La percezione della Qualità di vita del paziente con scompenso cardiaco: indagine sul campo (original) (raw)

L’ottimizzazione terapeutica nel percorso del paziente con scompenso cardiaco

Giornale italiano di cardiologia, 2020

Pietro Ameri1,2, Antonio Francesco Amico3, Alessandro Battagliese4, Sergio Berra5, Paolo Calabrò6,7, Marco Candela8, Francesco Clemenza9, Giovambattista Desideri10,11, Giuseppe Di Tano12, Fernando Gallucci13, Arianna Gardin14, Massimo Iacoviello15, Giuseppe Leonardi16, Riccardo Morgagni17, Andrea Mortara18, Alberto Palazzuoli19, Stefania Paolillo20, Pasquale Perrone Filardi21,22, Massimo Volpe23,24

Ruolo della valutazione clinica e dei test funzionali per la personalizzazione del follow-up nel paziente con scompenso cardiaco cronico

Giornale Italiano Di Cardiologia, 2010

Clinical assessment is crucial to monitor chronic heart failure (HF) patients. It allows to tailor follow-up based on clinical severity, symptoms, quality of life and life expectancy. Risk scores, a useful tool for synthetic assessment of patients and intercenter standardization, should be easy to calculate and consider both cardiac conditions and comorbidities. In the elderly, clinical assessment should include indexes of disability and frailty, mandatory to tailor follow-up appropriately. Clinical data should be complemented by objective measures of functional capacity using exercise testing. Exercise tolerance, a comprehensive index of body function, is a pivotal prognostic predictor. The 6-min walking test is simple, well accepted by patients, and provides an objective documentation of exercise tolerance in subjects who cannot perform a maximal stress test. However, there is no evidence to support its role for risk stratification. While the cardiopulmonary exercise test has a definite role in the selection of heart transplant candidates, it also provides important information for risk stratification of the general HF population, the main prognostic predictors being maximal oxygen consumption, periodic breathing, and an enhanced ventilatory response to exercise.

Lo scompenso cardiaco nella donna: sfide e opportunità

G Ital Cardiol 2012;13(5 Suppl 1):3S-5S L'epidemiologia delle cardiopatie non è identica tra i due sessi: diversità a livello molecolare e cellulare sono alla base delle differenti risposte del sistema circolatorio agli agenti patogeni e ai fattori di rischio 1 . Gli steroidi sessuali e i loro recettori sono i determinanti fondamentali delle differenze di genere nel sistema cardiovascolare. La funzionalità degli estrogeni di origine ovarica o surrenalica e dei loro recettori è essenziale per il mantenimento di una normale funzionalità dell'endotelio vasale. Le alterazioni del profilo lipidico che contribuiscono allo sviluppo dell'aterosclerosi sono regolate dagli steroidi sessuali, che modulano il metabolismo epatico delle lipoproteine. Di conseguenza, dopo la menopausa i livelli del colesterolo LDL e dei trigliceridi salgono mentre quelli del colesterolo HDL si riducono, con un deciso incremento del rischio cardiovascolare. Gli ormoni sessuali sembrano influire anche sulla struttura e sulla funzione miocardica: nel modello animale gli estrogeni esogeni migliorano la funzione cardiaca mentre gli androgeni la deprimono, e il cuore femminile presenta una contrattilità maggiore di quello maschile. La presenza di estrogeni inoltre sembra ritardare la deposizione di collagene nella matrice extracellulare. Con l'invecchiamento la massa miocardica è maggiormente conservata nelle donne rispetto all'uomo, per effetti specifici antiapoptotici dei recettori estrogenici e/o una diversa espressione miocardica di enzimi glicolitici e mitocondriali. Anche la coagulazione e l'emostasi sono diverse tra i due sessi nell'età adulta.

BPCO e scompenso cardiaco

Italian Journal of Medicine, 2011

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e lo scompenso cardiaco (SC) sono due malattie estremamente frequenti e diffuse nel mondo e sono entrambe gravate da un'elevata morbilità e mortalità. La prevalenza di BPCO in pazienti con SC varia dal 10 al 40%. La prevalenza di SC in pazienti con BPCO è intorno al 20%, mentre la prevalenza di cuore polmonare cronico è del 2%; pertanto, i pazienti con BPCO e sospetto SC devono essere considerati portatori di insufficienza ventricolare sinistra fino a prova contraria. Lo SC cronico è spesso non riconosciuto, nonostante la prevalenza elevata. Valori elevati di peptide natriuretico B (BNP) dovrebbero allertare sulla presenza di SC nei pazienti con BPCO riacutizzata. La prevalenza del 20-30% di SC in pazienti con BPCO stabile indica in questi soggetti l'obbligo di una valutazione non invasiva della funzione ventricolare sinistra. La clinica è di scarso aiuto nella diagnosi di SC, per la sua mancanza di specificità e sensibilità, L'ecocardiografia transtoracica è limitata nei pazienti con BPCO per la cattiva finestra acustica, mentre la RMN cardiaca è raccomandata per valutare la funzione ventricolare sinistra in pazienti per i quali non è tecnicamente possibile acquisire immagini ecografiche. Il BNP Consensus Panel ha stabilito che il cuore polmonare è associato ad aumento di valori intermedi di BNP tra 100 e 500 pg/mL. Livelli di BNP < 100 pg/mL e > 500 pg/mL rappresentano valori predittivi altamente negativi e positivi, rispettivamente, per la diagnosi di SC in questi pazienti.

Una comparazione di tre misure di Qualità di Vita legate allo stato di salute in pazienti BPCO

G Ital Med Lav Erg, 2011

Ostruttiva (BPCO) rappresenta oggi una delle malattie più invalidanti, nella quale una puntuale valutazione della qualità di vita (QdV) legata allo stato di salute consente ai clinici di individuare le aree critiche su cui poter agire per migliorare lo stato psico-fisico della persona. Obiettivi. Il presente lavoro si pone l'obiettivo di mettere a confronto vari strumenti utilizzati per la valutazione della QdV, al fine di identificarne le proprietà psicometriche e la loro capacità di discriminare i differenti livelli di gravità della malattia.

Valutazione economica della resincronizzazione cardiaca nei pazienti affetti da scompenso cardiaco moderato-avanzato

PharmacoEconomics Italian Research Articles, 2003

Biventricular resynchronization in heart failure: analysis of hospital costs and clinical effectiveness Objective: Patients with severe heart failure, refractory to drug treatment, can be indicated for biventricular pacing, shown to be useful in overcoming the desynchronization of the ventricular contraction pattern, which generally worsens the hemodynamic conditions of such patients. This study was aimed at assessing 1) clinical effectiveness of conventional therapy compared with biventricular pacemaker; 2) hospital ward's budget before and after device implantation. Methods: The study was carried out according to an observational method, on 30 patients, retrospectively 1-year before implantation and prospectively 1-year afterwards. The economic analysis was designed and carried out in the hospital perspective. End-points were: Ejection fraction, New York Heart Association (NYHA) class, no. of hospitalizations in Cardiology Ward and ICU (Intensive Care Unit), Days of hospitalization in Cardiology Ward and ICU, no. of clinic visits (outpatients), no. of day-hospital visits, no. of days free from acute events requiring hospitalization or clinic visits, health care costs. Results: In the 12 months following biventricular pacing, patients showed: a reduction in functional NYHA class (3.0 ± 0.3 vs 2.1 ± 0.3); a reduction in cardiovascular related hospital stays (from 42.0 ± 37.5 days to 2.8 ± 6.4); an increase in number of days free from acute events (from 104 ± 123 to 266 ± 137). Overall costs decreased from € 383,518 to € 289,890 (with implant costs) and to € 58,549 (without implant costs). In-hospital stays in Cardiology and Coronary Unit decreased by 93% and 95%, respectively. Conclusions: Biventricular pacing in heart failure patients represents an efficient approach in the hospital perspective and allows a less intensive use of clinical resources. Even if other non-hospital-sustained costs are not taken into Summary 12 Curnis et al.

IN-CHF: il registro italiano dello scompenso cardiaco. Dieci anni di esperienza

Giornale Italiano Di Cardiologia, 2006

IN-CHF is a multicenter registry, designed in 1995 to compile a large clinical database on the epidemiological, clinical characteristics, management and outcomes of heart failure outpatients. Main objectives of IN-CHF registry were to provide cardiological centers with a software to collect data of outpatients during office visit, for educational purpose; and to enter local data into a national registry (IN-CHF registry), for scientific purpose. Entry into the database required a diagnosis of heart failure according to the guidelines of the European Society of Cardiology. The central coordinator of the project was the ANMCO Research Center.