Approfondimento sulla peste (original) (raw)

Epistola della peste

Epistola della peste Edizione critica secondo il ms. Banco rari 29, 2019

Nel maggio del 1523 Machiavelli inviò a Lorenzo Strozzi un testo in forma di lettera, nella quale descriveva all’amico, allora lontano da Firenze, lo stato della città sconvolta dalla peste. Dopo la morte di Machiavelli, Strozzi se ne attribuì la paternità manomettendo l’autografo originario, per cui dalla fine dell’Ottocento a oggi quel testo è stato ritenuto opera di Strozzi. Un’indagine a largo raggio di tipo storico, filologico e critico ne restituisce ora la paternità all’autore del Principe, mettendone in luce lo straordinario interesse letterario, su un tema, quello della peste, che fin dall’antichità è stato assunto dagli scrittori come emblema tragico. Machiavelli, parodiando talora Boccaccio, dà invece una rappresentazione comico-grottesca della Firenze appestata, con un’originalità di risultato che fa di questa lettera-racconto un piccolo capolavoro nel suo genere. Si porta nello stesso tempo alla luce un capitolo interessante, finora sconosciuto, della cultura letteraria fiorentina del Rinascimento.

La Peste Percorso

L"epidemia, sotto qualsiasi forma si presenti (peste, lebbra, malaria, vaiolo, tifo, colera, sifilide, aids), ha sempre suscitato in tutte le epoche della storia una psicosi tremenda e uno stato d"animo di paura e di sacro terrore ed è stata assunta come paradigma del male assoluto e universale. Dal mondo antico e medievale fino all"epoca moderna, quando la scoperta dei virus e dei microbi ancora non era avvenuta né era possibile difendersi o premunirsi con le vaccinazioni o le cure antibiotiche, le malattie epidemiche o endemiche hanno sempre costituito per l"uomo e per la società una forma di terrore ancestrale, invisibile e subdolo, talvolta più terribile della morte stessa, a tal punto che il malato o meglio i malati di massa sono stati considerati dei veri e propri pharmakòi sui quali è caduta una forma di collera o vendetta divina, e perciò, come pharmakòi, destinati ad essere rimossi e allontanati dal consorzio umano e sociale: pensiamo alla demonizzazione con cui nei nostri giorni l"AIDS ha condannato coloro che ne sono stati infetti.

Una peste manufatta unzioni e processi del

La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c'era entrato davvero, come è noto; ed è noto parimenti che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d'Italia. 5 Ma l'ondata pestilenziale non si limita a conservare la natura di catastrofe naturale, è a ben vedere scaturigine di altri drammatici eventi. Come ebbe a scrivere Manzoni, «il terrore della contumacia e del lazzaretto aguzzava tutti gl'ingegni» 6 .

Il ritorno della peste? Un’introduzione alla storiografia recente

2015

SIDeS, «Popolazione e Storia», 2/2015, pp. 9-19 Così come è stato recentemente rilevato per il caso del colera (Alfani 2014b), negli ultimi anni le pestilenze, e più in generale tutte le crisi di mortalità, sono tornate dopo un lungo periodo di relativa disattenzione a suscitare l’interesse dei demografi storici e degli storici economico-sociali italiani e internazionali. Questo numero di «Popolazione e storia», interamente dedicato alla peste, conclude un percorso sulle crisi di mortalità iniziato con il dossier sulle carestie ospitato dal numero 1/2012 (Alfani, Mocarelli, Strangio 2012) e proseguito con il dossier sul colera pubblicato sul numero 2/2014 (Alfani 2014a). In tale prospettiva, la peste – la causa di alcune delle più terribili crisi di mortalità della storia – merita un’attenzione particolare e, non a caso, anche le «Annales de Démographie historique» hanno in programma un numero ad essa dedicato. L’obiettivo di questa introduzione è fare sinteticamente il punto della ...

Due trattati sulla peste di Girolamo Manfredi

1. Alcuni anni, nel corso della storia, hanno segnato, soprattutto nell'immaginario collettivo, un limite, uno spartiacque: il 1347 è senz'altro fra essi. Il terribile morbo venuto dal mare e sbarcato a Messina, controindicazione non prevista di un commercio internazionale ormai di dimensioni ed estesioni extracontinentali, provocò, nel giro di pochi anni, la morte di 1/3 della popolazione europea 1 , lo sconvolgimento del sapere medico, la reazione emotiva di una popolazione presa alla sprovvista, isterie apocalittiche e xenofobe, sentimenti radicati di vanità delle cose umane (con la conseguente opzione speculare di assecondare gli istinti più effimeri o di perseguire una vita di penitenza ed espiazione), ma anche mutamenti socio-economici, le cui conseguenze non furono, nel lungo periodo, solo negative 2 . La morte nera, che l'Europa aveva dimenticato, risalendo l'ultima epidemia al 542; la peste, la cui etimologia -non da pasco (come segnalato da Isidoro di Siviglia, senza che Manfredi si attenti a contraddirlo esplicitamente), cioè nutro, perché il morbo sembra nutrirsi del corpo del malato come un fuoco che divora tutto, ma molto più ingenuamente da peius, il peggio, la peggior malattia -già di per sé risuona della paura, dell'attribuzione di un ruolo attivo e ineludibile nella vicenda umana, probabilmente in origine di una caratterizzazione vicina al divino.

Peste lo colga

Quaderno Peste Lo Colga, 2021

Perché non indagare la storia di Alessandria attraverso le pestilenze, che qui vengono esposte come fossero i grandi eventi del fluire storico? Piercarlo Fabbio prova a indicare alcune tracce di questo percorso, partendo da un presupposto: l’epoca Covid le sue conseguenze sono del tutto sconosciute alla nostra identità di alessandrini oppure i nostri avi, i nostri progenitori hanno dovuto subire uguale, se non più drammatica sorte? Un nemico invisibile porta la morte, falcidia le donne, gli uomini e le loro famiglie. Di lui poco si sa, ma anche quando lo si vede - come nel caso di locuste, bruchi, uccelli che portano carboni ardenti, lasciandoli cadere sui tetti di Alessandria - le possibilità di difendersi sono ridotte al lumicino. Anche se con il passare dei secoli…

Pestelli scrittoio

Tomasi di Lampedusa: le «Lezioni su Stendhal» e la divina fusione narrativa, 2019

Ricognizione sugli studi stendhaliani di Tomasi di Lampedusa, come capitolo del forte, determinante interesse per le letterature straniere, in particolare per la letteratura francese e per la letteratura inglese. L'attenzione concentrata su «Le rouge et le noir» e su «La Chartreuse de Parme! apre più d'uno spiraglio sui rapporti fra il Lampedusa francesista (1955) e la contemporanea stesura de «Il Gattopardo» (1954). A survey of Tomasi di Lampedusa's Stendhal studies as a chapter about his great effective interest in foreign literatures with regard to French and English literature above all. The concentrated attention on «Le rouge et le noir» and «La Chartreuse de Parme» casts more than a light on the relationship between the scholar in French literature (1955) and the author of the contemporary draft of «Il Gattopardo» (1954).