Apa l’Etrusco sbarca a Roma e passa il testimone ad Ati. Un cortometraggio tridimensionale per raccontare il santuario di Portonaccio a Veio (original) (raw)
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Da quasi duecento anni viene riconosciuta nella zona di Portonaccio la presenza di una delle porte della Veio etrusca, cui dovevano fare capo le vie di comunicazione provenienti dai territori a sud-ovest della città. Nell'area della porta è stato individuato, poco meno di un secolo fa, uno dei più importanti santuari etruschi conosciuti, quello di Portonaccio, oggetto di lunghe e attente campagne di scavo, che continua ancora a svelare nuovi aspetti. Subito all'interno della città si trova invece il complesso archeologico di Campetti che, grazie all'imponente quantità di dati finora raccolti, fornisce nuovi elementi per la ricostruzione dello sviluppo di Veio tra l'età del Ferro e la tarda Antichità. Altri scavi di minore entità ma di grande interesse sono stati eseguiti nella zona, contribuendo ad arricchire l'insieme delle informazioni utili alla ricostruzione storico-topografica di questa parte della città di Veio e delle sue immediate vicinanze.
E-Review - Rivista degli Istituti Storici dell’Emilia Romagna in Rete , 2019
Realizzato a partire da alcuni fondi conservati presso Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Il varco è un film di finzione costruito con filmati originali, girati durante la campagna di Russia, subito prima del suo disastroso epilogo. Tra ricerca d'archivio e interpretazione autoriale, il film mette in relazione diari per immagini di alcuni soldati cineamatori con diari e memoriali di altri soldati, raccontando le esperienze, i fantasmi e le scelte della generazione che visse in guerra dal 1935 al 1945. Based on fonds preserved at Home Movies-National Archives of Family Film, Once More Unto the Breach is a fictional film built with original footage shot during the Italian campaign in Russia, just before its disastrous epilogue. Between archive research and auteur interpretation, the film blends soldiers' visual diaries, with diaries and memoirs of other soldiers, telling of experiences, ghosts and choices, from a generation that had been living in war since 1935 to 1945.
Gli dei sul tetto. Le basi acroteriali del tempio di Veio - Portonaccio: messa in opera e funzione
[Gods on the Roof. The acrotherial bases of the Temple of Veii - Portonaccio: installation and function] Il tempio di Apollo a Veio costituisce il primo e finora unico esempio in Etruria di edificio sacro decorato lungo tutto il columen e le falde del tetto da una serie di statue acroteriali di dimensioni superiori al vero disposte per gruppi a comporre diverse scene del mito greco. Lo studio minuzioso dell’intero apparato decorativo, in parte molto frammentario, ha permesso di accertare la funzione delle monumentali basi di sostegno certamente pertinenti alle stesse statue acroteriali, più numerose di quanto già noto in letteratura. Il tetto risulta così incredibilmente affollato di divinità, eroi, animali fantastici a comporre un complesso programma figurativo i cui molteplici messaggi sono certamente connessi ai singoli episodi del mito rappresentati. Immediato è il richiamo a quanto conosciamo dalle fonti letterarie e iconografiche del Tempio di Giove Capitolino a Roma, pure animato sul tetto dalla famosa quadriga e da altre statue acroteriali, una cui eco è visibile in ambito laziale nel più tardo tempio di Satricum.
Benché la Tomba François al suo interno sia piena di affreschi con raffigurazioni splendide di uomini e di gesta, difficilmente chi osserva non sarà attratto dal più esteso e dettagliato fregio animalistico dell'arte antica. Ritengo che sul fregio di Vulci, per il contesto in cui è rappresentato, per le scene che riporta e per le immagini in queste sembianze, vi sia molto su cui riflettere. Come detto, le presenze, le movenze, le caratteristiche di una tale raffigurazione sembravano molto più che peculiari, per una serie di motivi. Prima di tutto la grande varietà delle fiere rappresentate negli atteggiamenti, nella forma e nei colori ognuno peculiare a sé stesso. Inoltre se si osserva attentamente, come sottolineato da molti studiosi, le azioni e le scene di aggressione si trovano sempre sopra le porte. Si è parlato di rappresentazioni che rievocano la vita e la morte, ma per una tomba come quella François in cui per la prima ed ultima volta nella storia etrusca appaiano soggetti storici, mi sembra riduttivo riportare un grande fregio di questo tipo solo ad una questione evocativa di tipo trascendentale.
ZEVI-MARINI Art RPAA La storia più antica di Roma sul fregio della basilica di Ostia
Rendiconti Pontificia Accademia Romana di Archeologfia, 2009
Se alla sua morte gli amici avessero ottemperato alla volontà di Virgilio di dare alle fiamme l'Eneide rimasta incompiuta, non solamente avremmo perso un riferimento imprescindibile della cultura occidentale, ma sarebbe venuta meno anche la sensazione della centralità della leggenda troiana nella storia più antica di Roma. Naturalmente le sue origini rimontano molto più indietro di Virgilio e la leggenda è presente nella letteratura romana sin dai primordi; anche se non è semplice ricostruire quando e in che modi fu accolta nel Lazio, entrando nella coscienza collettiva dei romani fino a divenire il fondamento delle loro origini. Il fatto è che, a parte alcune commedie, tutta la letteratura latina più antica è andata perduta, e le prime opere che conserviamo per intero, in poesia e in prosa, quelle di Cicerone, di Lucrezio, di Cesare, risalgono a non prima dei decenni centrali del I secolo a.C. Subito dopo, si apre la lunga, fiorentissima stagione di Augusto, ma la letteratura del tempo è ormai tutta consapevole del poema virgiliano, improntata come è alla ideologia del principato che fece della leggenda troiana 'un grande mito di impero'" (M. Sordi). Degli autori precedenti, comprese la storiografia annalistica e la grande opera storico-etnografica di Catone (Le origini), non possediamo che frammenti, cioè quotazioni di letterati più tardi che le citavano per quel tanto che serviva ai loro scopi. Ciò significa che quel poco giunto sino a noi degli autori più antichi non risponde a criteri di obiettività, perché mediato da scelte orientate secondo gli interessi, dalla cultura e dalla mentalità di chi ce lo ha tramandato 1 . Ma è vero che considerazioni del genere si possono estendere all'intero racconto storico, quando si abbia a che fare con informazioni di seconda mano. L'enfasi posta sulla leggenda troiana dalla poesia augustea e dai monumenti della Roma del Principe, ha esaltato, ma certo non ha creato, il rilievo che ha in tutta la letteratura più antica, da Nevio a Catone, come "an article of the Roman national creed" 2 .