Il Logos e il Pantocrator (original) (raw)
Il Logos demiurgo del Poimandres ed il Vangelo di Giovanni
Un problema di comparazione storico-religiosa Nel proporre una «riflessione su aspetti dello sfondo giudaico del Vangelo di Giovanni» nel contesto di un progetto scientifico inteso a «esplorare» questo documento 1 , già nel 1996 W.D. Davies 2 notava che con il ben noto saggio di C.H. Dodd rivolto a proporre un'interpretazione globale del testo 3 si era costituito uno spartiacque tra due «ere» nell'esegesi del Vangelo giovanneo. Alla fase di una valutazione di esso in senso prevalentemente ellenizzante si sostituiva quella di una sempre più ampia valorizzazione del suo profondo radicamento nella tradizione giudaica. L'attuale stato della ricerca conferma questo giudizio 4 e in pari tempo mostra che in un largo settore degli studi il progresso delle analisi critiche, nell'illustrare con sempre più ampia documentazione quel radicamento, ha favorito la tendenza ad assolutizzare l'apporto di tale tradizione fino a minimizzare se non a oscurare fortemente la «novità» della proposta religiosa del Vangelo e la sua identità cristiana. E ciò in nome della convinzione che si debba allontanare nel tempo, addirittura fino al IV secolo, quella «separazione delle vie» che verrà a configurare le rispettive, distinte fisionomie del giudaismo rabbinico e del cristianesimo cattolico 5 .
Giovanni Ferraro, Il Logos della Croce
Ferraro, G. (2014). Il Logos della Croce. Italica Wratislaviensia, 5, 269-283. DOI: http://dx.doi.org/10.15804/IW.2014.05.12
The existential story of Edith Stein is characterized by the pursuit of truth and by placing herself at its service. Starting from the philosophical discourse she reaches the word of the cross, the Logos of the analogy that relates separate determinations. Going through the various stations of her Way of the Cross in order to achieve her union with the Beloved, Edith Stein realizes the commandment of love: donate life to “save” forever every existence.
Rosella Paglia, 2025
La figura di Cristo 'Pantocrator' nella teologia, nella storia e nell'arte, con riferimento all'immagine sindonica. L'immagine del Cristo Pantocratore è sindonica, dalla prima icona del monastero di S. Caterina del M. Sinai, VI secolo, a quelle che seguirono, secondo ricerche artistiche e scientifiche. Il Pantocratore è il Signore che domina tutte le cose, il Cosmocratore al centro del cosmo, il Logos Incarnato che sostiene l'universo. Riferimenti a studi sindonici recenti e a documenti del Padri della Chiesa in oriente.
Il logos e il suo Altro Dominio della Ragione e "conoscenze rifiutate"
Le voci di Sofia, 2023
Il pensiero moderno è stato segnato profondamente dall'idea di razionalità ereditata dal logos greco, nato in contrapposizione e negazione del suo Altro, ovvero dell'approccio sapienziale al reale tipico delle religioni misteriche ed iniziatiche. Con la nascita della scienza moderna a seguito della rivoluzione scientifica, l'uomo occidentale ha edificato la propria identità nella contrapposizione al mondo magico ed esoterico degli antichi, che è stato visto come il deposito di ogni superstizione e sintomo di arretratezza di pensiero. Tuttavia, la sua pervasività nelle varie epoche storiche e la sua persistenza anche nell'età contemporanea, persino in uomini di scienza e pensatori legati alla tradizione razionalistica dell'occidente, pone la necessità di intenderne in modo non riduttivo e liquidatorio il suo significato nell'economia del pensiero umano.
Il logos, forza vitale del cuntu siciliano
MONTANARI - RAVENNA, 2010
Non esiste nella lingua italiana un termine che adeguatamente traduca questo modo della narrazione orale. Il cuntu, per un siciliano, è ben più del mero racconto di un fatto, di un avvenimento, di una fiaba. Il cuntu vive la sua realtà nella voce di chi lo narra e nella fantasia di chi l'ascolta. Il cuntu va al di là dei confini temporali entro cui nasce e diventa esso stesso memoria, nel continuo divenire della vita, attraverso la voce del suo narratore, che ne diventa il vero e unico protagonista. È la voce ad avvincere, sempre sospesa tra dire e non dire, permeata di tensioni emotive e corporali.
Differenti ricostruzioni di identità: Longarone e Venzone
Alcamo Marina. Ricostruire il paesaggio costiero. Reconstructing the Coastal Landscape, 2020
Longarone and Venzone are two towns that were reconstructed completely. Their destruction originated from two disastrous events: Longarone disappeared because of the Vajont catastrophe of 9th October 1963, while Venzone was razed to the ground during the 1976 Friuli earthquake. Their locations were similar: indeed, both towns had been built in a river valley, where several roads met, al the feet of very steep mountains; both were strategic for the nearby villages. The years immediately preceding their destruction had been characterised by two different ideas of development and urban planning, with Longarone focused on economic recovery and Venzone on cultural growth. It is therefore difficult to compare the results of the reconstruction of these two towns, given the differences in their history. Longarone was founded anew on the basis of an urban plan inspired by the “most modern urban planning concepts”. Venzone, on the other hand, retained the same structure and the same buildings, having been rebuilt as was and where was by popular request.
Il logo e il luogo. Genalogia di Fico
Ocula, 2020
Analyzing the semiotic dimension of Fico, an agri-food park near Bologna, we can see a structure of the space that make a large use of branding strategies. Fico takes up and amplifies some trends already present in unconventional restaurants; so it is necessary to go back at least to McDonald's to reconstruct its genealogy. Having overcome the opposition between fast and slow food, after Eataly and Expo 2015 Fico tries to put on display the entire agri-food chain, but only partially succeeds. Rather than brand niche products, Fico explicitly opens up to the world of large-scale food distribution. The semiotic analysis of space provides useful demonstrations in this regard.
Il Vangelo di Giovanni e l'incarnazione del Logos
Il Vangelo di Giovanni è uno dei 27 libri del Nuovo Testamento. Inizia con il famoso Prologo, nel quale Giovanni descrive l'incarnazione del Logos nella persona di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, e termina con la morte in croce di Gesù Cristo, la sua Risurrezione e le sue apparizioni ai suoi seguaci. Varie fonti storiche, oltre alla tradizione, indicano nell'Apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo il maggiore, l'autore del quarto Vangelo, composto molto probabilmente nel centro ellenistico di Efeso sul finire del I secolo dell'era cristiana. Per quanto riguarda la datazione del quarto Vangelo la maggioranza degli studiosi è concorde che sia stato scritto prima della fine del I secolo. Il papiro 52, la più antica fonte documentale in nostro possesso (Rylands Library, Papyrus P52), che è stato ritrovato in Egitto nel 1920, risale ad un epoca che va dal 117 al 138 d.C.