I media e la moda. Dal cinema ai social network (original) (raw)

Comunicare la moda. Fashion blog e Web magazine

in "Disegno digitale per la moda. Dal figurino all’avatar " di M. Ciammaichella, 2011

Fino alla fine degli anni Novanta la Moda poteva dosare le proprie apparizioni, distillandone i preziosi contenuti decidendo quando e quanto dovevano essere condivisibili: la possibilità di vedere da vicino le creazioni degli stilisti era riservata all’élite invitata alle sfilate o a chi poteva accedere ai riservati spazi degli atelier, agli addetti ai lavori che potevano guardare dietro le quinte con gli occhiali di una professionalità accreditata come pertinente e agli acquirenti, i cui privilegi di accesso e godimento sarebbero stati determinati dal gusto, dagli status symbol necessari e dalla capacità di spesa. Tutti gli altri comuni mortali dovevano attendere che le riviste specializzate pubblicassero le foto dei capi proposti nelle sfilate. Qui le mise, oltre che nelle magnifiche foto pubblicitarie, talvolta appaiono in sequenze che ripropongono ordinatamente le uscite della sfilata del fashion designer, ma, più frequentemente, i défilé sono smontati e gli abiti sono proposti per accostamenti di colori, dettagli, linee, assonanze e differenze, secondo la visione e la lettura dello spirito della stagione da parte di chi struttura le pagine, con titoli tematici di vario sapore: il nuovo stile impero, il ritorno dei pois, la rediviva longuette, verde protagonista, quest’anno è di moda il nero ecc. Contenuto in "Disegno digitale per la moda. Dal figurino all’avatar", di M. Ciammaichella, Aracne editrice, 2011, pp195-210.

FASHION FILM, UNA NUOVA ESTETICA MEDIATICA NELL'ERA DIGITALE

Il tema dell’articolo è il risultato di un interesse per i Fashion Film nato a partire da una mia passione per il mezzo cinematografico per poi evolversi in un approfondimento dedicato al linguaggio e agli intenti di questo nuovo genere audiovisivo contemporaneo. La ricerca riguarda il rapporto tra l’era digitale e i brand di moda: come questi ultimi si rivolgono ai pubblici contemporanei attraverso il linguaggio dei fashion film e come la convergenza mediale abbia modificato la produzione, la diffusione e il consumo dei contenuti relativi a un brand. Il fenomeno dei fashion film verrà studiato da queste angolazioni principali: - cosa si intende per fashion film: il background, le definizioni più accreditate, l’estetica e le caratteristiche - fashion film come nuovo trend per comunicare e valutare il brand all’interno del mondo online - fashion film come strategia di marketing: branded content/advertainment/storytelling - narrazione vs. abiti 3d e performance nel range delle possibilità dei fashion film - la tendenza correlata del Fashion Film Festival (esempi principali) - contributo di fashion film ritenuti esemplari per la comprensione del fenomeno e dei marchi che ne sono protagonisti principali Lo studio si è svolto attraverso la visione di prodotti del genere, la partecipazione a festival dedicati e supportato da approfondimenti teorici sulla funzione del marketing contemporaneo e del fenomeno crescente dello storytelling.

SOCIOLOGIA DEI NEW MEDIA

I new media stanno determinando grandi cambiamenti nella nostra quotidianità e nel modo in cui possiamo metterci in contatto gli uni con gli altri. Questa novità non si traduce in una sostituzione ma piuttosto in un affiancamento e a volte in una convergenza con i media tradizionali: per capirne davvero la natura è bene non perdere di vista la tradizione già esistente. Questo libro adotta una prospettiva che mette in relazione la novità dei new media con i rapporti di debito e credito che essi continuano a intrattenere con la cultura di massa e con i media tradizionali. L'obiettivo è di descrivere l'insieme delle trasformazioni introdotte dai new media e riguardanti sia l'agire collettivo (il modo in cui organizzazioni e istituzioni incorporano le nuove tecnologie e vi si adattano), sia l'agire individuale (attraverso il mutare delle relazioni tra persone reso possibile dai nuovi media o anche dal connubio essere umano-macchina che si fa sempre più stringente e interconnesso). Al lettore vengono presentati i temi centrali per comprendere tutto ciò: gli autori affrontano il digital divide e la dimensione politica, la costruzione dell'identità e la gestione della socialità, e propongono infine un'utile parte metodologica su come è possibile fare ricerca sociale nel mondo digitale. Il testo è accompagnato da una ricca strumentazione didattica orientata allo studente e volta a stimolarne la curiosità e l'interesse critico.

ARTE, ESTETICA E NUOVI MEDIA. Sei "lezioni" sul mondo digitale

"Lightness, Quickness, Multiplicity, Exactitude, Visibility and Consistency are the Six Memos – six qualities or values – that Italo Calvino was due to deliver in the context of the Harvard Charles Eliot Norton lectures in 1985- 86, but left unfinished at his death. Read today, the Six Memos, or “not just literary proposals”, are evidently part of the new social and cultural sensitivity that emerged at the end of the 20th century in conjunction with the evolution of the media system, accelerated by the convergence of digital information technologies and communication networks. Through a series of impressive matches, the spirit of the Six Memos takes the form of a new interpretative plot that reveals the sensory component of the art and media world, and casts light and shadows on the facts of aesthetic art and technology of our time, open to the postmodern horizon. Bringing the aesthetic discourse back to its etymology, to the diverse cultural and material facts affecting the sensory and intellectual spheres, the new media appear for what they are: processes of mediation to the world, mechanisms of formation and aesthetization of experience. The field of aesthetics and the media come together within a single project where one builds upon the other. In the interdisciplinary pattern that define the boundaries of this research, the traits of the “Digital World” emerge. This is how the new media will appear in all their Lightness, Quickness, Multiplicity, Exactitude, Visibility and Consistency. "

Celebrità Pop: media, comunicazione, social media, identità.

Ferraro G., Lorusso A. M. (a cura) (2016) Nuove forme d'interazione. Dal web al mobile, Tricase (LE), pp. 225-242., 2016

Essere una popstar implica avere acquisito uno statuto di celebrità, essere conosciuti da ampie masse di persone ed essere diventati personaggi, ovvero essere al centro di una narrazione sociale condivisa. Ma che cosa si “conosce”, che cosa ci è noto di queste popstar e perché potremmo essere interessati a avere informazioni su di loro? È plausibile pensare davvero di conoscere Bruce Springsteen o Laura Pausini, oppure si tratta solo di effetti e strategie di autenticità ben costruite? Prima dell’avvento di Internet il rapporto tra popstar e pubblico era fortemente mediato da prassi discorsive molto filtrate e unidirezionali come interviste, conferenze stampa o presentazioni istituzionali, all’interno delle quali i meccanismi del divismo avevano storicamente trovato un loro modo di essere (pensiamo ad esempio ad Elvis oppure alla Beatlemania). Da alcuni anni però le celebrità del pop possiedono anche profili personali gestiti più o meno direttamente sulla maggior parte dei social media, attraverso i quali parlano, inseriscono commenti, osservazioni, chiamate a raccolta, riflessioni intime, video con making of di canzoni o incontri studenteschi (si pensi a Jovanotti). Una vasta e variabile tipologia testuale tramite la quale la popstar costruisce una conversazione simulacrale diretta al mondo dei fan, raccontando molto spesso il retroscena della propria vita professionale. Un’ampia produzione comunicativa che in modalità diverse viene messa in atto dalle celebrities allo scopo di gestire in modo attivo e diretto la propria identità o la propria immagine. Un simile scenario conduce a questo punto a domandarsi: quali siano gli attuali meccanismi della costruzione identitaria; in che modo passino e siano condizionati dai social media; e più in generale, attraverso quale ottica sia possibile ripensare la nozione di identità, in semiotica non del tutto approfondita e definita, anche alla luce delle novità del panorama comunicativo.