Esorcismi, faide e miracoli. Governare i luoghi di culto mariani nella diocesi di Genova nell’età moderna Paolo Fontana Uscito in Santuari d’Italia. Liguria, a cura di Laura Stagno, De Luca Editori d’Arte, Roma 2021, 115-120 (original) (raw)

Paolo Fontana, L' Esorcismo nella Genova e nella Liguria di età moderna (secoli XVI-XVIII), Ricerche Teologiche 20(2009) 107-141

Gli sforzi fatti dopo il concilio di Trento dagli arcivescovi genovesi per organizzare e "disciplinare" la diocesi ci sono testimoniati dai sinodi diocesani. In questo impegno spiccano la lotta contro superstizioni, malefici, stregoneria e la delimitazione dei poteri degli esorcisti. Con questo articolo intendo mettere a disposizione degli studiosi nuovi materiali d'archivio che ci permettono di conoscere l'attività dei tribunali inquisitoriale e diocesano riguardo a tali problemi. La dispersione dell'archivio inquisitoriale genovese ci obbliga ad un'ottica che impedisce una conoscenza numericamente esaustiva della questione. I casi che prendo qui in esame mi sembra permettano però di farci un'idea più precisa della situazione genovese ed in parte ligure. Già in epoca tardomedievale i sinodi genovesi e liguri si erano occupati dei problemi relativi a magia ed esorcismo. Nel sinodo della provincia ligure dell'arcivescovo Andrea della Torre (1375), il più antico di quelli conservati sino a noi, si trovano alcuni riferimenti al sortilegio. Il canone 65 dichiarava peccato riservato al vescovo e al penitenziere il maleficio contro moglie e marito, riferimento probabile alle fatture indirizzate a provocare sterilità o impotenza. Il canone 70 è dedicato ai sortilegia. Condannava chi li faceva o li richiedeva al digiuno a pane e acqua (non si precisa per quanto); riservando l'assoluzione ai vescovi e ai loro vicari. Le attività elencate sono qualificati come "artem diabolicam scilicet artem divinandi vel incantandi vel sortilegia", (svolte sia da uomini sia da donne), punendo tanto il mago quanto chi a lui si rivolgeva. Emergono in questa fonte le fatture contro la sessualità matrimoniale e un elenco generico che comprende divinazione, incantesimo e sortilegio. Il termine "maleficio" è configurato solo nel caso di quello contro la sessualità coniugale. Non compaiono le figure più gravi quali il maleficio per provocare la morte o la malattia di bambini e animali.

Paolo Fontana, Eremiti, pellegrini e controllo degli spazi nella Repubblica di Genova in età moderna. Note attraverso le fonti giudiziarie ,Uscito su “Sanctorum” 6(2009), 241-257

Attraverso lo studio d'alcuni casi nei quali il tribunale diocesano di Genova o analoghi apparati della repubblica di Genova hanno affrontato i problemi posti da eremiti e pellegrini possiamo cercare di ricostruire le linee del modo di gestire tali fenomeni nella Genova dei secolo XVII e XVIII. Affronterò in questo primo articolo gli eremiti ed i pellegrini per dedicarne uno futuro ai processi relativi a pretesi miracoli. Si tratta di un numero di casi ristretto, ma significativo in quanto riguarda la totalità di quelli presi in esame dal tribunale diocesano mostrandoci in questo modo come l'autorità giudiziaria della diocesi abbia affrontato la questione. Quelli presi in esame dalle autorità civili (Giunta di Giurisdizione, Inquisitori di Stato) non esauriscono la totalità dei casi affrontati da tali istituzioni, ma ci permettono di fare alcuni paragoni. Posso qui anticipare alcuni risultati della ricerca. Eremiti e pellegrini sono figure utilizzate nella documentazione giudiziaria per risolvere un problema di governo ed ancor di più di produzione di località. Abito da eremita o pellegrino, bastone, facoltà per mendicare, creano una figura sociale e giuridica che ha come caratteristica la non fissabilità e quindi, in una situazione nella quale lo sforzo delle istituzioni ecclesiastiche dopo Trento è quello di governare localizzando, l'ingovernabilità. Questa liquidità sociale fa sì che lo spazio pubblico, la piazza e la strada, siano i luoghi nei quali sono intercettati i pellegrini che convidono tali spazi con altri personaggi sospettati da autorità civili ed ecclesiastiche: ciarlatani e attori girovaghi. Gli eremiti tendono invece ad appropriarsi di spazi preesistenti e di ruoli, come custode di chiesa catechista, sacrestano o a sottrarre elemosine ai francescani, in altri casi a creare loro località costruendo o abitando cappelle abusive.

Paolo Fontana, Il maleficio nella Genova e nella Liguria di età moderna (secoli XVI-XVIII) ,Ricerche Teologiche 2(2009) 383-429

Nella prima parte del presente studio, uscita su un precedente numero di RT, ho affrontato l'inquadratura generale del problema della presenza di esorcismo e maleficio a Genova e la parte documentaria riguardante l'esorcismo. Prenderò adesso in esame i documenti sul maleficio e cercherò di trarre alcune conslusioni globali sulla questione. 1 Nel 1539 una schiava nordafricana (de progenie maurorum) tale Caterina venne processata dall'inquisitore di Genova. Essendo maltrattata dal padrone, Serafino Solana, ricevette da una donna chiamata Lombarbetta, abitante in piazza del Molo a Genova il consiglio di rivolgersi a Tommasina Primis per risolvere i suoi problemi. Questa le procurò dell'olio crismale con il quale avrebbe dovuto ungere le spalle del padrone per migliorarne il comportamento. In cambio diede alla Lombardetta pane e focaccia. La schiava non sapeva dove le due donne avessero preso l'olio, o non lo volle, dire. Questo processo apre la questione dell'uso di materia dei sacramenti nei riti magici. Cento anni dopo l'uso dell'olio santo per fini magici continuava. Nel 1631 Giovanni Agnese di Genova era processato per abuso di olio santo e ostie. Da Roma si decideva che fosse torturato "acriter" per scoprire eventuali complici ed intenzione, se nulla fosse emerso doveva abiurare de levi ed essere condannato alla triremi per 5 anni. Un suo complice, Pasquale Borzone, era condannato alla triremi per 5 anni, ma, essendo vecchio e con figli, si mutava la pena in arresti domiciliari. Nel 1636 Don Giovanni Callegari implicato in una questione simile (distribuiva l'olio di una lampada quale fosse olio santo "ad malum finem") chiedeva la grazia, questa gli era concessa il 5 febbraio (ACDF, SO, Decreta, 1636, cc. 10r; 79r). L'11 settembre 1631 a Quezzi, presso Genova erano stati rubati gli olii dalla chiesa (ASDG 355 n29). L'uso dell'olio santo per fini terapeutici, magici o in ogni caso estranei a quello strettamente sacramentale doveva essere una costante di lunga durata. Tommasina si trova lo stesso anno in un altro processo; qui è indicata come Tommasina de Primis figlia del fu Bartolomeo Malio, vedova di Bartolomeo da Savignone. Fu processata dal vicario generale. La donna era qualificata come "Deum pre oculis non habens, sed potius inimicum humanae naturae; fuit et est incantratrix venefica seu fatuceria ac sepius diversis temporibus et vicibus commissit venefitia seu facturas et incantationes ac etiam sacramentis abusa est et presertim diversis vicibus et temporibus dedit diversis personis facturas et res amatorias." Aveva anche posto le proprie formule sull'altare all'atto della celebrazione della messa. Dopo un primo interrogatorio si sottrasse al processo con la fuga fatto questo che portò al sequestro dei suoi beni. Il personaggio in questione si presenta coma una fattucchiera generica dedita alla magia ad amorem attraverso l'uso di materia per i sacramenti. (ASG, Fondo Famiglie 117, Materia religiosa. Eresia stregoneria fattucchiere processi.)

I Doria e la chiesa di San Matteo a Genova nella seconda metà del Duecento, in "Fiere vicende dell'età di mezzo". Studi per Gian Maria Varanini, a cura di Paola Guglielmotti, Isabella Lazzarini, Firenze 2021 (Reti Medievali E-Book, 40), pp. 163-188.

"Fiere vicende dell'età di mezzo". Studi per Gian Maria Varanini, , 2021

The essay addresses the problem of the relationship between large aristocratic families and “noble parishes” in Genoa, by considering the case of the Doria and the church of San Matteo, founded in 1125 and whose reconstruction was planned in 1278. On the one hand, three qualifying aspects of the Doria kinship are examined in order to understand the role of the small church in enhancing the coordination of the group: i.e., positions of leadership and command in the maritime city and in its government; dispersion and presence outside Genoa; numerical strength, residence and leadership. On the other hand, the article considers the insertion of San Matteo in the monastic network (not only in Liguria) headed by the abbey of San Fruttuoso, and how its reconstruction allowed for the diversification of the large family internal and external relevance. The conclusion, thanks to the comparison with the experiences of other important urban families, shows the uniqueness of this case study and how broader and more systematic comparisons should be made, even outside the Genoese context.

Paolo Fontana, Cartari, Confraternite e Catechismo. Rituali di governo e governo del rituale a Mele in antico regime, Uscito in Sotto il segno di Antonio Abate. Arte e devozione a Mele (secoli XVI-XX), a cura dio Ignazio Galella, Genova, Sagep 2014, pp. 80-95

Sotto il segno di Antonio Abate. Arte e devozione a Mele (secoli XVI-XX), a cura dio Ignazio Galella, Genova, Sagep 2014, pp. 80-95 Nel presente contributo affronterò alcuni aspetti della realtà di Mele tra il XVII e il XVIII secolo, con particolare riferimento al cerimoniale religioso, all'applicazione del Rituale romano ed alla realtà confraternale. Le fonti utilizzate saranno quelle provenienti dall'archivio diocesano in specie da alcuni fondi: visite pastorali, fondo Criminale 1 , i documenti riguardanti la parrocchia di Mele ossia la scatola ad essa dedicata (ASDG 1214) ed i censimenti. Le indicazioni sugli argomenti di cui sopra, saranno paragonate con quanto deciso a riguardo dai sinodi diocesani. Facendo agire assieme queste fonti diverse possiamo cercare di ricostruire come diverse istituzioni (diocesi, parrocchia, confraternite, sinodi, Rituale romano, liturgia) hanno interagito tra di loro.

"Le reliquie di Rosalia. Disegni, ambizioni, devozioni di un culto barocco" in Mezzogiorno prodigioso. Ricerche sul miracolo nel Meridione d'Italia dell'età moderna, a cura di G. Sodano

Quaderni Mediterranea. Ricerche storiche, 2023

The essay explores how relics in the Baroque age can be the touchstone of the versatility of holiness with regards to territorial politics and, in the case of thePalermitan Saint, how an event, apparently local, can be intertwined to events, persons,worlds far away from Palermo. Furthermore, the essays examine the misalignment over the remains of Rosalia, strategically employed by the civilian and religious authorities to cope with the plague, between what was expressed and what was done by some promoters of her cult: a hiatus between public dimension and private devotion, quintessential of the baroque period.