SOTTO CONTROLLO. Il governo internazionale delle migrazioni e le prospettive dei Corridoi Umanitari (original) (raw)
Related papers
Il governo dell’immigrazione in Italia: il caso dei «decreti flussi»
Pierluigi Consorti (a cura di), Tutela dei diritti dei migranti, Edizioni Plus, Pisa 2009, 2009
Dalle prime circolari del 1963 alla Legge Martelli, fino ai "decreti flussi" degli anni Duemila. Una storia della regolazione delle migrazioni per lavoro in Italia attraverso un'analisi del sistema delle "quote": un meccanismo inadeguato e arcaico
Sulla governance della morte nella migrazione
2019
This article addresses the emigrants/immigrants’ death in migration. It does not tackle it by dwelling only on the dead bodies along the borders; it seeks to capture all the invisible threads connecting the dead bodies from and in migration and, finally, the living bodies with the dead bodies. To achieve this goal, a preliminary critical consideration on the main theoretical paradigms hitherto used in literature is necessary, as well as the combination of methodologies and results of two independent research: one on the governance of migratory movements and the other on death in migration.
Ammissione DI Stranieri Sul Territorio Nazionale Attraverso ‘Corridoi Umanitari’ Con Sponsor Privati
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Rendiconti di Lettere, 2020
The scope of the present research is to understand to what extent a recent and fruitful private initiative sponsoring a safe alternative legal pathway ‘par avion’ recently spread from Italy and called “humanitarian corridors”, may in a future become a general and uniform alternative model for other European Union States. Such a best practice, which represents currently an exceptional route for vulnerable migrants mostly from Lebanon and Eritrea to enter the country without harm after a security screening and to be materially supported by the same sponsors in the crucial initial phase of integration, could potentially be extended to other EU States. Its legal basis should not be restricted to Article 25 of the Visa Code (recently interpreted by the EU Court of Justice as posing no obligation on Member States to grant humanitarian visa). There already exist clear obligations to grant humanitarian assistance to vulnerable people at risk stemming out from international law (both general...
Le politiche migratorie sono salite di rango nell’agenda delle forze politiche, dei governi e dei parlamenti, non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo. Sono un tema caldo delle campagne elettorali, e sono oggetto di aspre polemiche da parte di nuovi attori politici. Il libro di Maurizio Ambrosini affronta i principali punti di tensione del rapporto sempre più problematico tra difesa della sovranità nazionale, affermazione di diritti umani universali e domande di apertura dei confini da parte dei mercati e degli attori economici. Le politiche degli ingressi, il trattamento degli immigrati irregolari, l’accoglienza dei rifugiati, l’accesso alla cittadinanza, la riaffermazione dell’identità nazionale, la richiesta di adesione culturale agli immigrati, sono temi dibattuti e controversi in tutti i paesi sviluppati, e anche nei paesi emergenti. Spesso fra l’altro, in tempi di bassa passione ideologica, assumono uno spiccato rilievo simbolico: servono a definire le posizioni delle forze politiche e a contrapporsi ai concorrenti. Il sovraccarico ideologico produce, tra le altre conseguenze, una crescente divaricazione tra politiche dichiarate e politiche praticate: le sanatorie ne sono l’esempio più evidente. Questo vale nel caso italiano (7 in 25 anni), ma anche nel resto d’Europa, dove 22 paesi su 27 ne hanno attuate tra il 1996 e il 2008, regolarizzando da 5 a 6 milioni di immigrati. Il caso dei rifugiati, affrontato in un capitolo molto attuale, fornisce altri spunti di riflessione a chi voglia andare oltre le paure e le semplificazioni propagandistiche: l’86% dei richiedenti asilo sono accolti nei paesi del cosiddetto Terzo mondo. L’Italia si è impegnata in modo meritorio nei salvataggi in mare dell’operazione Mare Nostrum, ma accoglie poco più di un rifugiato ogni 1.000 abitanti, contro gli oltre 200 del Libano. Anche a livello locale, dove di solito prevalevano pragmatismo e ricerca di soluzioni ragionevoli, compaiono oggi politiche dichiarate di esclusione, dagli Stati Uniti alle regioni dell’Italia settentrionale; spesso poi inattuate o contrastate da attori pro-immigrati e dalla magistratura, ma in ogni caso culturalmente e politicamente influenti. Nello stesso tempo però gli immigrati acquistano ogni giorno legittimazione, voce e diritti, mediante diverse pratiche di cittadinanza dal basso, dall’adesione ai sindacati, all’impegno associativo, al volontariato, alla partecipazione in ambito religioso. La mobilitazione di diversi attori delle società civili, dai sindacati alle istituzioni religiose a molte associazioni di volontariato, forma una composita ma battagliera coalizione in difesa dei loro diritti e fornisce una serie di servizi che consentono di fronteggiare molte difficoltà, dalle cure mediche per gli irregolari all’insegnamento dell’italiano, al sostegno scolastico per i figli. A livello locale, se il multiculturalismo è oggi in declino, la diversità invece ottiene crescente consenso. Nelle politiche urbane, diversità e coesione sociale sono i nuovi termini che consentono di cercare soluzioni praticabili per la gestione di società sempre più eterogenee. Chiusura ed esclusione non sono univoche: secondo l’autore, le politiche migratorie sono piuttosto un campo di battaglia, in cui alle tendenze ostili agli immigrati si oppongono attori e pratiche sociali che promuovono l’inclusione.
La governance delle migrazioni tra human security e trasformazioni della cittadinanza
Obiettivo di questo contributo è cercare di inquadrare le principali caratteristiche delle politiche migratorie sovranazionali, in particolare nel contesto Europeo. La prima parte è quindi dedicata a ricostruire gli aspetti fondamentali delle teorie di governance per come sono state sviluppate all’interno delle principali teorie di sicurezza globale. Gli spostamenti e le trasformazioni intervenute in questa categoria saranno poi analizzati ponendo una specifica attenzione alle loro implicazioni per quanto attiene alla gestione internazionale degli spostamenti delle popolazioni. Lo scopo è di indagare la relazione che s’instaura tra sistemi di governance e Stato in riferimento alle trasformazioni intercorse nella codifica della nozione di sicurezza e alle riflessioni prodotte nell’ambito della cosiddetta security governance in merito ai problemi sollevati dal trasferimento o dallo spostamento di uomini e donne in conseguenza di situazioni di crisi. In questi contesti emerge un quadro di politiche che, attuate da – e per mezzo di – attori molteplici, sembrano sperimentare dispositivi di sicurezza “non statuali”, che si pongono come obiettivo di garantire il controllo, l’inclusione o l’esclusione delle popolazioni migranti.
2020
In the global order, the market regulates the process of constitution of the capital that has reached the last stage of its development, that of the "world market", in the attempt to resolve, at a higher and narrower level, the dialectical relationship with work and thus destroy its antagonistic value. However, the world market of goods also concerns the labour force, whose characteristic is the incorporation into conscious subjects, capable of following the directions of capital from the places of lowest to those of highest value, giving rise to a migratory phenomenon of workers who physically "go up" the global value chain. Therefore, the process of valorization and subsequent constitution of Capital is opposed by a self-valorization of the global working class that has not yet reached the stage of its own political constitution, in the form of a transcrescence on the level of the global order. Keywords: Globalization; Market; Labour power; Capital; Migrants;...