Iliade 17.1-197 - Ettore indossa le armi di Patroclo (original) (raw)
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Iliade 16.278-393 - Patroclo scende in campo: ritirata dei Troiani
Gli eventi precipitano. I Troiani riescono infine ad appiccare il fuoco alla prima nave greca, la nave di Protesilao (122-124). Achille comprende la gravità del momento, e ordina a Patroclo di intervenire, indossando la sue armi (126-129). Egli ordina però all'amico di non esagerare: deve solo respingere i Troiani senza prendere ulteriori iniziative. Non sa però che l'amico non tornerà più. Di questa parte propongo i versi 278-393: Patroclo scende i campo, i Troiani vengono respinti e le fiamme a bordo della nave di Protesilao spente. Dal verso 393 seguono ulteriori gesta di Patroclo, sino all'uccisione di Sarpedone. La traduzione è interlineare e rigorosamente letterale, basata sul testo di D.B. Monro e T.W. Allen. Le note sono in parte mie (parte dei commenti grammaticali, stilistici e metrici), ma per la maggior parte ripresi dai commentari di W. Leaf e R. Janko.
Iliade 16.1-100 - Dialogo di Achille e Patroclo
Il sedicesimo libro segna il compimento dei disegni di Zeus: i Troiani riescono ad appiccare il fuoco alla prima delle navi greche (122-124). Achille consentirà al compagno Patroclo di unirsi ai combattimenti insieme ai suoi Mirmidoni, ma l'eroe verrà ucciso in questo stesso libro (827-828). I versi 1-100, che propongo ora, vedono il breve dialogo iniziale tra Patroclo ed Achille: seguirà la scena di armamento di Patroclo, quindi quest'ultimo si unirà ai combattimenti. Il testo greco di riferimento è quello di D.B. Monro e T.W. Allen. La traduzione è interlineare e letterale, arricchita da un dettagliato corpo di note selezionate principalmente dai commentari di W. Leaf e R. Janko.
Iliade, 11.618-803 - Patroclo, Nestore, Epica pilia
Di questo undicesimo libro dell'Iliade propongo ancora, come saggio di traduzione e commento, il passo 618-803. Si tratta della visita di Patroclo alla tenda di Nestore, e del lunghissimo discorso di quest'ultimo: una parte di questo discorso costituisce un ulteriore episodio della cosiddetta 'epica pilia'. Siamo al punto nodale dell'undicesimo libro, e dell'intera Iliade: Achille vede che qualcosa sta succedendo nei pressi della sua nave e manda Patroclo a vedere di che cosa si tratti. L'eroe aveva già promesso (9.650-653) che sarebbe intervenuto solo quando i Troiani fossero giunti a minacciare direttamente le sue navi e le sue tende, e avessero iniziato a dar fuoco alle navi, e ora sembra che quest'eventualità sia sempre sempre più prossima. Patroclo si reca dunque alla tenda di Nestore per informarsi. Patroclo vorrebbe ripartire al più presto per informare l'amico e compagno, anche considerando la sua irascibilità (648-654), ma Nestore lo trattiene presso la sua tenda: il povero Patroclo rimane vittima della logorrea del re dei Pili e deve sorbirsi il più lungo discorso dell'intera Iliade...
Iliade 7.206-272 - Il duello tra Ettore ed Aiace
Nel libro 14 ha infine luogo, dopo essere stato anticipato sin da 13.809 sgg., il duello tra Ettore ed Aiace. Prima di condividere la bozza della traduzione della sezione 14.352-439, voglio ripubblicare la traduzione commentata del primo duello tra Ettore ed Aiace, avvenuto nel nel settimo libro (206-272). Lo ritengo interessante per un confronto con l'omologo passo del libro 14. Nell'ottica di un confronto tra i due passi, occorre quanto meno essere consapevoli della possibilità che i due passi possano essere stati composti in due momenti molto differenti. Secondo l'analisi degli Analitici (Leaf), il passo del libro 7 apparterrebbe infatti alla prima espansione dell'Iliade, mentre il passo del libro 14 sarebbe ancora successivo ed apparterrebbe alla seconda espansione (insieme a tutta la scena dell'Inganno a Zeus). Si veda l'introduzione al libro 13 da me pubblicato (https://amzn.to/3tXnM1N). Il testo greco di riferimento è quello di D.B. Monro e T.W. Allen. La traduzione è interlineare e rigorosamente letterale, con glossario essenziale in linea col testo in lingua italiana. Le note sono tratte pricipalmente commentari di W. Leaf e G. S. Kirk, che ho parzialmente tradotto e variamente integrato tra di loro e con altre fonti.
Iliade 17.360-458 - Combattimenti - Lutto dei cavalli immortali di Achille
Il libro XVII dell’Iliade pone agli analisti complessi problemi interpretativi dovuti all’impianto narrativo complessivamente piuttosto debole, alla ripetizione di molti temi, e al fatto che l’azione non presenta sostanziali progressi sino alla fine del libro. E ugualmente dal punto di vista stilistico si osservano varie anomalie. Il corpo di Patroclo è a terra, e sopra di lui si scontrano i guerrieri Achei e Troiani. Nonostante i furiosi scontri il recupero del corpo non avverrà che in 18.238: per la maggior parte del libro l’azione ristagna senza sostanziali progressi sino a quando finalmente, su suggerimento di Aiace (626 sgg.), Antiloco lascia il campo per chiamare lo stesso Achille. L’azione viene dilatata dal poeta ricorrendo più volte alla ripetizione di motivi tipici. Uno di questi è il tema del rimprovero al comandante seguito da una carica guidata dallo stesso comandante: lo schema ricorre ben cinque volte, ad iniziare dal verso 70, quindi 140, 319, 543 e 582. L’altro motivo tipico è quello della richiesta di aiuto e della risposta a questa. Il tema viene impiegato tre volte nel libro: una prima volta quando Menelao chiama in aiuto Aiace (115 sgg.); nuovamente quando – su incitamento di Aiace – lo stesso Menelao chiama a raccolta un certo numero di comandanti greci (237 sgg.); infine, in una versione molto più espansa, quando Aiace suggerisce a Menelao che dovrebbe essere chiamato lo stesso Achille (626 sgg.). A questo punto Menelao ed Antiloco portano la richiesta di aiuto ad Achille in persona, raggiungendolo all’inizio del diciottesimo libro. In questo sostanziale grigiore, è difficile proporre qualche passo degno di nota, tale da consentire al lettore di farsi una propria idea di questo libro. Propongo comunque la sezione 360-458: ancora combattimenti, quindi la bellissima scena del lutto dei cavalli immortali di Achille per la morte di Patroclo.
Iliade 14.352-439 - Ripresa dei combattimenti e duello tra Ettore ed Aiace
Ecco l'ultimo passo - tradotto e commentato - che condivido dal libro 14 dell'Iliade: si tratta della ripresa dei combattimenti tra Greci e Troiani dopo la scena dell'inganno a Zeus. Il Sonno lascia la cima del Gargaro (il Monte Ida), dove Zeus è profondamente addormentato tra le braccia di Era, e raggiunge Poseidone sul campo di battaglia per comunicargli che ora ha mano libera e può aiutare i Greci come meglio gli aggrada. I combattimenti possono dunque riprendere (o almeno la descrizione di questi da parte di Omero). Il brano che condivido include il duello, ormai lungamente atteso, tra Aiace ed Ettore. Pubblicherò a breve l'intero libro su amazon. I precedenti libri I-XIII sono già disponibili, e si possono acquistare per esempio accedendovi al link https://amzn.to/2SckJFI Il testo greco di riferimento è quello di D.B. Monro e T.W. Allen. Per la selezione dei commenti e delle introduzioni, per questo libro mi sono avvalso, oltre che dei commentari di W. Leaf e R. Janko, anche dell'edizione inglese del libro XIV del Basel Commentary edito da Martha Krieter-Spiro e Stuart Douglas (2018). Oltre che, naturalmente, di altre edizioni come quella di G. Paduano.
Iliade 7.206-272 (duello di Ettore ed Aiace) - Traduzione e commento
Presento un estratto della mia traduzione annotata del settimo libro dell'Iliade: pubblicherò il testo completo a inizio marzo 2018. Il brano che scelgo ora di pubblicare è una parte del duello di Ettore ed Aiace (7.206-272). Si tratta di un duello molto particolare: non vuole essere risolutivo del conflitto, come invece voleva essere il duello tra Paride e Menelao nel terzo libro; e alla fine si chiude quasi come una sfida amichevole tra campioni, con uno scambio di doni. L'immagine più bella è senz'altro quella di Aiace che avanza rapido con un ghigno feroce sul viso per incontrare l'avversario: cfr. in particolare 7.211-213. Scena terribile ed affascinante allo stesso tempo. La traduzione (interlineare e rigorosamente letterale) è mia. Le note sono essenzialmente quelle di W. Leaf e G. S. Kirk: ogni citazione riporta il riferimento puntuale alla fonte dalla quale è tratta.
Iliade, 10.465-525 - L'uccisione di Reso
Interrogato da Odisseo, Dolone non oppone alcuna resistenza e risponde ad ogni domanda che gli viene posta: riferisce in particolare del recente arrivo del contingente dei Traci guidati dal loro re Reso, ed informa i due eroi greci del fatto che essi sono accampati in disparte, isolati, lontano dal resto dei Troiani che stanno vegliando in attesa dell'alba. Dolone riferisce in particolare dei meravigliosi cavalli di Reso ("Non ho mai visto cavalli più belli, più grandi dei suoi: sono candidi più della neve, eguagliano i venti alla corsa") e dello splendito carro. Al termine della sua confessione chiede che gli venga risparmiata la vita, ma Diomede non prova alcuna pietà per lui e lo uccide. I due eroi a questo punto - pur non avendo ottenuto alcuna informazione in merito alle intenzioni dei Troiani, decidono di impadronirsi dei cavalli di Reso e di portare il prezioso bottino all'accampamento greco. Ciò implica però una rischiosissima operazione: penetrare nella zona del campo dove i Traci stanno dormendo, uccidere quanti uomini sarà necessario per farsi strada fino ai cavalli e portare via questi ultimi. Questa è la scena chiave del decimo libro, verso cui convergono due distinte linee narrative: in campo greco, la veglia notturna e l'assemblea, l'ispezione alla guardia e la decisione di inviare una missione esplorativa; in campo troiano, la parallela assemblea notturna con la decisione di inviare un'analoga missione esplorativa in campo greco. E all'interno della scena della strage, il momento dell'uccisione del re, che sta sognando - ironia della sorte - il suo assassino, costituire un momento particolarmente intenso e toccante. Nonostante un ritmo eccessivamente lento per la prima parte, specie se messo a confronto con il ritmo incalzante della seconda, a partire dal momento in cui le due missioni sono in viaggio verso i rispettivi obiettivi questo libro è meravigliosamente costruito e straordinariamente avvincente.
Scene di armamento del guerriero omerico nell'Iliade
La presente scheda lessicale descrive le parti dell'armamento indossate da Paride, Agamennone, Patroclo ed Achille nel corso di quattro scene di vestizioni delle armi che compaiono nell'Iliade, ai libri III, XI, XVI e XIX. Non si tratta di tutte le parti dell'armamento difensico ed offensivo del guerriero omerico, ma solo degli elementi menzionati in dette scene. Di questi vengono esaminati e commentati l’etimologia e l’uso in vari passi, e il diverso trattamenti nelle singole scene.