I QUATTRO MORI SULLE MONETE (original) (raw)
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LA PAURA DEI MORTI E I DUE MONDI
Letteratura & Società, no. 72, pp. 51-106., 2022
The present essay is the logical continuation of a previous exploration (The double soul of archaeology) devoted to the emergence of archaeology in modern times and to its ambivalent fascination-indifference vis à vis the Dead and the Past. In this new chapter the attention is focused on the progressive fading of the immemorial fear of the Dead, which human societies believed could come back to visit and harass the Living. In the last centuries this fear has greatly diminished if not altogether vanished. What could apparently be interpreted as the fading of a superstition has however subtler and broader implications. In fact, rather than being just the disappearance of a primitive notion, such psychological change corresponds to a tacit although not confessed loss of the faith in another (invisible) world, something which is still officially postulated by religions such as Christianity and Islàm. This new chapter tries to explore the phases and forms of the change and the inherent contradictions it embodies.
PITTURA A MANTOVA NEL QUATTROCENTO
2019
the book is dedicated to painting and painters in Mantua from the Late Gothic to the early 16th century, across Pisanello, Andrea Mantegna, Ludovico Gonzaga, Isabella d'Este... The first hand research is based also on archival research.
SGUARDI SOPRA LE MURA. SCRIVERE DI SE' IN CARCERE
Animazione Sociale 240/2010, 2010
Scrivere di sé in carcere sembra una scommessa perduta. Troppi i condizionamenti, le restrizioni, il dolore. Ineludibili i rischi connessi alle ragioni della detenzione con le relative ricadute e interferenze che rendono sconveniente essere sinceri, svelarsi, confessare. Ogni tentativo di accedere autenticamente alla propria biografia è viziato dalla tentazione di discolparsi, prendendo le distanze da se stessi anziché avvivcinarvisi. Tra le mura della carcerazione sopravvivono purtuttavia frammenti di umanità che aggrappandosi alle parole provano ad evadere da una quotidianità opprimente verso spazi di libertà e finanche di liberazione. E' possibile allora immaginarsi al di sopra delle mura e guardare con sguardo ampio cosa accade all'orizzonte, cosa sta arrivando, cosa potrebbe arrivare. Come nell'epica Omerica, tale sguardo seppure le distanze siano enormi, riesce a riconoscere i volti, i colori, e udire perfino le voci delle proprie patrie. Nel laboratorio di scrittura condotto dall'autore presso la casa circondariale di Verziano (Bs), rivolta ad un gruppo di detenuti maschi e femmine, si prova a smuovere l'immobilità del tempo esercitando questo sguardo. Da un margine all'altro della pagina con una penna in mano come remo per sopravvivere al naufragio. Writing about oneself in prison seems like a losing bet. Too many conditions, restrictions, pain. The risks associated with the reasons for detention are unavoidable, with the related repercussions and interferences that make it inappropriate to be sincere, to reveal oneself, to confess. Every attempt to authentically access one's biography is tainted by the temptation to exculpate oneself, distancing oneself from oneself rather than getting closer to them. However, within the walls of prison, fragments of humanity survive which, clinging to words, try to escape from an oppressive everyday life towards spaces of freedom and even liberation. It is then possible to imagine yourself above the walls and look with a broad gaze at what is happening on the horizon, what is coming, what could come. As in the Homeric epic, this gaze, even if the distances are enormous, is able to recognize the faces, the colors, and even hear the voices of one's homelands. In the writing workshop conducted by the author at the prison of Verziano (Bs), aimed at a group of male and female prisoners, we try to shake the immobility of time by exercising this gaze. From one edge of the page to the other with a pen in hand as an oar to survive the shipwreck.
Nun, meine Herren, ich habe das Gefühl, daß der Staat auch für seine Unterlassungen verantwortlich werden kann (Bismack) È così diffusa l'ostilità verso la pena di morte che affrontare il tema crea disagio. Le mie brevi osservazioni (già il titolo lo manifesta) porranno in relazione il patibolo con altre forme di privazione della vita: in ciò la mia avversione troverà conferma (ove pure si vorrà cogliere un vizio di argomentazione).
MONTE PIETA FORLI, 2022
Giustifica[zioni] e Notizie che concernono la conservaz[ione] delli Privilegi del Sag. Mo[nte] della Pietà di Forlì-Ricerca storica sulle origini del Sacro Monte della Pietà di Forlì condotta su documentazione inedita. “La Fondazione Del S. Monte È Remotissima, Non Conoscendone L'Epoca Precisa” L'unica pubblicazione ottocentesca che traccia sommariamente del Monte di Pietà di Forlì assieme alle altre istituzioni cittadine è quella che ha dato origine alla data del 1511 da cui è stata tratta tutta la pubblicistica successiva. In questo breve saggio di ricerca si dimostrerà invece che la data di fondazione del Sacro Monte della Pietà di Forlì è il 21 Marzo del 1510 (primo giorno di primavera). Il presupposto da cui ci siamo mossi per ripercorrere a ritroso nel tempo la caccia alla ricerca e riscoperta della fondazione del Pio istituto forlivese ci è stata offerta dal ritrovamento di un originale e inedito manoscritto di sicura provenienza interna al Monte di Forlì. Testi e immagini: Claudio Torrenzieri
REGNARE SU MONTI DESERTI. LE DUE VITE DI MARGUERITE Y
Non è senza un pizzico di divertimento che ho dato a questa mia relazione un titolo niente affatto yourcenariano, ma forse vagamente durassiano (Emily L.) e debitore al film di Kieslowski La double vie de Véronique (1991). Probabilmente Marguerite Yourcenar se ne sarebbe irritata: le grandi collere, i rifiuti sdegnosi fanno parte della sua immagine più granitica e "imperiale", con cui nella fase forte della sua seconda vita Yourcenar ha tenacemente voluto farsi identificare e che, come un cono d'ombra, ha completamente oscurato, schermato l'altra Marguerite, la donna giovane, instabile, passionale e vagabonda che ha intensamente scritto e vissuto fino al 1939 (SAVIGNEAU, 1990: 18-20).