2022_Laphyra iberiche: offerte esemplari e memoria del 480 a.C. in A. Scarci / R. Graells i Fabregat / F. Longo (a cura di), Armi votive in Sicilia. Atti del Convegno Internazionale di Studi Siracusa - Palazzolo Acreide, 12-13 Novembre 2021, RGZM Tagungen 48, 199-214. (original) (raw)
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SOMMARIO Fede Berti, Doro Levi e Iasos Gianfranco Maddoli, Artemis Astias a Iasos Simonetta Angiolillo, Iasos παλαιόπλουτος. Testimonianze di scultura architettonica di età arcaica: ipotesi e interrogativi Nicolò Masturzo, Iasos. I naiskoi ad ante nel santuario di Zeus Maurizio Landolfi, Ancora sui thymiateria di Iasos Maria Adele Ibba, Antonella Pautasso, I vecchi scavi sulle terrazze orientali dell'acropoli di Iasos. Un'indagine retrospettiva per una proposta di lettura. Daniela Baldoni, Immagini di divinità nella coroplastica di Iasos Fede Berti, Il recinto delle doppie asce, ovvero il posto di Zeus nell'agora di Iasos Lucia Innocente, L'iscrizione C.Ia4 Roberta Fabiani, Kathoi kai proteron. Un contributo all'interpretazione di I.Iasos 219 Marcello Spanu, Un monumento ellenistico a ghirlande da Iasos? Valentina Cabiale, Il c.d. martyrion della basilica paleocristiana nell'agora di Iasos: un problema aperto Fabrice Delrieux, Les monnaies trouvées sous la basilique de l'agora d'Iasos Diego Peirano, La basilica cristiana dell'acropoli di Iasos Alister Filippini, Alcune iscrizioni tardoantiche e bizantine dalla basilica dell'acropoli e da altri edifici cristiani di Iasos Francesco Tomasello, La basilica cristiana presso il Balik Pazari di Iasos. Aggiornamento di una lettura Fabrice Delrieux, Les monnaies de fouilles d'Iasos à types isiaques. Le culte d'Isis Pelagia en Carie au II siecle p.C. Beatrice Palma Venetucci, Culti egizi da Iasos ad Antium Pier Giovanni Guzzo, Immagini divine a Ripacandida? Indici
Abstract: Le Grotte di Pertosa si aprono nella valle del fiume Tanagro (Campania meridionale) e costituiscono una delle principali risorgenti carsiche dei monti Alburni. Il sistema sotterraneo, lungo 3 km, è attraversato da un copioso torrente con portata idrica variabile tra 350 e 600 l/s. Nell’ampia antegrotta furono condotti scavi già alla fine dell’Ottocento ad opera di G. Patroni e P. Carucci: le loro indagini accertarono l’interesse archeologico del sito e portarono al riconoscimento di varie fasi di frequentazione umana, dalla preistoria al medioevo. La costruzione di una diga e di una banchina presso l’ingresso, utili rispettivamente allo sfruttamento idroelettrico delle acque interne e all’avvio del processo di turisticizzazione della cavità, sommergendo e inglobando il giacimento impedì in seguito ogni ulteriore ricerca fino al 2004, allorché nuove indagini sono state intraprese con approccio multidisciplinare e moderno. Tra le varie classi di manufatti recuperati con le ricerche compaiono molte armi metalliche, inquadrabili cronologicamente tra l’età del Bronzo e l’epoca ellenistico-romana. La loro presenza rivela la consuetudine – durata diversi secoli – di un abbandono e forse addirittura di un lancio direttamente nelle acque circolanti nella cavità. Pugnali, coltelli, teste di ascia, punte di freccia e di lancia, elmi sono stati lasciati nell’antegrotta per motivazioni che non possono esulare dalla sfera del sacro. The Grotte di Pertosa are located in the Tanagro Valley (Southern Campanian region) and represent one of the main karst springs of the Alburni Mountains. The underground system is 3 km long and it hosts a subterranean river with an average volume flow rate of 350-600 l/s. Excavations in the vast entrance chamber had already been carried out in late 19th century by G. Patroni and P. Carucci. Their investigations proved the presence of an archaeological deposit and led to the identification of different phases of human frequentation, from prehistory to the medieval era. The construction of both a dyke and a platform in the entrance, respectively for the purpose of hydroelectric exploitation of the underground water and the beginning of a process of opening up the cave to tourism, submerged and covered the archaeological deposit. This then prevented the possibility of carrying out any additional research until 2004, when new investigations were undertook with a multidisciplinary and modern approach. Within the various classes of artefacts recovered through the researches in the cave, many metal weapons are listed, chronologically referring to an era which spread from the Bronze Age to the Hellenistic-Roman period. Their presence reveals the habits – which lasted for many centuries – of frequently abandoning weapons and perhaps throwing them directly in the water circulating in the cave. Daggers, knives, axes, arrow points, spearheads, helmets were all left in the entrance chamber for reasons which cannot lie outside of the sacred sphere.
SOMMARIO DEL VOLUME A. Di Vita, Presentazione A. Di Vita - N. Yalouris - S. Karousou, Saluto ai Convegnisti RELAZIONI DI CARATTERE GENERALE M. Sakellariou, La Grecia continentale ed insulare nei secolo VIII e VII a.C. G. Pugliese Carratelli, Magna Grecia e Sicilia nei secoli VIII e VII a.C. S. Karousou, Ἡ μετάβαση πρός τόν 7° αἰ. π.Χ.: τέχνη καί μύθος J. McKesson Camp ΙΙ, Μία μεγάλη ζηρασία στά τέλη τοῦ 8ου π.Χ. αἰώνα καί οἱ συνεπείες τῆς γία τόν ἀποικισμό A. Di Vita, L'urbanistica più antica delle colonie di Magna Grecia e di Sicilia: problemi e riflessioni A. Mallwitz, Osservazioni sull'architettura nella Grecia dei secoli VIII e VII a.C. G. Gullini, Origine dell'architettura greca in Occidente E. Akurgal, Früharchaische Kapitelle vom Tempel der Athena in Alt-Smyrna F. Villard, La céramique polychrome du VIIe siécle en Grèce, en Italie du Sud et en Sicile et sa situation par rapport à la céramique protocorinthienne C. K. Williams II, A Survey of Pottery from Corinth rom 730 to 600 B.C. Interventi EUBEA, BEOZIA E COLONIE EUBOICHE L. Kahil, Érétrie à l'époque géometrique C. Jrause, Zur staedtebaulichen Entwicklung Eretrias A. Andriomenou, Ἀψιδωτά οἰκοδομήματα καί κεραμεική τοῦ 8ου καί 7ου αἰ. π.Χ. ἐν Ἐρετρία M.R. Popham, Why Euboea? N. Coldstream, Some Poecouliarities of the Eunoean Geometric Figured Style A. Andriomenou, Ἀνασκαφές στή Βοιωτία G. Buchner, Pithekoussai: alcuni aspetti peculiari C. Sabbione, Reggio e Metauros nell'VIII e VII sec. a.C. P. Pelagatti, Bilancio degli scavi di Naxos per l'VIII e il VII sec. a.C. G. Rizza, Leontini e Katane nell'VIII e VII sec. a.C. N. Bonacasa, Il problema archeologico di Himera Interventi
An unpublished tile with a dedication to Aphrodite is the occasion to review the documentation of this deity, one of the most important of the Locrian pantheon, in the light of new research lines and recent publications of archaeological contexts. The tile (dating to the 4th century B.C.) was reused in one of the blocks of the residential-craft district in loc. Centocamere, near the famous Aphrodite’s U-shaped stoa with its votive bothroi. Only two dedications to Aphrodite come from one of these votive deposits; all the other contexts, such as that of the tile, are secondary and the artefacts were found at Centocamere, both outside and inside the city walls. Intentionally, I have considered only archaeological and especially epigraphic findings, reporting them on a map to read their potential concentrations. The comparison between these records and those relating to Kore-Persephone and Demeter confirms the importance of Aphrodite and her presence in the coastal sanctuary outside the walls, where, however, perhaps the goddess was not alone.
Le Grotte di Pertosa si aprono nella valle del fiume Tanagro (Campania meridionale) e costituiscono una delle principali risorgenti carsiche dei monti Alburni. Il sistema sotterraneo, lungo 3 km, è attraversato da un copioso torrente con portata idrica variabile tra 350 e 600 l/s. Nell’ampia antegrotta furono condotti scavi già alla fine dell’Ottocento ad opera di G. Patroni e P. Carucci: le loro indagini accertarono l’interesse archeologico del sito e portarono al riconoscimento di varie fasi di frequentazione umana, dalla preistoria al medioevo. La costruzione di una diga e di una banchina presso l’ingresso, utili rispettivamente allo sfruttamento idroelettrico delle acque interne e all’avvio del processo di turisticizzazione della cavità, sommergendo e inglobando il giacimento impedì in seguito ogni ulteriore ricerca fino al 2004, allorché nuove indagini sono state intraprese con approccio multidisciplinare e moderno. Tra le varie classi di manufatti recuperati con le ricerche compaiono molte armi metalliche, inquadrabili cronologicamente tra l’età del Bronzo e l’epoca ellenistico-romana. La loro presenza rivela la consuetudine – durata diversi secoli – di un abbandono e forse addirittura di un lancio direttamente nelle acque circolanti nella cavità. Pugnali, coltelli, teste di ascia, punte di freccia e di lancia, elmi sono stati lasciati nell’antegrotta per motivazioni che non possono esulare dalla sfera del sacro. The Grotte di Pertosa are located in the Tanagro Valley (Southern Campanian region) and represent one of the main karst springs of the Alburni Mountains. The underground system is 3 km long and it hosts a subterranean river with an average volume flow rate of 350-600 l/s. Excavations in the vast entrance chamber had already been carried out in late 19th century by G. Patroni and P. Carucci. Their investigations proved the presence of an archaeological deposit and led to the identification of different phases of human frequentation, from prehistory to the medieval era. The construction of both a dyke and a platform in the entrance, respectively for the purpose of hydroelectric exploitation of the underground water and the beginning of a process of opening up the cave to tourism, submerged and covered the archaeological deposit. This then prevented the possibility of carrying out any additional research until 2004, when new investigations were undertook with a multidisciplinary and modern approach. Within the various classes of artefacts recovered through the researches in the cave, many metal weapons are listed, chronologically referring to an era which spread from the Bronze Age to the Hellenistic-Roman period. Their presence reveals the habits – which lasted for many centuries – of frequently abandoning weapons and perhaps throwing them directly in the water circulating in the cave. Daggers, knives, axes, arrow points, spearheads, helmets were all left in the entrance chamber for reasons which cannot lie outside of the sacred sphere.