Temporalità plurali. Diacronia, sincronia e teleologia nel pensiero narrativo (original) (raw)
Il racconto è «il custode del tempo» 1 : con questa affermazione si chiude idealmente Temp et récit, l'opera in cui Ricoeur ricostruisce le complesse dinamiche della temporalità narrativa. Il racconto -spiega Ricoeur -si costituisce a custode del tempo perché quando ci disponiamo a raccontare una storia, quando imbastiamo un intreccio di fatti ed eventi in una narrazione, in realtà stiamo "rifigurando" il tempo in cui questi eventi si svolgono come tempo di fini e di intenzioni, tempo di prassi e di progetti: insomma, stiamo raccontando il tempo come "tempo umano". Questo tempo -insiste Ricoeur -è espressione di una temporalità sui generis. È un tempo "terzo" rispetto al tempo cosmologico ed a quello fenomenologico, e proprio questa sua terzietà consente alle narrazioni di "dire" la temporalità dell'umano, con tutto il suo portato aporetico 2 . Ma in cosa consiste questa temporalità? Quali sono le sue caratteristiche? E in cosa si diversifica dal tempo dell'orologio, dal tempo della diacronicità causale in cui un "prima" è sempre seguito da un "dopo"? Rispondere a queste domande significa interrogarsi sulla forma del racconto, sulla sua ontologia: se infatti intendiamo la narrazione come un dispositivo creatore di senso 3 , allora i suoi caratteri ontologici si rendono manifesti proprio nella sua struttura temporale perché, sostiene Heidegger, è «nel fenomeno del tempo (…) [che] si radica la problematica centrale di ogni ontologia» 4 . Ogni regione dell'essere, ogni dominio del senso, ogni ontologia regionale, è anzitutto riflessione sulla natura temporale di quel genere d'essere. E questo vale anche per la produzione di 1 P. RICOEUR, Temps et récit. III Le temps raconté, trad. it a cura di G. Grampa, Tempo e racconto. III Il tempo raccontato, Jaca Book, Milano 1998, p. 369. 2 Cfr. ivi, pp. 369 ss. 3 Cfr. J. BRUNER, Acts of Meaning, trad. it a cura di E. Prodon, La ricerca del significato. Per una psicologia culturale, Bollati Boringhieri, Torino 2003 2 . 4 M. HEIDEGGER, Sein und Zeit, trad. it. a cura di P. Chiodi, Essere e tempo, Longanesi, Milano 1976, p. 36.