M. De Benetti, Le monete - In: G. Paolucci, M. A. Turchetti (a cura di), In sua dignitate. Reperti confiscati: memorie restituite. Catalogo della mostra, Siena, 2013, pp. 189-197 (original) (raw)
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Il valore dei Gesti e degli oggetti. Monete e altri elementi in contesti funerari, 2023
Come è dimostrato ormai da diversi studi, a partire dall’XI secolo la pratica di inserire monete nelle tombe dei santi era ormai diventata un’usanza comune in tutta l’Italia. In questo lavoro, studiando i ritrovamenti monetali nelle tombe dei santi dell’Emilia-Romagna, si cercherà di illustrare l’utilità dell’analisi di questo tipo di manufatti per ricostruire la circolazione monetaria di quel luogo ma soprattutto si cercherà di analizzare e studiare il rito dell’inserimento delle monete nelle tombe dei santi per capire se questo fosse un atto devozionale, se servisse come azione di riconoscimento della tomba o se fossero monete deposte. As demonstrated by several studies, starting from the 11th century the practice of leaving coins in the tombs of saints became a common custom throughout Italy. In this paper, analysing the numismatic finds in the tombs of the saints of Emilia-Romagna, we will seek to reconstruct medieval monetary circulation in this area. Furthermore, we will try to analyse and study the ritual of placing coins in the tombs of saints, in order to understand if this was a devotional act, if it served as an act of recognition of the tomb, and if the coins were left in the tomb as alms or as ex-voto by devotees.
2013
Città etrusca, romana e poi medievale, Roselle, nell’arco di più di cinquanta anni di attività della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha restituito una grande quantità di materiali. La catalogazione e la pubblicazione di buona parte dei reperti numismatici rende ora possibile ripercorrere la storia di questa città e dei suoi scavi, dalle prime ricerche condotte con criteri scientifici nel 1959 fino al 1991, quando si conclusero le indagini del Comune di Grosseto che hanno messo in luce la chiesa ed il cimitero cristiano. A partire dalle più antiche attestazioni di esemplari di zecche campane ed etrusche (IV-III secolo a.C.), le monete recuperate contribuiscono a delineare i contesti socio-economici nei diversi periodi storici e a ipotizzare movimenti di uomini e scambi di merci. Una parte consistente dei rinvenimenti è pertinente al periodo repubblicano, quando Roselle conobbe un rinnovato sviluppo (II sec. a.C.) successivo alla conquista romana del 294 a.C., e alla prima età imperiale, in concomitanza con la crescita e la monumentalizzazione della città (I sec. d.C.). La presenza di moneta è abbondante per tutta l’età imperiale, con un picco di attestazioni nella seconda metà del III secolo ed una riduzione evidente nel IV secolo, quando in città cessarono nuove attività edilizie. L’assenza di nominali coniati dopo il 388 d.C. rende plausibile l’ipotesi che anche a Roselle si utilizzarono, tra la fine del IV ed il V secolo, emissioni coniate precedentemente. Dopo un vuoto di alcuni secoli, l’evidenza numismatica riappare alla fine dell’VIII secolo, con un denaro di Carlo Magno, e più tardi con esemplari di XI e XII secolo, a ricordare il ruolo avuto da Roselle come sede vescovile fino al 1138, prima di cadere definitivamente in rovina. Il quadro offerto dalle monete recuperate negli scavi della città è integrato da una serie di ritrovamenti dal territorio di Roselle, che permette di tracciare in modo più completo la diffusione e la circolazione della moneta antica in questa parte d’Etruria.
Le Marche e l’oltre Marche tra l’evo antico e il moderno. Rapporti di varia natura alla luce della documentazione numismatica, a cura di R. Rossi “Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche”. 109 (2011, pubbl. 2013), pp. 241-260, 2013
A hoard of 45 silver coins found in Southern Tuscany, during excavation in a quarry located near Castell’Azzara (Grosseto – Italy.), in a territory that at the beginning of the 17th century was part of the County of Santa Fiora, situated between the Grand Duchy of Tuscany and Papal States. The hoard was probably buried in the years between 1635 and the mid of the 17th century, soon after the Medici acquired the County of Santa Fiora from the House of Sforza, in 1633. It contains coins minted in Florence (the oldest coin struck under Cosimo I Duke of Florence, 1537-1557, the latest under Francesco II de’ Medici in 1635), Pesaro, Rome, Ancona and Macerata, showing a mixed circulation of coinage of both states with a prevalence of papal coins.