Al Salone Internazionale del Libro di Torino “Discorsi memorabili. Le voci di Churchill, Fleming e Curie per la nuova collana eum ‘Prolusioni’”, 19 maggio, ore 17.15, Sala Avorio (original) (raw)

Giovanna Murano - Fabrice Delivré, Opere sulla potestà ecclesiastica nella biblioteca di Giovanni Pico della Mirandola. "Il libro giuridico nell'Europa medievale e moderna". Torino, 7-9 luglio 2022

2022

Giovanni Pico della Mirandola sarebbe potuto finire sul rogo per l’accusa di eresia che si abbattè su di lui dopo la pubblicazione delle Conclusiones (1486). Lo evitò non solo perché rampollo di una delle tante signorie d’Italia, ma perché protetto oltre che dai Medici, dagli Estensi, dai Gonzaga e in altre grandi e piccole corti. Ma la pesantissima accusa pesò sul suo capo per ben sei anni e ottenne il perdono dal nuovo pontefice, Alessandro VI (Rodrigo Borgia), soltanto il 18 giugno 1493, un anno prima della sua improvvisa morte. Il nutritissimo gruppo di opere sulla potestà ecclesiastica presenti nella sua biblioteca testimoniano questi anni travagliati dedicati a costruirsi una difesa ‘legale’ dalla pesante accusa. Tra i volumi (manoscritti e a stampa) posseduti da Giovanni Pico, nel presente contributo ci soffermeremo sul Liber de ecclesiastica potestate (c. 1437-1438) di Lorenzo d’Arezzo, cappellano papale e uditore di Rota. L’indagine si propone di valutare il peso della produzione giuridica del Quattrocento – dal Grande scisma fino alla contesa tra papa Eugenio IV e il concilio di Basilea – nell’ampia raccolta ordinata dall’Aretino in sei trattati. Ripercorrendo il prologo del libro II (c. 1), che elenca autori e testi, e le numerose allegazioni di un libro-biblioteca, lo studio cercherà di identificare le auctoritates privilegiate riguardanti la potestà, di ricostruire la tradizione di opere assai diffuse, di arricchire la conoscenza di scritti usciti dalla penna di autori meno noti e di capire meglio i processi di selezione testuale e di interpretazione dottrinale.

«SEMPRE AGLI STESSI INCROCI». POMILIO NARRATORE, COMPAGNO DI VIAGGIO NELL’ORA SPENTA, in MARIO POMILIO E LE RIFLESSIONI SUL ROMANZO IN «LE RAGIONI NARRATIVE» Atti del Convegno, Università di Torino, 22-23 marzo 2023, a cura di DALILA COLUCCI, RAFFAELLO PALUMBO MOSCA

IL VELTRO, 2023

Dalla lettura dei racconti Il cimitero cinese, Ritorno a Cassino e I partigiani si ricava l’originalità di Mario Pomilio nell’approccio al reale, nello sforzo di creare gli strumenti del sapere e del narrare, tendendo verso un carattere evocativo della narrativa. Temi come amore, morte e memoria, affrontati a partire dal viaggio come esperienza purificatoria, generano conoscenza e interrogazione, nostalgia e straniamento. Si tratta di racconti che testimoniano anche un cambio di interessi nell’autore, riguardanti nello specifico aspetti etico-civili, tali da portarlo a misurarsi con la brutale insensatezza della guerra e le sue conseguenze, alla ricerca di una fraternità tra le vittime, capace di superare ogni bandiera, nazionalismo e ideologia. Attraverso viandanti catapultati sul sentiero oscuro della memoria, si intuisce come ogni vita si ritrovi sempre agli stessi incroci, e quanto essere scrittori significhi anche essere tentati di dare la parola ai misteri del dolore. Parola non consolatoria, bensì salvifica, a partire dai sentimenti più autentici, come l’amore.

Porcile e la performance del potere: Pasolini in dialogo con Spinoza, MOD 2020 Contronarrazioni. Il racconto del potere nella modernità letteraria (sessioni parallele), Sapienza Università di Roma - Università degli Studi di Roma Tre, (17-19 giugno 2021)

2021

L'intervento si concentra sulla relazione tra il concetto di potenza, nella prospettiva spinoziana e la riflessione di Pasolini sul potere nella tragedia Porcile. In entrambi i suoi scritti politici, sia nel Trattato Teologico Politico, sia nel Trattato Politico, Spinoza afferma la tesi: il diritto è uguale alla potenza. Pasolini ricontestualizza e mette concretamente in scena la teoria spinoziana. In questa direzione, vorremmo analizzare le ragioni filosofiche, artistiche e politiche che stanno alla base del personaggio di Spinoza in Porcile. Che cos’è il potere per Spinoza e quale ruolo svolge nella dinamica drammaturgica di Pasolini. Evidentemente, in questa sede risulterebbe eccessivo effettuare un tentativo di esposizione completa dei concetti di potere e potenza in Spinoza. Ciò che qui risulta di interesse è capire perché Pasolini sceglie di affiancare alla filosofia di Spinoza il momento più importante della tragedia, quello tra potere (Klotz) e contropotere (Herdhitze). Nulla esiste al di fuori di questo potere divoratore, tutto è dentro il capitale dice Pasolini. E chi ne è prigioniero come Julian, non ha salvezza. È questa chiave di lettura che ci proponiamo di mettere alla prova, attraverso l'analisi dell'episodio di Spinoza in Porcile. Particolare attenzione sarà data al significato politico del dialogo, alla relazione tra letteratura e società e alla riconfigurazione della temporalità storica e narrativa.

Recensione di: Maria Gioia Tavoni, Riproporre il ‘silenzio’ per le "Contemplazioni" di Arturo Martini, Faenza, Fratelli Lega Editori, 2017, 48 p., in "Bibliothecae.it", 6 (2017), 2, pp. 477-482.

Le "Contemplazioni" di Arturo Martini (Treviso 1889 - Milano 1947), sono un’opera enigmatica e sconcertante, apparsa tale fin dalla prima edizione del 1918, uscita a Faenza per i tipi dei Fratelli Lega.