El martillo sobre el anima": Filippo II e la bolla in Coena Domini nellItalia Spagnola tra religione e sovranità (1568-1570) (original) (raw)
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In the first half of the Seventeenth century the Spanish Monarchy employed massive diplomatic energies towards the Holy See in favour of the dogmatic definition of the Immaculate Conception of the Virgin. In particular, starting from the pontificates of Urban VIII and Innocent X, the article analyses the path that led to the emanation of the Papal bull "Sollicitudo omnium Ecclesiarum" (1661, under Alexander VII). In the two decades here examined it appears clear both the ductility of the indications that Philip IV gave to his extraordinary ambassadors, and the importance of the political and ecclesiological implications of the arguments used by the Habsburg Monarchy in favour of the proclamation of the dogma: the concept of orthodoxy, the role of the general council, the uniformity of liturgy, cults and devotions within the catholicity, the possibilities of intervention of the secular powers in matters of doctrine.
È opinione comune che l’architettura federiciana, in quanto emanazione di un’autorità imperiale in aperto conflitto con la Chiesa, sia un fenomeno esclusivamente laico. In effetti di Federico II è nota la frenetica attività di costruttore di castelli, a fronte di un certo disinteresse per gli edifici di culto: un apparente paradosso per un imperatore medievale, ma affatto funzionale allo stereotipo di precursore della modernità che la storiografia ha costruito sul personaggio. Eppure attorno alla sacralità del potere imperiale e alla rappresentazione del sovrano come Anticristo/Messia si è sviluppato un tema portante degli studi federiciani, dal quale, tuttavia, le costruzioni sacre sono state avulse. Muovendo da un riesame della committenza architettonica e dall’analisi a tutto tondo del rapporto tra Federico II e gli edifici religiosi, questo libro si propone di reintegrare l’architettura sacra nell’orizzonte della ricerca sull’imperatore svevo e di superare ogni visione stereotipata della cultura artistica federiciana. Il libro raccoglie una selezione delle ricerche presentate al convegno internazionale di studi "Imperialis Ecclesia. Federico II di Svevia e l’architettura sacra tra Italia e Germania" (Roma, Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte, 2016). Volume a cura di Francesco Gangemi e Tanja Michalsky. https://www.silvanaeditoriale.it/libro/9788836650941
(atti del convegno "Immagini, culti, liturgie: le connotazioni politiche del messaggio religioso / Images, cultes, liturgies: les connotations politiques du message religieux", a cura di P. Ventrone, L. Gaffuri [Milano, 1-3 ottobre 2009])
Il contributo tenta di ripercorrere le principali tappe della vita e del culto di Filippo da Firenze, uno dei personaggi più rappresentativi dei Servi di Maria. Sicuramente fu quello più esaltato e venerato se consideriamo che a partire dal XV secolo gli fu attribuito il titolo di primo generale o addirittura di primo fondatore nonostante egli emettesse la professione nel 1254, una decina di anni dopo la fondazione dell’esperienza comunitaria, e fosse eletto priore generale solo nel 1267. L’attenzione agiografica rivolta a Filippo fu costante fin dalla sua morte, avvenuta nel 1285 a Todi. Questo fatto ebbe modo d’influenzare in maniera preponderante il racconto della sua biografia nel corso dei secoli, dando maggiore spazio al santo rispetto all’uomo. Questo ebbe come conseguenza di trascurare molti aspetti della sua vita, del suo governo dell’Ordine e del suo culto che ebbero di fatto un grande impatto non solo per i Servi di Maria in quanto Ordine ma anche per numerosi contesti politico-sociali dell’Italia del Due e Trecento.
Materia giudaica XXIV, (2019), pp. 271-291.
The motto reported at the beginning of this study is the senetence from Talmud b., Baba Qamma 82b: "Cursed be the man who taught his son Greek philosophy". The author illustrates the context in which the “Letter on the Sanctity of Sexual Union between Man and Woman” was born, starting from the dispute between maimonists and antimaimonists that characterized the two centuries following the death of the Maimonides in 1204. After mentioning the apocalyptic root of sexual phobia, which was particularly spread in the Christianism during the first Father of the Church in the 3rd–4th centuries, the paper proceeds examining the dispute and the accusation of having against Maimonides who deviated from the statements of Genesis. Gigatilla, accused Maimonides for having been deviated from that “devil of Greek philosopher”, namely Aristotle. Finally, the author of this paper describes the structure of the letter, also reporting some significant passages. The author lists as many as 62 manuscripts of the work, of which at least 32 were copied in Italian writings, and 19 printed editions from 1546 to 2006, to demonstrate the success of this short composition which disputes the removal of philosophy from the original doctrine biblical.
Litterae caelestes, 2023
Nel clima generato dalla Riforma cattolica, si svilupparono il fenomeno del collezionismo sacro e la tendenza a collezionare reliquie. Il più appassionato collezionista di reliquie dell’epoca fu Filippo II di Spagna che contribuì in modo determinante all’affermazione di questo “nuovo” orientamento, che ci permette di avere a volte verifiche storiche preziose, da mettere in relazione con testimonianze scritte non sempre chiare. Un caso di questo tipo riguarda la reliquia del cranio di San Gregorio Taumaturgo, il cui culto si diffonde a Lisbona grazie alla donazione della collezione di reliquie e reliquiari di Don Juan de Borja, nobile valenciano, alla Igreja de São Roque, la Casa Professa dei Gesuiti a Lisbona, nel 1588. Con l’arrivo della celebre reliquia il culto di San Gregorio Taumaturgo divenne uno dei più importanti della città negli ultimi anni del regno di Filippo II.