La ricezione della (nuova) storia militare a scuola: guerre risorgimentali e brigantaggio nei manuali delle superiori (original) (raw)
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Briganti di classe. Ricostruzioni e letture del brigantaggio postunitario nei manuali di Storia delle scuole superiori, 2021
Il saggio esamina come i manuali di Storia per le scuole secondarie superiori oggi in commercio presentano il brigantaggio postunitario, uno fra i temi tradizionalmente più caldi del dibattito pubblico e storiografico italiano. Anche alla luce di considerazioni relative agli autori, agli indirizzi ministeriali e pedagogici prevalenti, ai meccanismi del mercato editoriale e agli stimoli provenienti dalla public history e dal discorso pubblico, il contributo giunge a dimostrare quanto l’immagine del brigantaggio resti inserita in impianti narrativi e interpretativi piuttosto tradizionali e ancorati a una lettura prevalentemente sociale del fenomeno, pagando peraltro un eccesso di semplificazione che va oltre le comprensibili esigenze didattiche del genere. Soprattutto, emerge come prevalga un uso superficiale delle categorie interpretative attinte al dibattito pubblico più che a quello storiografico, una spiccata tendenza italocentrica che impedisce uno approccio comparativo e transnazionale alla questione, nonché una sorprendente apertura alle retoriche e ai testi provenienti dalla galassia neoborbonica.
Il saggio pone la questione dell’insegnamento della storia, assediata dalle sollecitazioni del dibattito pubblico, dalle rielaborazioni memoriali e dalla popular history, sullo sfondo in particolare del revival neoborbonico. Si constatano le contraddizioni aperte dalla discrasia fra queste dimensioni, la tenuta dell’insegnamento della storia nelle scuole e i saperi esperti. A fronte di questa situazione, si sottolinea, da un lato, la sostanziale inerzia della manualistica scolastica, e, dall’altro, la fecondità di proposte laboratoriali che aiutino i giovani a pensare storicamente, distinguendo tra conoscenza storica, usi e abusi del passato.
Pochi strumenti al pari di internet riescono a canalizzare una straordinaria quantità di informazioni destinate a miliardi di utenti e a fungere da cassa di risonanza per numerose ed eterogenee cause mediatiche. I moderni circuiti di comunicazione di massa hanno permesso alla contronarrazione risorgimentale di diffondersi sul web, dove le insorgenze digitali trovano ampi spazi per la propria affermazione nel discorso pubblico. Questo contributo mira a fornire un’analisi delle riletture del brigantaggio su siti internet e social networks, a partire da materiali letterari e audiovisuali elaborati tra XIX e XX secolo. Si mostrano gli strumenti utilizzati a supporto della vulgata antirisorgimentale che, tramite linguaggio diretto, slogan, icone e fotomontaggi, pongono l’utente di fronte a numerose difficoltà al momento di valutarne la veridicità. Si affrontano, sinteticamente, le metodologie della ricerca online, alla luce delle risposte che il web offre a domande di ricerca su brigantaggio e Risorgimento. Libro disponibile in Open Access sul sito: http://jmc.uniba.it/index.php/prodotti-della-ricerca/ Il volume è stato pubblicato grazie al sostegno del Consiglio di Amministrazione e della Cattedra Jean Monnet dell'Università di Bari, programma Erasmus+.
Piccoli lettori per una Grande Guerra: le letture patriottiche per la scuola tra il 1915 e il 1920
Sinestesieonline, 2018
Nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra sono state numerose le iniziative volte ad approfondire, oltre agli aspetti storici, le ricadute che il primo conflitto mondiale ha avuto sulla società e sulla cultura del Novecento. Un tema curioso, ma spesso trascurato rispetto alla sua reale portata storica, è la propaganda rivolta al mondo dell’infanzia. Nella logica dell’organizzazione del consenso e della tenuta del fronte interno, la nazionalizzazione dei bambini e degli adolescenti costituisce un passaggio fondamentale: in Italia, come nel resto dell’Europa, negli anni precedenti il conflitto e durante il periodo bellico stesso, libri e racconti, ma anche riviste, fumetti e filastrocche diventano i mezzi privilegiati per educare i giovani alla coscienza e ai valori nazionali, diffondendo l’immagine di una guerra giusta alla quale tutti, bambini compresi, devono contribuire. L’articolo prende in esame i meccanismi della propaganda nazionalista rivolta agli studenti delle scuole elementari e medie a partire dall’ampio progetto editoriale Italia nostra! Forte sulle tue Alpi, libera nei tuoi mari, curato dall’editore Salvatore Biondo tra il 1915 e il 1920 e articolato in una serie di volumetti patriottici, oggi quasi introvabili, alla cui stesura collaborarono, tra gli altri, Cosimo Bertacchi, Luigi di San Giusto (Luisa Macina Gervasio) e un’insospettabile Barbara Allason.