La Badia fiorentina e la città, in Badia fiorentina. La chiesa e il monastero, a cura di R. Spinelli, Firenze, Mandragora, 2021, pp. 13-35 (original) (raw)
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This paper outlines the relations between the Passignano monastery (an important centre of religious and seigneurial power in the Florentine territory) and the city of Florence. These relations appear to be fairly regular until the end of the 11th century, when – following a trend noted by Maria Elena Cortese as characterizing the entire Florentine territory – their documentary evidence becomes few and far between. However, at the end of the 12th century these relations return to their former intensity – at this time the city aristocracy was beginning a military and financial conquest of the surrounding contado (countryside). Careful investigation of the prosopographical aspects of these documents reveals that not all the aristocrats were equally involved in relations with the monastery. Indeed, those most involved were the family groups of the political faction that, during the 13th century, came to be known as the pars imperii or Ghibellines. The essay shows how an investigation into the city-state must take into account its sociopolitical complexity, i.e., its existence as a ‘collection of centres’, as opposed to a single locus of power. Hence, no phenomenon, particularly not the relationship between the city and the countryside or the ‘conquest of the contado,’ can be studied scientifically without reference to its political context. "Il saggio studia le relazioni tra il monastero di Passignano (importante centro di potere religioso e signorile nel territorio fiorentino) e la città. Le relazioni risultano abbastanza regolari fino alla fine del secolo XI. Poi - seguendo una tendenza riscontrata da Maria Elena Cortese in tutto il territorio fiorentino - le tracce di rapporti si fanno più rare. Alla fine del secolo XII, queste relazioni tornano a farsi intense: l'aristocrazia cittadina, infatti, stava cominciando una conquista militare ed economica del 'contado'. Tuttavia uno studio attento all'aspetto prosopografico mostra che non tutta l'aristocrazia era egualmente coinvolta nei rapporti con il monastero. Ad essere più interessati erano i gruppi familiari di quella fazione politica che, nel corso del secolo XIII, avrebbe assunto il nome di 'pars imperii' o 'parte ghibellina'. Il saggio mostra come l'indagine sulla città debba tener conto del suo essere non 'un centro', ma 'un insieme di centri', ovvero della sua complessità socio-politica; quindi nessun fenomeno - tantomeno il rapporto città-campagna o la 'conquista del contado' - può essere studiato in modo neutrale, senza riflettere sulla sua qualità politica."
Dal 1489 al 1492, durante il priorato del celebre umanista Matteo Bosso, 86 allievo di Francesco Filelfo e dello stesso Timoteo Maffei, la Badia ospiterà Agnolo Poliziano e Pico della Mirandola, divenendo in quegli anni uno dei centri propulsori del neoplatonismo fiorentino e, stando alla tradizione, una delle sedi delle sue riunioni.
«Archivio Storico Italiano» vol. CLXXII, Disp. III (2014), pp. 403-435
The aim of this paper is to investigate the first century of Montescalari’s history (1040-1130). The study reflects both on the context of its foundation by the family of Da Cintoia and on the forms of organization and development of its rural property, with a special attention to the character with which the abbey of Montescalari gradually reinforced its patrimonial richness and its seigneurial prerogatives between the Valdarno and the Chianti rivers.