I segni della danza tra azione, testo e significazione (original) (raw)
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2013
Un movimento, per quanto semplicissimo, il cui scopo ci sia ignoto, agisce già in sé e per sé come qualcosa di importante, di misterioso, di solenne. Ciò vale finché non si conosce lo scopo esteriore, pratico, del movimento. Esso ha allora su di noi l'effetto di un suono puro. Un lavoro collettivo anche semplice (ad esempio i preparativi per sollevare un grande peso), quando il suo scopo ci sia ignoto, ha effetti così importanti, misteriosi, drammatici ed emozionanti che involontariamente ci arrestiamo come dinnanzi a una visione, a una vita che si svolga su un altro piano Nella danza ci viene donato del senso. Che cosa è questo senso e quali sono le modalità della sua donazione? Quali sono le condizioni di possibilità del suo apparire? Che cosa significa vedere danzare qualcuno e che tipo di incontro avviene fra chi danza e chi assiste a questo evento? Con l'ausilio del metodo della fenomenologia o, per meglio dire, del suo rovesciamento, operato dal pensiero di autori quali Michel Henry, Jean-Luc Marion, e, per certi aspetti, Virgilio Melchiorre, cercheremo di abbozzare un tentativo di risposta. Il corpo che danza appare, in prima istanza, in un mondo come un corpo sociale, vale a dire lo strumento di comunicazione col quale una determinata cultura presenta se stessa attraverso la propria ideologia corporea, costituita da un dover essere etico ed estetico della * Il saggio è già apparso, anche se in forma sintetica, in N. DUSI, C. RIGHI ET AL (a cura di), Il senso della danza. Dance research e pratiche transmediali, «Documenti di lavoro e
Dal libretto di balletto alle note per la messa in scena
«Acting Archives Review», Anno III, numero 6 – Novembre 2013., 2013
Dal libretto di balletto alle note per la messa in scena Libretto di balletto: un termine moderno Qualsiasi dizionario o testo critico si consulti, si troverà che il testo illustrante la trama dei balletti del repertorio sette-ottocentesco è denominato libretto come quello dell'opera. Tuttavia, mettendo a confronto il libretto musicale con quello di ballo, non si può non scorgere una differenza sostanziale nella concezione, nella struttura e nella funzione. I libretti d'opera sono un testo in forma di dialogo, redatto per essere musicato. Nello spettacolo di balletto, in cui è totalmente assente la parola e la componente visiva è prevalente, il libretto non riporta sistematicamente ogni azione e ogni danza, o ogni gesto ed espressione facciale (aspetti questi ultimi che compongono lo spettacolo ma che, come si legge sin dal Settecento, per la loro stessa natura sono pressoché impossibili da descrivere), ma si limita a tratteggiare la vicenda evidenziandone gli snodi drammatici e le mutazioni scenografiche, dunque a riferire nelle linee generali quanto accade sulla scena. E questo, in un numero di pagine molto contenuto. Questa differenza tra il linguaggio del testo e il linguaggio scenico conferisce al coreografo una notevole libertà di azione nella fase compositiva consentendogli non solo modifiche estemporanee (aggiunte, correzioni, tagli ecc.) nelle riprese successive alla prima rappresentazione, ma anche-e questo soprattutto quando ideatore del testo è una figura diversa ossia un letterato o librettista-nel primo passaggio dalla scrittura del testo alla composizione coreografica. Come il pittore, il maître de ballets lavora strenuamente sulla sua opera che non considera finita neanche dopo la prima. 1 Il balletto è dunque suscettibile di modifiche in quanto condizionato dalla reazione del pubblico, soggetto al giudizio della
Starting from some issues of the current debate directed to understanding the so-called action-based iconicity, I will focus on the modalities by which the latter is used by signers in order to represent both actions and objects, i.e. when the Core Nouns of their lexicon are articulated through the use of Handling Handshapes. This analysis will show to what extent Sign language users re-enact the practices related to the items they are talking about, representing reality through the habits with which they interact with it. This fundamental notion, which belongs to Peircean Pragmatism, is at the very center of the idea that there is a fundamental link between the ways we act on reality and the ways we confer meaning to it, which has been also emphasized by contemporary research on mind. From these assumptions, I will illustrate that this philosophical framework could be useful not only to look at iconicity in Sign languages, but also to show that these semiotic systems use the same relational dimension highlighted by situated approaches to cognition and language.
2020
In Feeling and Form (1953) philosopher Susanne K. Langer elaborated one of the most interesting philosophical reflections on the symbolic nature of dance. The present article further elaborates on these reflections and integrates them into the analyses by Daniel Stern and Rudolf von Laban. The final aim is understanding how the symbolic character of dance can be concretely articulated through body, movement and space. The main argument of the essay is that dance is able to express awareness of life as a whole. Originally, the ecological dimension (being part of nature), the political dimension (belonging to a community) and the ecstatic dimension (being part of a whole) would all be intimately bonded. This bond would be represented by dance, which may be called «the most serious intellectual activity of primitive life ».
Intrecci material-simbolici. Cultura materiale e distinzione nella pubblicità a tema danza
M. Pitzalis, A. De Feo (a cura di), PRODUZIONE, RIPRODUZIONE, DISTINZIONE. Studiare il mondo sociale con (e dopo) Bourdieu, Cagliari: CUEC, pp. 332-373, 2015
le prime classi di cose sono state delle classi di uomini [sic] nelle quali le cose sono state integrate. (Durkheim et al. 1991, 73) 1. Introduzione L'articolo considera quelli che chiamo giochi di in/congruenza materialsimbolica, attraverso cui gli oggetti e le culture materiali 2 che li caratterizzano si fanno strumenti di classificazione e distinzione sociale. La messa in relazione di oggetti diversi e delle diverse (sotto)culture cui questi variamente afferiscono e si riferiscono costituisce uno dei modi in cui produciamo senso e diamo quotidianamente ordine al mondo e ai suoi abitanti. Oggetti, concetti, corpi e contesti d'uso possono essere più o meno distintivi di determinate posizioni di genere o di status. Essi, inoltre, possono entrare in risonanza reciproca secondo modalità più o meno congruenti, tradizionali o innovative, contribuendo così tanto al mantenimento quanto al mutamento dell'ordine sociale. Come scrive Roberta Sassatelli (2006b): l'antropologia ha messo a fuoco le dinamiche di distinzione e appartenenza sociale di cui i consumi sono espressione, sottolineando che, in quanto parte della cultura materiale, anche le merci più standardizzate entrano in quel gioco classificatorio mediante il quale gusti e disgusti, alleanze e antagonismi, gerarchie e analogie vengono via via riprodotti. . L'autrice è supportata dal progetto VisCoSo, finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento nell'ambito del programma "Team 2011". L'autrice è grata ai referee anonimi e ai curatori per i preziosi suggerimenti. 2 La definizione si deve a Marshall (1976).
La Danza degli Archetipi. Alle radici del linguaggio simbolico
La Danza degli Archetipi. Alle radici del linguaggio simbolico., 2016
Riflessioni sulla ricerca dei moti originari e delle radici dei sistemi mitico-simbolici dell'Homo Sapiens.I traguardi in visione sistemica. Atti del Seminario di Bergamo, 15-16 Ottobre 2016, a cura di Federico Mailland e Umberto Sansoni. Edizioni del Centro.
Ammettendo una funzione comunicativa, si sottintende che la musica sia un linguaggio, e come tale, dotato di capacità espressivo-significative. L’organizzazione della musica e quella del linguaggio non differiscono troppo nei principi generali: tra musica e lingua esistono elementi comuni come il ritmo e l’altezza dei suoni, analogie funzionali e somiglianze di struttura.
Introduzione-Le parole danzanti
Nicoletta G Primario neuropsichiatra infantile e senior lecturer presso il South West London and St. George's NHS Trust di Londra (Regno Unito) Daan H Linguista e ricercatore presso la Royal Dutch Kentalis a Sint-Michielsgestel (Paesi Bassi) Kimitaka K Medico e ricercatore esperto in impianti cocleari, Università di Tokyo (Giappone) Valentina M Educatrice professionale esperta in sordità, Palermo Federica P Psicologa e consulente specializzata in psicologia della sordità, Torino Renato P Docente di Psicopatologia dei disabili sensoriali e di Lingue e Linguaggi (modulo non udenti), Università degli Studi di Macerata Cinzia S Pedagogista esperta in sordità, Camorino (Svizzera) Alys Y Professoressa in Servizi Sociali ed esperta in sordità, Università di Manchester (Regno Unito)
La danza come movimento ed espressione nelle immagini poetiche della Commedia di Dante
Il saggio intende interrogarsi sul ruolo della danza nella Commedia dantesca e sul rapporto fra immagine e poesia. Dall'analisi dei versi del poeta, le immagini di danza emergono attraverso le tre Cantiche ora in occorrenze o specifiche citazioni ora con allusione al loro carattere metaforico, ma spesso anche come espressione dei " moti del corpo come moti dell'animo " con riferimento alla trattatistica antica e moderna e alla luce, infine del pensiero di Aby Warburg e della elaborazione teorica del suo tempo. Abstract The essay intends to question the role of dance in Dante's Comedy and the relationship between image and poetry. From the analysis of the poet's verses, the images of dance emerge through the three Canticles, now in occurrences or specific quotations now alluding to their metaphorical character, but often also as an expression of " motions of the body as motions of the soul " with reference to the ancient and modern treatises, and ultimately to the light of Aby Warburg's thought and the theoretical elaboration of his time.