Il Problema del male nella Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso (original) (raw)
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Nel nome del gran Torquato : Gerusalemme liberata e e drammaturgia secentesca
2012
Questo lavoro da uno sguardo minuzioso sulla ricezione teatrale dei maggiori episodi della Gerusalemme Liberata, studiata qui di riflesso attraverso il successo delle sue riscritture per il palco in Italia ed Europa. Frutto di un'indagine paziente sulla miriade di forme drammatiche musical-teatrali del secolo XVII, ripercorre la storia in gran parte inedita dei trascorsi barocchi di Rinaldo ed Armida, di Sofronia ed Olindo e di Tancredi, Clorinda ed Erminia. Ne risulta un'affascinante panoramica dei tentativi di drammatizzare il grande poema del Tasso che costituiscono un capitolo minore ma non certo trascurabile della storia del teatro e dello spettacolo barocchi. Tale storia e infatti ricca di sviluppi imprevedibili, di volgarizzamenti popolareggianti ma anche di riscritture originali da parte di autori noti (Chiabrera, Sempronio e Rospigliosi) come anche di epigoni oscuri. Il lavoro e corredato da un catalogo ragionato che include piu di 80 opere drammatiche del XVII seco...
Carocci, 2022
Forma alle origini della letteratura occidentale, l’epica è sempre stata teorizzata in contrasto con altri generi letterari, quelli che l’avrebbero perfezionata (come la tragedia secondo Aristotele) o che ne avrebbero in parte preso il posto, dal romanzo cavalleresco al romanzo moderno, il novel. Il volume riattraversa criticamente queste diverse fasi di teorizzazione – la poetica di Aristotele e quella di Orazio, le poetiche cinquecentesche, la filosofia di Hegel e le successive teorie dei generi letterari – per mettere in luce i motivi che ancora ostacolano la possibilità di vedere le ambiguità formali e ideologiche dell’azione eroica e dei testi che nel tempo hanno provato a raccontarla. Punto di riferimento teorico e interpretativo è la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, poema di cui viene presentata una lettura innovativa che supera la tradizionale dicotomia tra unità epica e varietà romanzesca dimostrando come l’unità sia un desiderio più che un risultato: un desiderio che la componente epica consente di esprimere ma che è questa stessa componente – e non quella romanzesca che pure apparentemente vi si oppone – a impedire di soddisfare.
Provare per credere. Tasso, Dante e l'incarnazione nella "Gerusalemme liberata"
Lettere italiane, 2018
Il saggio si propone di indagare alcuni aspetti che la critica tassiana ha talora già discusso ma sempre in maniera separata: i dubbi di fede di Tasso riguardo al dogma dell’incarnazione e la tracce che essi lasciarono sul testo della Liberata, la questione dello sguardo nel poema, la funzione della similitudine, il ruolo di Dante come modello epistemologico. A partire dalle celebri ottave dedicate al tentativo dei cavalieri crociati di superare i limiti della vista di fronte alla bellezza di Armida, l’articolo affronta un percorso di lettura che risale al contesto dantesco da cui sono tratti alcuni dei motivi decisivi per la descrizione di quel momento e individua in essi l’affiorare di uno sforzo di comprensione razionale di verità di fede che contrasta con altri luoghi del poema e con il desiderio di credere confessato dallo stesso Tasso nel suo epistolario.
Influenze dantesche nella «Gerusalemme conquistata» di Tasso
La Gerusalemme conquistata non ha incontrato, nel corso dei secoli, le simpatie del pubblico, quantomeno se le confrontiamo con quelle riservate alla Liberata: troppo rigida, manchevole di quel «maraviglioso» perfettamente equilibrato che aveva sicuramente fatto le fortune tassiane quasi vent'anni prima, a volte stranamente incoerente persino nei confronti dei propri stessi precetti ed esigenze (si pensi per esempio alla vicenda di Nicea, l'Erminia della prima Gerusalemme, che scompare ancora ad inizio vicenda per le peripezie occorsele nel tentativo di vedere Tancredi, e che ricompare poi, letteralmente dal nulla, nei canti conclusivi, dove piange per la morte di Argante).
La ricerca che sta all'origine del volume Tasso tra «Liberata» e «Conquistata»: la Bibbia, i Padri, la liturgia (Bologna, I libri di Emil, 2019) è nata da un intendimento piuttosto semplice, ossia individuare tutte le allusioni a testi della tradizione religiosa (biblica, teologica e devozionale) presenti nei due poemi tassiani. In tal modo, si desiderava raccogliere, almeno in parte (analizzando cioè soltanto alcune opere di un unico autore, sia pure assai rappresentativo, della seconda metà del XVI secolo), i suggerimenti offerti nel saggio La letteratura italiana nell'età del concilio di Trento, nel quale Carlo Dionisotti, mentre sottolineava-e tale invito alla cautela pare ancora prezioso-che
In L'Italianistica oggi: ricerca e didattica, Atti del XIX Congresso dell'ADI -Associazione degli Italianisti (Roma,(9)(10)(11)(12) settembre 2015), a cura di B. Alfonzetti, T. Cancro, V. Di Iasio, E. Pietrobon, Roma, Adi editore, 2017 Isbn: 978-884675137-9 Come citare: Url = http://www.italianisti.it/Atti-di-Congresso?pg=cms&ext=p&cms\_codsec=14&cms\_codcms=896 [data consultazione: gg/mm/aaaa] L'Italianistica oggi © Adi editore 2017 1 ROSSELLA TERRACCIANO Un episodio della fortuna editoriale di Tasso nell'Ottocento: le edizioni della Gerusalemme liberata curate da Michele Colombo Michele Colombo (1747-1838) fu noto ai suoi contemporanei per le posizioni linguistiche avanzate nel Catalogo di alcune opere attinenti alle scienze, alle arti e ad altri bisogni dell'uomo, le quali quantunque non citate nel Vocabolario della Crusca meritano per conto della lingua qualche considerazione. Aggiuntevi tre lezioni su le doti di una culta favella, Milano, Mussi, 1812. Linguista, dalle posizioni molto vicine a quelle di Vincenzo Monti, le sue competenze sui classici della letteratura italiana gli permisero di approntare edizioni e saggi critici in cui fondamentale risultava l'analisi delle varianti e dell'usus scribendi degli autori per opere come le Cento novelle antiche, il Decameron di Boccaccio, l'Asino d'oro di Machiavelli, l'Aminta e La Gerusalemme Liberata di Tasso. Relativamente a quest'ultimo nel 1824 pubblicò a Firenze, presso Giuseppe Molini, ben tre lavori: La Gerusalemme Liberata poema di Torquato Tasso secondo l'edizione di Mantova per Francesco Osanna MDLXXXIIII, l'Aminta favola boschereccia di Torquato Tasso si aggiungono le poesie scelte e i discorsi sull'arte poetica del medesimo e La Gerusalemme Liberata poema di Torquato Tasso ridotta a miglior lezione; aggiuntovi il confronto delle varianti tratto dalle più celebri edizioni, con note sopra le medesime. Se nell'Aminta, Colombo si cimenta ad analizzare alcune piccole varianti, è nella seconda delle due edizioni della Gerusalemme che effettua un raffronto particolareggiato di tre delle edizioni considerate all'epoca autorevoli la parmense di Viotto del 1581, la mantovana di Osanna del 1584 e la parmense di Bodoni del 1794. Su questo testo Colombo continuerà a lavorare approntando una nuova edizione con l'aggiunta di ulteriori note nel 1825-1826, mentre nel 1829 pubblicherà il Ragionamento inedito sopra la quindicesima stanza del canto sesto della Gerusalemme Liberata del Tasso. Al 1832 infine risalgono le Osservazioni intorno all'episodio di Sofronia ed Olindo e le Considerazioni sulle censure fatte da Galileo Galilei alla Gerusalemme Liberata. I suoi studi, in cui si può osservare un'analisi minuziosa degli usi linguistici di Tasso, ottennero un discreto successo dalla prima edizione del 1824 alle ultime ristampe del 1832. L'edizione critica del 1824 dunque non è da considerarsi il culmine degli studi dell'abate in materia tassiana, ma uno studio globale dell'opera, a partire dal quale egli approfondisce l'analisi di alcuni aspetti.
Il problema del male nell' Ontologia della libertà di Luigi Pareyson
2017
Il problema del male nell'Ontologia della libertà di Luigi Pareyson 1. I limiti della filosofia e la rivalutazione del mito <<Nell'affrontare il problema del male la filosofia si è dimostrata nel corso dei secoli straordinariamente manchevole se non addirittura insufficiente>> 1 . La riflessione di Luigi Pareyson sul male e sulla sofferenza si apre con una presa di posizione fortemente critica nei confronti della storia della filosofia occidentale, la quale non sarebbe stata in grado di dare una risposta soddisfacente al problema del male. Nel corso del tempo, il pensiero filosofico ha mostrato tutta la sua manchevolezza e insufficienza rispetto a tale problema. Nonostante i diversi tentativi dei grandi pensatori dell'Occidente di trovare una soluzione alla questione, <> 2 , dello scandalo del male, questa è di fatto rimasta irrisolta, e non ha mai smesso di rappresentare, usando le parole di Ricoeur, una <> 3 tanto per la filosofia quanto per la teologia.