I territori fragili e la memoria (original) (raw)

Leggere la fragilità territoriale

Urbanistica Informazioni, 2022

The Covid-19 pandemic has deeply altered the way social relations and public spaces are experienced, and the living habits in urban areas. More people for instance, facilitated by the diffusion of smart working, have chosen to move far from the city centre in search of contact with nature. As a result, the processes leading to the anthropic “aggression” of some small centres and parts of metropolitan areas have been reinforced. With the support of two case studies from the metropolitan area of Rome, some strategies are suggested for the management of assailed places and the enhancement of their natural and cultural potential.

La memoria come cura del territorio

I ricordi sono memoria quando riusciamo ad integrarli al fluire della nostra vita. Quando non diventano pezzi disgiunti, quando, attraverso essi, diamo un valore amplificato ad un luogo o a un emozione. Nella moltitudine di frammenti sedimentati nel tempo che hanno conformato le nostre città esistono elementi architettonici e pezzi di città, che sono lì, e non riescono a restituirci alcun senso, divenendo in alcuni casi intralci da negare continuamente. Ricostituire partendo da queste presenze, capire cosa ancora ci raccontano, e che spazi sono in grado di rievocare, è nostro compito. Materiali di progetto sia dal punto di vista economico che fisico, possono rappresentare un valore aggiunto che può essere affermato nel momento in cui questi elementi vengono messi in gioco o danno forma alla costruzione. E' su queste considerazioni che trovano motivo di confronto due diverse esperienze maturate all'interno di differenti dottorati di ricerca e basati su casi studio specifici: i resti delle terme di Nettuno a Pozzuoli e il recupero dell'interno delle corti dell'Eixample' di Barcellona. Parole chiave memoria, ri-composizione, riconnessione Introduzione Quali sono oggi gli strumenti di progettazione nella città? A cosa dobbiamo affidarci, per ridare riconoscibilità e appartenenza a quei luoghi pensati per il pubblico, a cui però non si riesce più a fare affidamento, e che sono diventate parti incancrenite della città contemporanea? Brani di città non più riconosciuti dentro di essa perché 'fuori del tempo'. Ma la città è un tutto, e non è possibile, soprattutto in questo periodo di 'fine impero' dell'egemonia occidentale, lasciare all'interno della città spazi non integrati, spazi fermi, spazi incompiuti e non utilizzati. In questo panorama, uno degli interventi da fare è soprattutto quello di guardare, e riconoscere quali pezzi di città, complessi e non, sono in grado di restituire un significato coerente con la loro forma, e attraverso quali interventi si possono rimettere in gioco con la stessa forza con cui sono stati originariamente pensati. La memoria ci soccorre nel riconoscere, rifar salire a galla il senso originale degli interventi fatti, che lo sviluppo senza progresso ha nascosto sotto coltri di incuria e dimenticanza.

Memoria e progetto dei luoghi

È dalla persistenza dei luoghi che la memoria viene trattenuta nella forma paradossalmente conservativa dell'oblio, come in una sorta di deposito da cui, in varia misura, possono essere tratti successivamente. Che un luogo o un oggetto perdano il proprio contesto funzionale o simbolico diventa così la condizione di possibilità di una nuova semiotizzazione: è quanto, con intensità alquanto sorprendente, mostra il nostro tempo, su resti archeologici, paesaggi, oggetti, edifici, esercitando un'azione di rilettura e ricontestualizzazione: proprio perché i luoghi sono oggettivamente mediatori tra passato e presente, custodi della memoria, fanno segno verso un passato in gran parte invisibile e alcune possibilità di riattivazione. È nella natura duplice del resto, che esibisce l'oblio trattenendo la memoria, che va individuata la possibilità di decrittare nelle tracce del passato forme di rigenerazione valide per il presente, e non solo la deriva musealizzante di una conservazione statica. Costituendosi, sotto certi rispetti, in modo simile a un deposito memoriale 1 , il paesaggio conserva "l'inutilizzabile, il diverso, il sorpassato […] ma anche il repertorio delle occasioni perdute e delle opzioni alternative e delle opportunità non utilizzate" 2 .

Cibo, memoria e territorio

AlimentAzione, Ambiente, Società e territorio per uno Sviluppo SoStenibile e reSponSAbile Contributi e riflessioni geografiche a partire dai temi di Expo Milano 2015 A cura di Alessandro leto Supplemento al numero 2/3, 2015, anno 60, di Ambiente Società Territorio Geografia nelle Scuole ISSN 1824 -114X

Memorie "regionalizzate". Spazio/tempo e narrazioni

SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, 2014

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Dall'emergenza alla ricostruzione dei territori fragili

2020

A tre anni dal sisma del Centro Italia (24 agosto 2016), i Comuni si apprestano a intraprendere il salto tecnico-culturale necessario per passare dalla fase dell’emergenza al progetto di ricostruzione dei centri urbani danneggiati. Diventa quindi non più procrastinabile iniziare a dare risposta agli interrogativi sulle possibili strategie da introdurre per avviare con maggiore consapevolezza le necessarie azioni di ricostruzione, declinando gli strumenti normativi e regolativi a disposizione, individuando vocazioni territoriali, coinvolgendo cittadinanza, associazioni e saperi esperti, per definire un possibile e coeso progetto di ricostruzione.

Dare il tono ai territori

HAL (Le Centre pour la Communication Scientifique Directe), 2013

« Nella leggera nebbia del mattino di mezza primavera la Baxia si sveglia intorpidita e si direbbe che il sole sorga lentamente. C'è un'allegria tranquilla nell'aria semifredda, e la vita, al soffio leggero della brezza che non c'è, rabbrividisce vagamente per il freddo passato, più per il ricordo del freddo che per il freddo, per il confronto con l'estate prossima più che per il tempo attuale. I negozi, eccetto i caffè e le latterie, non sono ancora aperti; ma la quiete non è torpida come quella della domenica: è quiete soltanto. Una traccia bionda si preannuncia nell'aria che si apre e l'azzurro si colora pallidamente di rosso attraverso la bruma che scema. Il nascere del traffico rareggia per le strade, risalta la distanza fra i pedoni e nelle rare finestre aperte, in alto, anche alcune figure cominciano a albeggiare. I tram disegnano a mezz'aria la loro sagoma mobile gialla e numerata. E di minuto in minuto, in modo sensibile, le strade si popolano ...» Ferdinando Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares, traduzione di Antonio Tabucchi