Individuo e persona. Il possibile collasso del transgenerazionale (original) (raw)
2010, International Journal of Psychoanalysis and Education
Considering the transgenerational dimension requires to deal with "multipersonal fields" during the psychotherapeutic situation, in order make speakable the stories and collective memory. This device is especially important in therapy with children, adolescents and young adults suffering from serious psychopathological problems because the narrative capacity is reduced further and it becomes necessary to hear other witnesses and narrators of the family scene. In human culture, the transgenerational has always had that enormous therapeutic power of storytelling that creates connections to the passing of eras, such as myths and fairy tales. As we are taught by anthropological sciences in the last 150 years occurred substantial cultural changes: the life stories are no longer fixed in a territorial unit within conservative culture with stable and ancestral myths organizers of social, but we are all moving between migration and displacement, and this determines a distance from...
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Will the Impersonal tomorrow be the Salvation of Mankind? Before becoming one of the most important concept of philosophy and theology the concept of persona was first shaped by the classical Roman lawyers. Due to the influence of Panaetius and Cicero as well as the idea of Natural Law persona became to denominate in Roman law the human being regardless of class and status. The fact that a human being was considered a person conferred a claim to equality and freedom upon it and thereby assured a minimal protection. Roberto Esposito rejects the concept of person insofar as it stained by the law and propagates in lieu of it “impersonality” as a way to salvation. He reifies this idea in the shape of the “body” (corpo), which in his opinion is not tainted by the law. These ideas are refuted as being ahistorical and merely rhetorical.
Indagine sul «figlio d’uomo» filologia ed evoluzione di un’espressione riferita alla persona
Lateranum, 2021
The present contribution gives an overview of the expression “son of Man” in the ancient Jewish writings and in the New Testament. After some philological reflections on the use of the syntagm “son(s) of man” in the most ancient semitic texts, a critical review of the main occurrences of this expression is offered, trying to follow a chronological order, starting with the texts of the Second Temple Judaism up to the specific use that the first Christians made of it in reference to the person of Jesus.
Oltre la persona. Merleau-Ponty e l'" impersonale
2008
Fecha de recepción: 25 enero 2008. Fecha de aceptación: 15 abril 2008. * Indirizzo / Dirección: Dipartimento di Filosofia Università di Salerno. Via ponte don Melillo 84084 FISCIANO (SA) Ieliscian@unisa.it Enrica Lisciani Petrini insegna Filosofia teoretica presso ...
Ontogenesi: embrione e persona. Sullo statuto personale dell'embrione umano
Il Nuovo Principio Persona, 2013
1. Introduzione 1.1. Il metodo. L'attuale condizione della bioetica e dei suoi problemi, nonostante il convergere su di essa di tante ricerche e attenzioni, non può non apparire alquanto precaria, per la difficoltà a fare emergere "evidenze" condivise. L'urgenza di trovare soluzioni ai dilemmi morali suscitati dal progredire di tecnologie che realizzano un potere di disposizione sulla vita, ha il suo peso nell'indirizzare verso elaborazioni precipitose. In questo quadro assume valore emblematico il tema dell'embrione umano, in cui si combinano la sua "inapparenza", ossia il suo ridursi a qualcosa di quantitativamente e dimensionalmente minimo, e il costituire un crocevia imprescindibile, perché in esso ne va della comprensione dell'uomo e della vita. Naturalmente con la questione dell'embrione emerge in tutta la sua forza la domanda sulla persona. Il chiarimento del concetto di persona appare un luogo centrale per avviare a soluzione molti problemi con cui la bioetica si confronta. Se da un lato l'idea che si debba rispettare la persona risulta quasi universalmente accettata (è una sorta di valore ecumenico), occorre ammettere che non di rado si è d'accordo solo a parole. Non è infrequente che nella ricerca sulla identificazione della persona, particolarmente complessa nei casi di confine, vengano ritagliati concetti di persona ad hoc tra loro distanti. Un tale evento si verifica in ambito bioetico, dove quella identificazione è messa alla prova in modo diretto. Le scienze biologiche non sanno della persona: con la riflessione su di essa ci si colloca al di fuori della biologia, si accede alla sfera del sapere filosofico. Volgendosi verso le cose stesse, il metodo della filosofia cerca, diversamente alla scienza che opera un esteso processo di "disontologizzazione" (legittimo, sul suo piano), l'ordine, il valore e per così dire il "sapore" dell'essere. Nel progetto scientifico moderno l'uomo è visto come sdoppiato in un livello in cui è considerato soggetto inalienabile (la persona, interpretata soprattutto come titolare di diritti), e in un altro in cui è oggetto, ossia parte della natura fisico-biologica, su cui sovrintende la mano della scienza-tecnica. La prospettiva qui perseguita, pur assegnando rilievo alla ricerca degli indizi che possano segnalare la presenza della persona, non ritiene che l'esser persona o il divenirlo siano accertabili solo funzionalmente o empiricamente (e questo in particolare negli stati-limite), ma che siano argomentabili razionalmente entro una concezione dell'essere e dei suoi diversi gradi, capace di apprendere nella misura massima possibile dalle scoperte della scienza, non limitandosi però solo ad esse,
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