La stagione dei programmi integrati in Puglia: prime valutazioni sui processi partecipativi (original) (raw)

PROCESSI INCLUSIVI: LA RISORSA COMPAGNI

This article examines the positive role that the companions can have for the students with disabilities. If the class creates an accepting, empathetic, serene, collaborative climate between teachers and pupils and between able bodied pupils and the disabled companion, the inclusive process takes a great advantage. It says that the positive, accepting, cooperative climate should not be taken for granted as a result of good feelings, but it is the fruit of the organizational planning-school curriculum. Finally it gives an account of how the positive, climate the cooperative activities, the guardians cares are decisive both for the disabled child and for the able-bodied companions. The assertive and prosocial attitude is essential to this purpose.

La programmazione degli interventi: qualità, modello di gestione, riconoscimento delle esternalità positive

Roma 2014 -Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. via Ajaccio 41/43 -00198 Roma tel. 0685358444 -fax 0685833591 Per ordini e abbonamenti: www.edizioniquasar.it qn@edizioniquasar.it 107 la programmazione degli interventi: qualità, modello di gestione, riconoscimento delle esternalità positive -STEFANO DELLA TORRE 119 tavole 136 recensioni 147 abstract LAURA MORO Direttore dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MIBACT)

Valutazione ex post della programmazione integrata territoriale in Sicilia

Pubblicazioni Ce. SET, 2011

L'attuazione delle politiche pubbliche sia di rango comunitario sia nazionale ?? stata caratterizzata da un approccio territoriale finalizzato a sperimentare interventi integrati locali per lo sviluppo socio-economico del territorio, secondo un modello di concertazione ...

RITMARE SP5 - Sistemi Osservativi: Stato d’integrazione del Progetto al ventiquattresimo mese

Il rapporto si articola innanzitutto in una ricognizione dei sistemi osservativi marini esistenti (alcuni dei quali non inclusi in RITMARE) e delle loro componenti. Si analizzano poi in dettaglio gli avanzamenti conseguiti nel corso dei primi 24 mesi nell'ambito del SottoProgetto 5 e le attività di integrazione condotte che hanno permesso l’instaurarsi di collegamenti e collaborazioni con altri Sottoprogetti. Infine si mettono in evidenza i punti di forza e di debolezza del sistema osservativo integrato RITMARE in divenire.

L'esperienza modenese del progetto partecipativo

E' stato di recente bandito il Concorso internazionale di idee per il riuso dell'edificio delle ex Fonderie Riunite di Modena secondo le indicazioni emerse da un processo partecipativo avviato dall'Amministrazione comunale che ha visto impegnate istituzioni e associazioni cittadine. L'esperienza, quasi unica nel suo genere per la dimensione del progetto e la qualità del risultato, deve il suo successo al coraggio di alcuni amministratori locali, all'entusiasmo e l'impegno di un compatto gruppo di cittadini portatori di idee progettuali diverse che hanno saputo trovare un punto di contatto tematico e una convergenza ideale, e alla capacità professionale di Marianella Pirzio Biroli Sclavi che ha governato il processo. Officina Emilia, uno dei soggetti del progetto partecipativo, ha assunto l'iniziativa di raccontare questa storia raccogliendo un'intervista della prof. Sclavi.

PROGETTO INCLUSIONE PERCORSI E STRATEGIE

Questo lavoro di Tesi nasce a conclusione di un percorso di Studi intrapreso dalla scrivente sia per interesse personale che perchè fortemente ispirato dalla professione d"insegnante che svolgo da ormai ventisei anni. Le esperienze professionali,la formazione in itinere,gli incontri di tutti questi lunghi anni mi hanno appassionato e stimolato ad approfondire lo studio delle Scienze dell"Educazione , in particolare della "Didattica Speciale".Tutto questo è stato suggellato da diverse variabili peculiari della mia personalità: una tensione costante allo sviluppo umano, una naturale propensione alla partecipazione sociale,un credere fermamente alla giustizia sociale come equità, un voler sostenere un percorso di vita "pieno" nei vari contesti sociali. In quest"opera di elaborazione sono stata supportata eccellentemente dalla Chiar.ma Prof.ssa Fabiola Grassi che è stata fonte di cultura e preziosa guida, forza generatrice di validi suggerimenti e consigli; sempre disponibile al dialogo e al confronto. A Lei va tutta la mia profonda gratitudine per avermi accompagnata in questo delicato e intenso percorso. L"elaborato dal titolo già indicativo "Progetto inclusione: percorsi e strategie" è stato articolato in tre capitoli con i quali abbiamo voluto delineare le vie imprescindibili per un progetto inclusivo possibile e necessario: 1. Nel primo capitolo abbiamo focalizzato le tappe principali del difficoltoso cammino dell"Inclusione scolastica nella storia della Scuola Italiana. Era doveroso partire dalla Riforma Gentile che Con l"R.D (regio decreto) N. 2841 del 30-12-1923 che ha permesso un'attenzione maggiore a favore della condizione di disabilità trasformando gli istituti per ciechi in istituti scolastici. Abbiamo focalizzato la Carta Costituzionale preziosa per tutti i cittadini e per il processo di rinnovamento dei dettami legislativi riguardanti la scuola. Abbiamo citato la contestazione del "68 che sottopose a dura critica l'approccio puramente medico specialistico nei confronti delle persone con disabilità. Da essa si è arrivati alla legge numero 118 del "71 quando si ha una prima definizione di handicap. Siamo passati per la rivoluzionaria legge 517/77 con la quale si ebbe la svolta e il "coraggio" di integrare nelle classi comuni le persone con disabilità, si abolirono le classi differenziali e fu prevista la figura dell"insegnante di sostegno. Abbiamo attenzionato il punto di coagulo dell'inclusione dettato dalla legge 104 del "legge quadro per l'assistenza, l'integrazione e i diritti delle persone handicappate", una legge sistemica che ha un'impostazione molto avanzata ed efficace. Abbiamo analizzato la legge 170 del 2010 che stabilisce cosa si intende per disturbo specifico di apprendimento, descrive le principali caratteristiche di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia e quindi propone disposizioni volte a garantire agli studenti con DSA il diritto all"istruzione. Infine abbiamo scandagliato la Classificazione Internazionale del funzionamento della disabilità e della Salute ICF il modello psicosociale di salute e disabilità 2. Nel secondo capitolo abbiamo analizzato tutti gli strumenti e le strategie didattiche utili per l"individualizzazione la personalizzazione: il Piano Didattico Personalizzato documento essenziale per progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita, di cui necessita l"alunno con BES anche privo di certificazione diagnostica. Il Piano educativo individualizzato (PEI) : documento dove dovranno essere annotati gli interventi necessari all"alunno con disabilità redatto congiuntamente dagli operatori sanitari che l'ASL individua e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola, la partecipazione dell"operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori. Il Piano Annuale per l'Inclusività che è il documento che delinea lo stato dei bisogni educativi e formativi della scuola e le relative azioni che si intendono attivare al fine di fornire delle risposte adeguate al processo inclusivo. La qualità della relazione insegnante-alunno che vede l'insegnante di sostegno un progettista della formazione e dei processi formativi, un promotore dell"inclusione delle persone attraverso l"educazione, che sa far leva sulle proprie conoscenze, competenze, qualità personali, possibilità professionali, motivazioni, capacità comunicative e relazionali che non può esimersi da una relazione affettivo relazionale empatica basata sulla stima reciproca, la gioia di stare insieme, la fiducia costruita dai singoli gesti, dalle parole, dagli sguardi, dalla pluralità dei linguaggi, in sintesi, un protagonista attivo del processo formativo. Particolare attenzione abbiamo dedicato alla risorsa metodologica-didattica-educativa per la valorizzazione delle diversità per costruire un clima classe inclusivo, che funga da ambiente adattivo per il superamento della disabilità e che permetta da un lato l"adeguamento degli obiettivi dell"alunno con disabilità agli obiettivi della classe e dall"altro di adeguare gli obiettivi della classe a quelli dell"alunno disabile. La realizzazione dell"inclusione degli alunni con disabilità all"interno del contesto classe passa e si sviluppa attraverso la definizione di un clima di accoglienza nella classe, che sia da preludio per l"adeguamento di obiettivi e di materiali ai bisogni della persona con disabilità. 3. Nel terzo capitolo :""Buone pratiche per una scuola inclusiva. Il mio repository da insegnante di sostegno"" ho voluto descrivere la mia esperienza professionale di docente.Per ventitré anni sono stata docente di scuola primaria e per sedici insegnante di sostegno. Durante la mia carriera professionale ho avuto la possibilità d"incontrare moltissimi alunni e tutti hanno lasciato un"impronta indelebile nel mio essere persona. In questo capitolo ho individuato i casi più emblematici e significativi per avere la possibilità di enunciare le strategie, le metodologie, le prassi didattiche ,gli stili comunicativi che ho utilizzato insieme al team docente per garantire l"inclusione. Il cooperative learning, il peer to peer, l"ingiunzione paradossale, i lavori di gruppo, le drammatizzazioni, il role playing, l"osservazione sistematica, i laboratori, il test sociometrico di Moreno, il rinforzo differenziato, la cooperazione con i genitori, l"ottimismo pedagogico, l"essere un operatore di rete con la scuola e l"extrascuola sono state variabili che mi hanno sempre accompagnata e sostenuta. Sicuramente costruire percorsi inclusivi non è semplice né facile, ma è riconducibile alla dimensione del futuro, un futuro progettato, per l"appunto, un progetto di vita perché la vita stessa è relazione e inter-relazione e quindi inclusione .In questa dimensione la diversità diventa realmente non più peculiarità di qualcuno ma il fondamento di ogni essere e quindi ricchezza e valore.

L'esperienza dei contratti di programma: una valutazione a metà percorso

Parole chiave: Mezzogiorno, contratti di programma, investimenti esterni, principale-agente Classificazione JEL L52, R53 *Università degli Studi di Milano. Massimo.Florio@unimi.it ** Università degli Studi della Calabria. A.Giunta@unical.it Desideriamo ringraziare Laura Campanini e Marianna Mantuano per l'aiuto nella raccolta ed elaborazione dei dati. Il lavoro è stato svolto grazie ai contributi del Dipartimento di Economia e Statistica dell'Università della Calabria (ex fondo 60%, 1998) e del Dipartimento di Economia politica e Aziendale dell'Università di Milano (Progetto MURST 40%, "L'agenda 2000"). Ringraziamo inoltre i manager intervistati e Alberto Versace, Direttore della contrattazione programmata (Ministero del Tesoro), per le utili informazioni forniteci. Rimaniamo ovviamente unici responsabili delle eventuali inesattezze e opinioni espresse nel lavoro. Il testo è frutto di una comune collaborazione alla ricerca, tuttavia può essere attribuito come segue: A. Giunta è autrice delle sezioni 1-2-3, M. Florio delle sezioni 4 e 5. Presentato all'incontro di studio su Istituzioni e Sviluppo, Università degli Studi di Parma, 14-16 giugno 2001.

Dalla parte dei cittadini: programmazione partecipata e qualità dei servizi

 Dalla parte dei cittadini: programmazione partecipata e qualità dei servizi L'analisi sistematica dei Piani di zona della terza triennalità, e delle interviste condotte con i responsabili degli Uffici di Piano e le parti sociali, può sembrare di scarso interesse ai non addetti alla materia. E anche fra gli operatori più interessati a ragionare sui Piani di zona e le forme di programmazione partecipata, si pone spesso il dubbio che una ricerca sui rapporti fra enti locali e cittadini non possa fornire opportunità di apprendimento. Che tutto sia noto, prevedibile, scontato. Diversamente, lavorando sulle carte e sulle interviste, siamo rimasti colpiti. Conoscevamo la frammentazione del nostro welfare locale, ma non ne avevamo la misura. Solo l'analisi dettagliata e documentata permette di entrare nelle pieghe della faticosa attività di coordinamento che si pone come vera e propria sfida agli enti locali. Chiediamo, perciò, al lettore di darci fiducia e seguirci in un ragionamento che passa attraverso la comparazione delle modalità di accesso ai servizi e la partecipazione degli utenti ai costi (PAR. .), le modalità di presa in carico e la costruzione di progetti individualizzati (PAR. .), per poi spingersi a riflettere sugli strumenti di regolazione della qualità dei servizi attraverso l'accreditamento, la formazione e la valutazione.