Una tunica del Museo Egizio di torino: sperimentazione di nuove tecniche di pulitura e di consolidamento (original) (raw)

2014

Abstract

L'oggetto dell'intervento è una tunica frammentaria di epoca bizantina (400-600 d.C.) in fibre intessute di lana e lino del Museo Egizio di Torino. La tunica è stata oggetto di studio e restauro nel corso di una tesi del Corso di Laurea Magistrale Abilitante in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali presso La Venaria Reale di Torino. Le dimensioni del manufatto (circa quattro metri quadrati), l'estensione del degrado imputabile alla sua funzione quale sudario, gli effetti di un precedente intervento di restauro invasivo hanno reso il caso di studio estremamente complesso. L'approfondimento storico-artistico ha permesso di vagliare la duplice valenza di questo manufatto: in primis, è stata studiata la tunica come abito della vita, oggetto d'uso quotidiano che, grazie alla sua decorazione e ad una tecnica di pregio come quella dell'arazzo e della navetta volante, ha imposto una grande attenzione ai particolari. Contestualmente, è stato indagato il concetto di tunica come abito della morte al fine di interpretarne correttamente lo stato di conservazione. A tal proposito è stato condotto un approfondimento sull'evoluzione delle tecniche di trattamento del corpo del defunto dall'Egitto faraonico a quello cristiano e sul cambiamento delle pratiche di sepoltura. La datazione della tunica con radiocarbonio ne ha permesso una più precisa collocazione storica (415-560 d.C., 95% probabilità). L'analisi dello stato di conservazione, inoltre, ha posto in evidenza non solo la fragilità del tessuto antico, ma anche la presenza di ulteriori problematiche legate al precedente intervento di restauro, effettuato con l'applicazione, su tutta la superficie del retro, di un voile di seta incollato con un adesivo a base di amido. Tale intervento ha irrigidito e infragilito ulteriormente la tessitura già compromessa. In ragione dello stato di conservazione del manufatto risultava difficile intervenire con il consolidamento ad ago su supporto e si è evidenziata la necessità di intervenire rimuovendo l'adesivo, aspetto che ha comportato il confronto, la sperimentazione e l'adozione di metodologie non convenzionali di intervento. La sperimentazione sulla pulitura chimica per via enzimatica è stata maturata dopo avere testato metodologie di rimozione più tradizionali mediante gel rigidi (Agar, Gellano) che non si sono rivelate completamente efficaci. E' stato quindi individuato un metodo di pulitura chimica alternativo e sperimentale mediante compressa enzimatica appositamente allestita con Gellano additivato di -amilasi (da Bacillus sp.). Rispetto ai metodi di pulitura tradizionali, l'applicazione dell'impacco enzimatico ha consentito di agire superficialmente con minore tempo di contatto e azione meccanica contenuta in fase di rimozione dell'adesivo trattato.

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