Per un repertorio dei copisti greci in Ambrosiana (original) (raw)
Chiunque si occupi di testi antichi sa bene che la ricostruzione della loro storia e la loro costituzione critica sono due operazioni distinte con caratteristiche e metodi che sono a ciascuna peculiari; sa, tuttavia, altrettanto bene che entrambe ottengono risultati migliori quando tengano conto ciascuna dei risultati dell'altra. Non è un caso che il capolavoro di Giorgio Pasquali 1 , il cui scopo ultimo era quello di rivedere in una prospettiva storica la critica del testo more geometrico demonstrata di Paul Maas 2 , riduca nel titolo a unità le due operazioni di cui stiamo parlando. Alla ricostruzione della storia di un testo, come pure ad alcuni aspetti che riguardano la valutazione critica del testo tràdito, contribuisce non poco la possibilità di dare un nome o più genericamente di individuare il copista di un manoscritto: un codice, che prima costituiva soltanto un'anonima tappa nella storia di un testo rappresentata alquanto astrattamente in un pur imprescindibile stemma codicum, acquista immediatamente uno spessore storico nell'istante in cui all'occhio del paleografo si svela l'identità del suo copista. Subito si affaccia al giudizio dello storico del testo una rete di relazioni con personaggi più o meno noti, con ambienti intellettuali dei quali conosciamo maestri e allievi, con biblioteche delle quali riusciamo almeno in parte a cogliere la consistenza, con singoli libri dei quali è talvolta possibile seguire nei dettagli le vicende. Tutto ciò consente anche al critico del testo di valutare con maggiore fondamento il contributo ecdotico di quel manoscritto: mi si consenta di richiamare un caso che mi è capitato di studiare qualche tempo fa e ritengo particolarmente significativo dal punto di vista del metodo. Sin dalle prime edizioni critiche moderne della Repubblica di Platone hanno attirato l'attenzione degli studiosi alcune lezioni particolarmente attraenti introdotte da una seconda mano nel codice Laur. Plut. 80.19 (b) 3 , un manoscritto che oggi, grazie agli studi di Daniele Bianconi, sappiamo Per un repertorio dei copisti greci in Ambrosiana 12 Contatti preliminari in tal senso sono stati presi con Christian Gastgeber e Jana Grusková, della Österreichische Akademie der Wissenschaften, e con Giuseppe De Gregorio, dell'Università degli Studi di Salerno. Un contributo potrà anche venire dalla collaborazione con Felipe Hernández Muñoz, direttore di un progetto di ricerca, finanziato dal Governo Spagnolo, su 'Manoscritti greci in Spagna e il loro contesto europeo'.