La fine della sublimazione del lucro (scuole paritarie ed enti ecclesiastici) (original) (raw)
2016, Stato, Chiese e Pluralismo Confessionale
La fine della sublimazione del lucro (scuole paritarie ed enti ecclesiastici) * 1-La giustizia amministrativa in materia scolastica ha una storia ultradecennale d'interpretazioni, talvolta anche acrobatiche, pro domo ecclesiae: dalle sentenze di fine anni ottanta-per cassare le quali bisognò scomodare la Corte Costituzionale 1-sulla trasformazione del diritto degli studenti di non avvalersi dell'insegnamento di religione cattolica in obbligo di svolgimento di un'attività alternativa a quelle più recenti sull'ammissibilità di un credito scolastico riservato ai soli avvalentisi e sul carattere culturale delle visite pastorali dei vescovi alle scuole 2. In questi, e in altri, casi il senso "fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse" (diritto non può essere un obbligo, la scelta di non avvalersi non può avere effetti discriminanti, pastorale è la cura dei fedeli e quindi attiene alla religione e al culto non alla cultura) non ha orientato l'interpretazione della legge nuova. A orientarla è stato il, sempre più mitico a uno sguardo spassionato della più recente legislazione, criterio di specialità, grazie al quale si potrebbe ripetere per il diritto ecclesiastico quel che Giovanni Tarello diceva di una delle "grandi dicotomie" del diritto, il diritto civile: "è quello che oppone più resistenza all'intervento innovatore del legislatore o-che è lo stesso-all'intervento di un legislatore innovatore" 3. Questo preambolo per dire che non è senza sorpresa, lieta, chedopo le consuete desolanti premesse poste dal Miur e traslate in * Contributo non sottoposto a valutazione. Per comodità del lettore, in calce si riporta per esteso il testo della pronuncia, in sede giurisdizionale, del Consiglio di Stato, sez. VI, 28 gennaio 2016, n. 292.