANA Atti del Convegno internazionale di Roma 27-29 ottobre 2014 a cura di Enrico Malato e Andrea Mazzucchi, Roma, Salerno Editrice, 2016

a cura di ENRICO MALATO e ANDREA MAZZUCChI Tutti i diritti riservati -All rights reserved Copyright © 2016 by Salerno Editrice S.r.l., Roma. Sono rigorosamente vietati la ri produzione, la traduzione, l'adattamento, anche parziale o per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo effet tuati, senza la preventiva autorizzazione scritta della Sa lerno Editrice S.r.l. Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge. Ciro Perna Un florilegio landiniano: le postille alla Com m edia di pierfrancesco giambUllari (s.d.i., franchetti a 51)* Seppure un florilegio del Comento sopra la 'Comedia' di Cristoforo Landino, una selezione delle sue fortunatissime glosse, le postille giambullariane al Dante aldino, segnato Franchetti A 51 alla Società Dantesca Italiana, 1 possono testimoniare un superamento del ri-* Questo studio è stato certamente agevolato dalla disponibilità mostratami dai funzionari della Biblioteca della Società Dantesca Italiana, a cui va il mio ringraziamento. Sono grato, inoltre, a Simone Albonico e Paolo Procaccioli per la lettura in bozze di queste pagine. 1. Ridotti e limitati gli studi relativi alle postille, che consistono sostanzialmente nelle segnalazioni di P. Colomb de Batines, Bibliografia dantesca […], Prato, Tip. Aldina, 1845-1846, 3 voll. [nuova ed. anastatica con una postfaz. e indici a cura di S. Zamponi, Roma, Salerno Editrice, 2008], ii pp. 359-60; M. Barbi, Lettori e commentatori della 'Commedia'. Gli Accademici fiorentini, in Id., Della fortuna di Dante nel secolo XVI, Pisa, Nistri, 1890, pp. 180-235, a p. 198; C. Valacca, La vita e le opere di messer Pierfrancesco Giambullari. Parte prima 1495-1541, Bitonto, Garofalo, 1898, p. 64; P. Fiorelli, Pierfrancesco Giambullari e la riforma dell'alfabeto, in « Studi di filologia italiana », xiv 1956, pp. 177-210, a p. 194 n. 80: « questo esemplare [scil. Franchetti A 51] essendo

Bernard Frischer, Monica De Simone (2004): "La villa d'Orazio a Licenza. Gli scavi 1997-2001"

FOLD&R Fasti On Line Documents & Research, 8, 2004

Il progetto Villa di Orazio nasce nel 1996, grazie ad un accordo tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, l'Accademia Americana in Roma e l'Università della California-Los Angeles. Le campagne estive di scavo hanno visto all'opera archeologi, architetti, geologi, esperti informatici e studenti di diverse nazionalità. Il Comune di Licenza ha collaborato in vario modo, con diverse iniziative culturali. Il progetto, diretto dal Prof. Bernard Frischer (UCLA) con la collaborazione di G. Ponti (field director negli anni 1997-1999) e Monica De Simone (field director negli anni 2000-2001), è stato supportato dai seguenti sponsors italiani e stranieri: Famiglia Steinmetz di Los Angeles, Vincenzo Romagnoli Group, Samuel H. Kress Foundation, Creative Kids Education Foundation.

Renate Lunzer, Dal covo dei traditori. Note triestine di Angelo Vivante dell'anno 1914.

in Angelo Vivante e il tramonto della ragione, 2017

Dal covo dei traditori. Note triestine di Angelo Vivante dell 'anno 1914 Prologo: omaggio ad Angelo Vivante Nell'«esaustivo e illuminante inquadramento critico (Genesi di Irredentismo adriatico)», 1 di cui il compianto Elio Apih corredò la sua edizione dell'opera di Vivante uscita nel 1984 presso le Edizioni Italo Svevo, si legge anche un'esortazione del curatore: «La citazione di Vivante è frequente nella pubblicistica austrofila su Trieste degli anni 1915-1918, e sarebbe interessante l'esame del ruolo che assume l'"Irredentismo adriatico" negli obiettivi politici di essa». Per riparare a un mio peccato di omissione, cioè di non aver fatto certe ricerche sul rapporto tra Vivante e Valentino Pittoni negli archivi di Vienna, suggeritemi a suo tempo da un'amica, storica triestina, ho deciso di seguire questa volta, in previsione del convegno triestino, almeno l'esortazione di Apih e mi procurai i tre, o precisamente quattro libri citati da lui: Johann Androvich, Die Triester Frage, 2 voll., Trieste, 1916; Alberto Mitocchi, Trieste. Der Irredentismus und die Zukunft Triests, Graz, 1917 e infine Max Smolensky, Die Italiener in Österreich-Ungarn, Vienna, 1917. Ma presto mi accorsi di essermi imposta una Fleißaufgabe. Sebbene Apih stesso avesse già indicato il numero delle pagine "calde" dei libri proposti, il lavoro di approfondimento l'aveva fatto attentamente qualcuno molto prima di me, vale a dire Pierpaolo Dorsi 3 in un articolo risalente al lontano 2003. Nondimeno la mia "azione parallela" o piuttosto secondaria si rivelò utile. Notai una differenza interessante, sfuggita forse al vigile occhio di Dorsi, che constatò l'alta frequenza di richiami espliciti a Irredentismo adriatico nei 1) Così Marina Cattaruzza, Vivante tentò di contrastare il dilagare dei nazionalismi, «Il Piccolo», 23 nov. 2012. 2) Angelo Vivante, Irredentismo adriatico, con uno studio di E. Apih, La Genesi di Irredentismo adriatico, Trieste, Ed. Italo Svevo, 1984, p. 299. 3) Pierpaolo Dorsi, Trieste e il Trentino nella propaganda e nella pubblicistica politica di lingua tedesca del primo Novecento, in Per Carlo Ghisalberti. Miscellanea di studi, a cura di Ester Capuzzo e Ennio Maserati, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 2003, pp. 513-527.

Una postilla dantesca tra le mura del nobile castello, «Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici», vol. XXV, 2010, pp.131-146.

«Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici», 2010

Volume pubblicato con il contributo di MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA REGIONE CAMPANIA Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa, con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico o altro, senza l'autorizzazione scritta del proprietario dei diritti TUTTI I

Documenti privatistici agli albori della fortuna di Dante (con una nota su Andrea di Leone Poggi)

Dante’s fortune during the twenty years after the author’s death is a basic issue for walking through the early Dantean works and figure popularisation. The findings of such a fortune makes up the base for the coordinates of time and place of that, therefore a critical step in the multicenturies-old process of building the myth of Dante, as well as we figure it out today. A minor aspect of this early Dantean fortune, hitherto neglected in biographical studies of Dante, relates to private documents (court complaints, wills, inventories) that very soon (1306-1339) show clues able to shed a glimmer of light over the literary and biographical life of the poet and his universally known opus maximum. Finally a short report on Dante’s nepew Andrea Poggi, so to close an uselessly pending question.