Il Progetto Orienta (original) (raw)
Città Open Source. Spazio Pubblico Network Innovazione Sociale. Atti Workshop Biennale Spazio Pubblico 2013, 2014
In questo saggio presentiamo brevemente il servizio di analisi, strategia e azione per la rinascita del borgo dell’omonima cittadina laziale che il nostro gruppo ha ideato e gestisce da circa un anno. Si tratta della prima applicazione dei principi della biourbanistica (neuroergonomia, biofilia, sostenibilità strutturale, leggi della forma, delle scale, e costruttale) al design per il cambiamento sociale, sotto forma di un servizio di analisi, strategia e azione per la rinascita del borgo di Artena (Roma). Esso è al contempo una ricerca sperimentale, e una procedura di prototipazione.
in: LaboratorioCittàPubblica, Città pubbliche. Linee guida per la riqualificazione urbana, 2009
Tornare a osservare i quartieri di edilizia sociale per esplorare nuove frontiere del progetto sulla città esistente. È questa la sfida che il libro lancia a studiosi, amministratori, progettisti, abitanti delle città pubbliche che, con le loro case, servizi, spazi aperti, oggi si pongono come "figure emergenti" al centro delle configurazioni urbane. Una sfida ad accantonare facili pregiudizi e luoghi comuni, per cogliere le rinnovate condizioni e potenzialità che questo rilevante patrimonio offre al disegno di futuri progetti e politiche di riqualificazione spaziale e sociale estesi a più ampi settori delle nostre città. Indirizzi per orientare lo sguardo e Strategie per orientare il progetto sui quartieri, un Atlante delle città pubbliche indagate nel contesto nazionale e un Lessico per la loro rigenerazione invitano il lettore ad attingere dai temi, trattati in modi diversi, suggerimenti ed esempi utili alla costruzione di specifici percorsi di ricerca e azione.
Il progetto dei Cultori per Ostia
2016
Nel 1915 Paolo Orlando, assessore all’Agro Romano e all’Annona del Comune di Roma, affida all’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAr) lo studio completo della nuova borgata di Ostia Marina, secondo il modello della città giardino, e del relativo Piano Regolatore (febbraio 1916). La documentazione grafica e fotografica conservata presso il Centro di Studi per la Storia dell’Architettura ha permesso di individuare nella figura di Gustavo Giovannoni quale membro dell’AACAr, con le sue riflessioni e il suo apporto teoretico, il principale protagonista della proposta d’impianto per Ostia. Questo sia in relazione all’individuazione e messa a punto degli indirizzi urbanistici relativi alla crescita edilizia della città di Roma, successivi alla formulazione del piano del 1909, sia circa l’effettiva incidenza sugli indirizzi progettuali. The project of the Cultori for Ostia In 1915 Paolo Orlando, Councillor for Agro Romano and Annona of the Municipality of Rome, entrusted to the Artistic Association between Architecture Cultori (AACAr) the full study of the new township of Ostia Marina, according to the model of the garden city, and of its Master Plan (February 1916). The graphic and photographic documentation preserved at the Study Centre for the History of Architecture has identified in Gustavo Giovannoni as a member dell'AACAr, with his reflections and his theoretical contribution, the main protagonist of the proposed Ostia Marina. This is in relation to the identification and development of planning policies relating to building growth of the city of Rome, following the formulation of the 1909 plan, and about the real impact on the project guidelines.
Il progetto ... tratto essenziale dell'essere.
Carmelo Modica, Progetto organico su Modica. Addizioni a “Storia nascosta di Modica” , Associazione culturale “Dialogo” Modica 2017 Dalla descrizione degli effetti della mediocrità politica modicana di “Storia nascosta di Modica” alla riflessione sulla possibile azione culturale per la sua rigenerazione INTRODUZIONE 1.Come nasce “Addizioni” - 2.Postulato: la mediocrità politica è la causa del “Disastro Modica” - 3.Il ruolo della classe culturale modicana - 4.Lineamenti per una possibile risposta 1.Come nasce “Addizioni”. Già quando la tipografia vi consegna la prima copia del vostro libro appena stampato, in qualsiasi parte di esso lo apriate troverete immancabile, il primo refuso, il primo periodo che vi appare poco comprensibile, il concetto che andava spiegato in maniera più organica. E’ così che inevitabilmente, sul vostro computer, organizzate subito una cartella per raccogliere errori, desideri di annotazioni, chiarimenti ed integrazioni e pensate alla possibilità di una ristampa. E’ quello che è accaduto anche a noi, solo che quando abbiamo cominciato a raccogliere, del nostro “Storia nascosta di Modica” le recensioni pubblicate sui periodici, le osservazioni, le critiche, le stroncature, le censure di amici, parenti ed avversari politici e quanto è stato detto, dai relatori, in occasione della “Presentazione” ed annotando tale materiale, abbiamo rilevato che stava venendo fuori un secondo libro più che una ristampa corretta ed annotata del primo. A questi spunti, diciamo “fisiologici”, dobbiamo aggiungere il fatto che il nostro “Storia nascosta di Modica” ha prodotto reazioni, nella classe politico-culturale modicana, da noi severamente aggettivata, che pur non essendosi materializzate in maniera vistosa solo perché, se attuate, avrebbero fatto da cassa di risonanza alla diffusione del libello, circolano e continuano ad alimentare discussioni negli ambienti culturali modicani costringendoci ad ulteriori considerazioni e precisazioni. Infatti, la riflessione sugli atteggiamenti mentali di questi “Fanciullacci del XXI secolo” (*) ci hanno indotto ad integrare il concetto di “Politica culturale”, descritto nel secondo capitolo del nostro libello, cercando di meglio definire il ruolo che “la classe culturale modicana” ha avuto nella qualità dell’attività di governo della città e, quindi, dei disastrosi risultati ottenuti. 2.Postulato: la mediocrità politica è la causa del “Disastro Modica”. Per anni, almeno quindici, dalle colonne del mensile “Dialogo”, con un’azione costante e spesso solitaria, abbiamo cercato di analizzare la politica modicana comparando i criteri di governo e di formazione delle decisioni politiche ed amministrative semplicemente con i principi di correttezza ma principalmente con quelli del buon padre di famiglia. Questo accostamento “teorico”, nel tempo si è arricchito di un sostanzioso ed inequivocabile apparato probatorio dato dagli inconfutabili disastrosi risultati di governo realizzati. Nel volume “Storia nascosta di Modica” abbiamo reso organica l’azione pubblicistica precedente, individuando lo stretto rapporto di causa ed effetto tra una evidente mediocrità politica e gli altrettanto evidenti risultati disastrosi. L’analisi dei risultati di (mal)governo, la “qualità” della fedina penale della politica, i profili “culturali” dei personaggi politici e, quelli organizzativi ed operativi delle naturali aggregazioni, da molti di loro realizzate in Confraternite buone a sostituire gli organi democratici per perseguire scopi di puro potere privato o di clan, come nella ricostruzione di un identikit, ha anche dato un volto alla mediocrità politica. La insistenza con la quale in “Storia nascosta” abbiamo utilizzato la locuzione “mediocrità politica”, merita che si precisi la portata in essa del termine “mediocrità” ed in particolare se tale mediocrità è la naturale e fisiologica espressione della “Politica” e/o di una qualità umana dei suoi cultori e dirigenti oppure è altro. Da una rapida analisi del suo modo di manifestarsi, decidere ed agire non si può non rilevare che “la mediocrità politica” appare indiscutibile se rapportata alla incapacità di perseguire i fini istituzionali della politica stessa, mentre appare geniale se riferita ai risultati effettivamente conseguiti dal “politicare”. E’ in sostanza lo stesso risultato del delinquente in cui l’azione di violare la legge è tanto mediocre se riferita al bene, quanto è intelligente se riferita ai fini delinquenziali. Il che fa pensare che non è una mediocrità di fondo ma una mediocrità strumentale e finalizzata ai veri obiettivi non istituzionali da conseguire. Infatti, a noi appare strumentale far percepire la “mediocrità politica” come fisiologica e normale espressione del sistema e dell’agire della politica. In “Storia nascosta di Modica” riportiamo molti esempi di “mediocrità politica” definibile “dolosa”, sia perché certe inadeguatezze nell’azione di governo sfiorano una impossibile stupidità umana e di gruppo, sia perché quand’anche esse si volessero attribuire ad una mediocrità propria del sistema è pur vero che comunque il personaggio politico, ma anche il Movimento politico, che si fa inquinare la morale, l’intelligenza ed il buon senso dal sistema, è mediocre e senza dignità. 3.Il ruolo della classe culturale modicana. Questo atteggiamento mentale, seguendo tendenze nazionali ed occidentali, a Modica si è consolidato nel tempo attraverso un processo culturale che viene da lontano ed alla stabilizzazione del quale ha fortemente contribuito una classe intellettuale modicana che ha posto la sua opera e i suoi comportamenti, come l'espressione diretta di una specifica classe sociale e dei suoi interessi. Il disastroso governo della città in questo secondo dopoguerra ha avuto termine con il compimento della sindacatura di Antonello Buscema (2013) che è il punto in cui la “discesa” si è esaurita, non perché fosse intervenuta una forza di contrasto ma semplicemente perché il sistema, fisiologicamente, non consentiva più un ulteriore degrado. La mediocrità politica si è stabilizzata a tal punto che non viene più riconosciuta come tale, dando forma e sostanza ad un clima culturale il cui livello di degrado è misurato da come la normalità viene percepita come genialità. Quanto tempo debba trascorrere perché si avvii un processo di rigenerazione politica non è dato immaginarlo; adesso viviamo un periodo di questa fase ultima in cui, assente un’adeguata classe politica capace di indicare nuove strade, è la necessità a gestire, sociologicamente, la crisi con provvedimenti adottati solo per la gestione che le necessità vitali costringono ad adottare. E’ in questo clima che deve maturare un’azione di rinascita politica che potrà avviarsi, però, solo con un forte contributo della classe culturale modicana solo e quando essa sarà capace di riconoscere gli errori compiuti, unico atteggiamento mentale capace di dare autorevolezza a quella necessaria mobilitazione che la classe culturale ha il dovere etico di assumere, sia nei confronti della Comunità modicana, sia come espressione naturale di una sobria dignità della condizione di intellettuale fin’ora più esibita che esercitata. Questo è il senso di un “Appello agli intellettuali modicani” perché costoro andando oltre ogni steccato si approprino della loro ragion d’essere e con totale indipendenza di giudizio interpretino la realtà con lo scopo di sollecitare (non surrogare o sostituire) la individuazione di linee d’azione politica. Per favorire tale processo appare necessario riacquistare anche una forma di autonomia e ribellione rispetto alla percezione che questi tempi appaiono risolvibili solo con provvedimenti e politiche di carattere nazionale, europei e globali, trascurando totalmente quanto comunque è possibile realizzare nel livello municipale. E’ superando tale percezione, che agisce come mito incapacitante e come alibi, che è possibile avviare soluzioni più realistiche e coinvolgenti. 4.Lineamenti per una possibile risposta. E’ in questa fase che si presenta utile e necessario, per avviare un qualsiasi progetto di ripresa, far seguire alla presa d’atto di ....