Renzo Ragghianti, Le lexique du droit dans les “Essais” de Montaigne (original) (raw)
Related papers
Bibliografia su Carlo Ludovico Ragghianti
Predella, 2021
La seguente bibliografia, ordinata cronologicamente, contiene le pubblicazioni aventi per oggetto principale la figura di Carlo Ludovico Ragghianti uscite all’indomani della morte dello studioso e comprende le edizioni postume di opere edite e inedite.
Vie per Bisanzio, VIII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini, Venezia, 25-28 novembre 2009, a cura di A. Rigo, A. Babuin, M. Trizio, Bari 2013, pp. 415-440
I luoghi del diritto nel Paris. Suppl. gr. 1085 (I): tra parole scritte e immagini dipinte * La produzione manoscritta migliore della prima età macedone restituisce dapprincipio un'idea di coerenza: scritture per lo più calligrafiche fanno pendant a un sistema ornamentale costituito di testate, di pylai, di capitali maggiori o di tavole miniate, nelle quali spiccano tipologie assimilabili per grandi linee nella scelta del vocabolario formale, così come nella sintassi con la quale esse di volta in volta sono declinate. Non è un caso, forse, che le stesse tipologie librarie confluiscono entro altrettante categorie significative, tra le quali emergono, per i termini numerici importanti, i testi scritturistici e quelli patristici. Questi ultimi sono stati meglio preservati dalla dispersione, oltre ad aver goduto di una certa attenzione da parte della critica. Tuttavia, qualora si scenda in medias res, l'esame delle singole testimonianze rivela una realtà ben più articolata e variegata. È ben nota la molteplicità dei fattori che concorrono alla realizzazione di un manufatto artistico: la committenza, la perizia delle maestranze, i materiali e le tecnologie a disposizione, non da ultima la funzione sottesa a simili imprese; per non parlare, poi, della genesi delle fonti iconografiche e della costituzione di cicli narrativi capaci di illustrare il testo di riferimento. Questi ultimi elementi assumono un valore esegetico sempre crescente proprio al tempo della «Rinascenza macedone» e, in merito all'ambito librario, è facile cogliere l'alto grado di specializzazione cui erano sopraggiunti gli artigiani preposti alla confezione di manoscritti; questi ultimi evidentemente destinati a una porzione ragguardevole di lettori raffinati ed esigenti.
2021
Alberico Gentili, giurista italiano esule in Inghilterra e, dal 1587, regius professor di civil law a Oxford, fin dalla metà degli anni Ottanta del ‘500 entra in conflitto con il teologo puritano John Rainolds. Dopo la pubblicazione da parte di Gentili di alcune opere nelle quali si affrontano, fra gli altri, i temi della liceità del mendacio, e delle rappresentazioni teatrali, fra i due dottori oxoniensi si sviluppa una controversia, attestata da un carteggio, per complessive otto lettere (7 luglio 1593 – 12 marzo 1594), oggi conservate nel ms. 352, pp. 183-307, del Corpus Christi College di Oxford, che Giovanni Minnucci ha criticamente edito in questo volume. Come viene illustrato nell’apposita Introduzione, nel corso della corrispondenza entrambi gli autori si confrontano, talvolta assai duramente, non solo sui temi sopra richiamati, ma soprattutto sulle competenze del teologo e del giurista, e sul ruolo pubblico che le discipline da loro professate avrebbero dovuto svolgere nell’Inghilterra elisabettiana e nella mutata realtà politica dell’Età moderna. L’edizione dell’epistolario è corredata, a pié di pagina, da un apparato di note, nel quale si individuano le fonti utilizzate, i rinvii alle opere e alle lettere precedenti, le numerose connessioni testuali con alcune opere pubblicate da Gentili successivamente: tutto ciò attesta che le epistole costituirono, per il giurista italiano, la base da cui muovere per la stesura del De actoribus, del De abusu mendaci, del I Libro del De nuptiis (1599-1601). Completano il volume gli Indici delle Fonti normative, scritturali, dei nomi di persona e di luogo.
Ignazio Macchiarella, Regole a misura d'esecutore. Un'analisi del Mi e La nella pratica "de sa boghe a chiterra", in Con-scientia musica. Contrappunti per Rossana Dalmonte e Mario Baroni, a cura di Anna Rita Addessi, Ignazio Macchiarella, Massimo Privitera, Marco Russo, Lim, Lucca 2010, pp. 387-409. Ignazio Macchiarella Regole a misura d'esecutore: un'analisi del Mi e La nella pratica de sa boghe a chiterra In un loro fondamentale contributo, Mario Baroni, Rossana Dalmonte e Carlo Jacoboni chiariscono che «le regole della musica, quando vengano esplicitamente formulate, sono fondamentalmente una riflessione sul fare musica in tutti i suoi aspetti, un tentativo di descrivere razionalmente i comportamenti di organizzazione del suono che un compositore, un esecutore, un ascoltatore mettono in atto quando esercitano attività musicali». (BARONI-DALMONTE-JACOBONI 1999, p. 5). Nelle pratiche dell'oralità le regole sono frutto di comportamenti musicali diversi rispetto a quelli della cosiddetta "musica colta" articolandosi secondo canoni di complessità propri (MOLINO 2005). Esse non sono necessariamente rappresentabili in termini di schemi musicali, ossia in stringhe di note o meccanismi di combinazione fra sequenze definite di altezze e durate calibrate. In molti casi, infatti, si possono individuare dispositivi di costruzione musicale che nei termini delle nostre analisi formali risultano approssimativi, rinviando a logiche decisamente differenti di produzione sonora e d'ascolto che contemplano di solito fattori che vanno al di là del fatto sonoro scrictu sensu (LORTAT-JACOB 2005). Logiche tali per cui aggregati sonori ogni volta più o meno sensibilmente diversi vengono considerati come manifestazioni dello stesso brano, sulla base di principi di identità diversi nella sostanza dai nostri. Le pagine seguenti vogliono proporre alcune considerazioni sull'argomento muovendo da poche riflessioni analitiche sul Mi e La, una delle espressioni più significative della pratica musicale generalmente definita sa boghe 'e chiterra (canto a chitarra) diffusa nel centro-nord della Sardegna. I classici una faccenda per intenditori Espressione musicale multiforme e raffinata, sa boghe 'e chiterra raggiunge livelli di articolazione formale, elaborazione estetica, significazione culturale talmente alti di cui è impossibile dar brevemente un'idea al lettore non edotto: sarebbe come, mutatis mu-1 Purtroppo, nel caso in questione bisogna lamentare una paradossale carenza della bibliografia specialistica, figlia del ritardo degli studi sulle pratiche orali diffuse in Sardegna. Introduzioni generali sono CARPI 1999 e ANGELI 2006 (quest'ultimo testo soprattutto in prospettiva diacronica). Dal punto di vista propriamente analitico un contributo realmente significativo è LORTAT-JACOB 1984.
Diacronia. Rivista di Storia di Filosofia del Diritto, 1, pp. 235-266 , 2021
In this essay we discuss the philosophy of law of Moses Ben Maimon, dedicating special attention to two issues: the function of the law and the golden middle way of the classic ethical tradition. We argue that the intersection among these two issues lies in the concept of the law as an instrument to temper human excess in order to achieve an ordered society, an ethical life, and a sufficient knowledge of God. Drawing on the philosophical, ethical, and medical writings of the Jewish thinker, we argue that the achievements of good habits and an educated inclination do not make laws irrelevant and superfluous. On the contrary, human beings are required to comply with both intelligible and less intelligible rules, to the extent these rules come directly or indirectly (via interpretation) from God. The revealed law (Torah) as paradigm of limit and moderation emerges as well in Maimonides conception of legal hermeneutics. In this way, we argue that the high moral value represented by the action’s attributes of God in Jewish thought is matched by the awareness of the limits of human intellect: it is according to these limits that the Jewish law (Halakha) outlines its rules.
DIKE, 2000
Vorrei esprimere la mia gratitudine a Riccardo Di Donato, che ha letto le bozze di questo lavoro e, in più di una occasione, mi ha fornito preziosi suggerimenti e spunti di lavoro. Ho potuto fruire anche della competenza e della cortesia di Alberto Maffi, che desidero ringraziare. Di ogni errore resto ovviamente l'unico responsabile. 1 Il periodo è dunque immediatamente successivo al rientro dello studioso a Parigi dopo il più che ventennale soggiorno all'Università di Algeri. Per i particolari sulla biografia di Gernet, si veda R. Di Donato, Per una antropologia storica del mondo antico, Firenze 1990, p. 13 ss. 2 ALG, d'ora in poi. L'inventario completo delle carte contenute nelle Acrhives è presente in Di Donato, Per una antropologia storica cit., p. 318 ss. Lo stato di pubblicazione delle carte contenute in ALG è descritto in «Lexis» 17 (1999), pp. 389-391. 3 A cura di R. Di Donato, «Annales E.S.C.» (1982), p. 965 ss. 4 L. Gernet, Les Grecs sans miracle. Textes 1903-1960 réunis par Riccardo Di Donato. Préface de Jean-Pierre Vernant, Paris 1983 (trad. it. Roma 1986). Il titolo Les débuts de l'hellénisme è stato attribuito all'inedito dal curatore della prima edizione, sulla base di un'espressione contenuta nel testo gernetiano.
The modern teaching of legal philosophy at the university of Turin was initiated by Pietro Luigi Albini (1807-1863), professor, lawyer and – for a short time – politician during the years leading to the Italian unification. 150 years after his death, the Academy of Science of Turin has celebrated this remarkable jurist. Albini’s interests in legal history and legal philosophy are strictly linked to his teaching of “legal encyclopaedia” in the university of Turin. Therefore this memoir first of all takes into consideration his writings on “legal encyclopaedia”, in whose context both legal philosophy and legal history were finally taking their specific shape. Second, his activities as a Member of Parliament in 1848-49 and as a practical lawyer are briefly outlined. During his life two acquaintances were particularly influential on him: Federico Sclopis and Karl Mittermaier. In Turin, then capital of the Kingdom of Piedmont, he was under Sclopis’ patronage, while Mittermaier was the correspondent who, on the one hand, made him known outside the Piedmontese boundaries and, on the other, supplied him with information about the German legal philosophy and about the organization of the German universities. A next memoir will contain the so far unpublished correspondence between Albini and these personalities, while the appendix to the present memoir contains the review written by Mittermaier about Albini’s first book (Saggio analitico sul diritto, 1839) and the Italian translation of Albini’s article on Piedmontese criminal law, originally published – anonymously and in German – in Mittermaier’s “Kritische Zeitschrift für Rechtswissenschaft und Gesetzgebung des Auslandes”. Albini’s writings and his activities as a reformer of the academic studies in the Kingdom of Piedmont laid the foundation for the school of legal philosophy in Turin, which was later represented by Giuseppe Carle, Gioele Solari, and Norberto Bobbio. Key words: Death penalty (Capital punishment) – Freedom of teaching – Legal encyclopaedia – Legal philosophy, history of – Mittermaier, Karl – Parliament of the Kingdom of Piedmont – Sclopis, Federico – University of Turin, history of. –