Il pellegrinaggio in trasformazione (original) (raw)
2014, Monaci e pellegrini nell'Europa medievale, a cura di F. Salvestrini, Firenze, Polistampa, pp. 33-56
Quello che va solitamente sotto il nome di pellegrinaggio è fenomeno comune a tutte le grandi religioni, e non solo a quelle monoteiste 'storiche' (cristiana, ebraica, musulmana): è forte la pratica del pellegrinaggio anche nel buddismo e in tutte le altre religioni orientali, comprese quelle politeiste (induismo soprattutto, ma anche scintoismo e confucianesimo). In sostanza -e speriamo ci venga perdonato questo eccesso di semplificazione -qualunque religione abbia elaborato il concetto di luogo sacro, di santuario, ha originato e coltivato a vari livelli questo fenomeno, dal quale di fatto restano completamente escluse solo le religioni a carattere panteistico, probabilmente proprio perché, a causa della loro stessa natura, il suddetto concetto di 'luogo sacro' vi è assente 1 . Né si può tacere completamente del versante 'laico', un fenomeno perlopiù culturale, ovvero di quella spinta che conduce a visitare luoghi legati a personaggi storici o a protagonisti della letteratura e della cultura in senso lato. Non è poi così esiguo il numero di coloro che si recano a Dublino o a Praga per ritrovarvi i luoghi descritti da Joyce o da Kafka e chi scrive deve confessare di aver compiuto qualcosa di analogo anche nei confronti di uno scrittore considerato 'minore' (ancorché un suo libro abbia segnato più di una generazione di giovani lettori) andando a ritrovare i luoghi dei ragazzi della via Pál di Ferenc Molnár nella Budapest odierna. Per non parlare poi degli ancora oggi numerosissimi 'pellegrini' che continuano ad affollare la villa di Elvis a Graceland o la tomba di Jim Morrison al cimitero parigino del Père Lachaise: e il paragone è meno blasfemo, o anche semplicemente irriverente, di quanto si potrebbe pensare. Ma, ovviamente, non è questa la sede per addentrarsi in un simile genere di considerazioni Il pellegrinaggio è dunque una pratica comune a quasi tutte le religioni, tanto che per quella musulmana quello alla Mecca costituisce addirittura uno dei cinque pilastri dell'Islam (Haji) ed è dovere di ogni buon credente compierlo almeno una volta nella vita; è però all'interno del cristianesimo che esso ha prodotto una mole particolarmente impressionante di testimonianze scritte 2 . E altrettanto impressionante è l'arco cronologico lungo il quale queste testimonianze si collocano, che comincia nei primi secoli dell'era cristiana, conosce il suo periodo di massima fioritura in quel lungo periodo che va dall'inizio dell'avventura 'crociata' fino alla fine del XV secolo e a tutt'oggi non accenna a finire: si pensi, se non altro, alla recente grande ripresa della tradizione del pellegrinaggio a Santiago di Compostela e a tutta la letteratura che ha prodotto, costantemente in bilico fra autentico slancio religioso, turismo culturale e suggestioni new age 3 . Tutto ciò ha avuto come conseguenza, almeno a partire dall'inizio del suo periodo d'oro, la nascita di un vero e proprio 1 Sul rapporto tra questi due concetti pressoché inscindibili si vedano le ancora illuminanti pagine di A. DUPRONT, Pellegrinaggi e luoghi sacri, in IDEM, Il sacro, trad. it., Torino, Bollati Boringhieri, 1993, pp. 379-429. 2 Forse proprio la 'obbligatorietà' del pellegrinaggio alla Mecca ha paradossalmente fatto sì che esso abbia prodotto un numero tutto sommato esiguo di testimonianze scritte. Pochi sono infatti i testi citati in quello che rimane uno degli studi classici sull'argomento, cioè C. SNOUCK HURGRONJE, Il pellegrinaggio alla Mecca, Torino, Einaudi, 1989 (ed. orig. Leiden, Brill, 1880 e quello che è forse il più famoso dei fedeli islamici che abbiano visitato La Mecca lasciando un resoconto di tale esperienza non può certo essere considerato soltanto un pellegrino (cfr. IBN BATTUTA, I viaggi, a cura di C. M. TRESSO, Torino, Einaudi, 2006, pp. 127-195). Per ironia della sorte, un altro dei più noti (almeno in Occidente) 'pellegrini' nella città santa dell'Islam è un 'infedele', cioè l'esploratore, diplomatico e avventuriero inglese sir Richard Burton, che vi compì travestito da arabo un viaggio da lui stesso definito 'pellegrinaggio' verso la metà del XIX secolo. Il testo che narra questa straordinaria avventura ha conosciuto molte edizioni nel corso degli anni ed è adesso consultabile liberamente anche in Internet alla seguente URL: