Corinne Gobin, Jean-Claude Deroubaix (a cura di) (2018). Polémique et construction européenne, “Le discours et la langue”, tome10.1, 232 pp (original) (raw)
Questo numero della rivista "Le discours et la langue", incentrato sulla polemica e la costruzione europea, raccoglie una selezione dei contributi presentati al convegno che si è svolto a Bruxelles nel 2015. Tale convegno rientra in una serie di Workshop biennali organizzati dal 2013 dall'Osservatorio dei discorsi e contro-discorsi d'Europa dell'Università di Franche-Comté, la cui sede è a Besançon, in Francia (https:// disceurope.hypotheses.org). Partendo dalla ridefinizione del concetto di polemica, al quale sono dedicati l'introduzione e i primi due contributi, gli articoli del numero mostrano come l'elemento polemico emerga nell'ambito dei discorsi europei o nel modo in cui l'Europa come attante è costruito nei discorsi mediatici. Nell'introduzione, i curatori del volume, Corinne Gobin e Jean-Claude Deroubaix, aprono un'interessante riflessione sulla nozione di polemica e sul dibattito francofono che essa solleva-o ha sollevato in passato-negli studi di analisi del discorso e dell'argomentazione. Seguendo i suggerimenti dell'analista del discorso israeliana Ruth Amossy, la polemica è intesa in modo nuovo come mezzo per gestire la lite e quindi non opposta al dibattito razionale volto al conseguimento del consenso nella retorica aristotelica tradizionale e nella nuova retorica perelmaniana. Inoltre, essa è funzionale a creare gruppi e a sedurre la "non persona", intesa nel senso di Émile Benveniste come chi è presente al dibattito senza prendervi parte. In altre parole, purché rispetti i principi democratici, la polemica è un vero e proprio segno di buona democrazia. A questa introduzione fanno eco i due contributi successivi, incentrati anch'essi sulla nozione di polemica. Nel primo, Ruth Amossy sviluppa la tesi suddetta, considerando la polemica come interna all'argomentazione (dicotomia argomentativa) e funzionale da un lato alla polarizzazione del dibattito e dall'altro al discredito dell'avversario. La polemica quindi, intesa come gestione democratica del conflitto, permetterebbe la co-esistenza nel dissenso. Contrariamente a questa posizione, il secondo contributo, redatto da Patrick Charaudeau, mostra un punto di vista diverso secondo il quale la polemica sarebbe una modalità discorsiva finalizzata alla persuasione e non un genere discorsivo a parte come la controversia. Non essendo polifonica e non permettendo un confronto tra le parti, la polemica sarebbe contro-democratica, bloccando la possibilità di deliberare (p. 24). In tal senso, quindi, l'autore insiste sul fatto che se la controversia è democratica, la polemica è semmai un "dialogo tra sordi".