Rossi Domenico Pio, vescovo, in Nuovo Liruti. Dizionario Biografico dei Friulani, 3, L'età moderna, a cura di C. Scalon, C. Griggio, G. Bergamini, Udine, Forum Editrice, 2011, 3014-3015 (pre-print). (original) (raw)

Nacque a Bologna il 9 ottobre 1829. Entrò in giovane età nell'ordine dei frati Predicatori, prima a Modena e poi a Macerata. Nel 1857 si laureò in teologia presso l'Università della sua città natale. Successivamente fu trasferito a Venezia, dove, nel 1864, gli venne affidata la cura della parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo. Fervente sostenitore del neotomismo, Rossi si formò sugli scritti di Jacque Benigne Bossuet e del gesuita Giovanni Maria Cornoldi. Nel 1881 papa Leone XIII lo nominò vescovo di Concordia. Il nuovo presule si dimostrò di altra tempra rispetto al predecessore Capellari, ritiratosi per malattia: con un forte senso della propria autorità, che a volte tendeva a prevaricare i ruoli e le funzioni, si rese subito inviso al clero e ai fedeli concordiesi. Nel 1885 monsignor Rossi convocò un sinodo diocesano, che venne contestato da parte del clero per le modalità di preparazione e di conduzione. L'anno successivo il vescovo pubblicò a Portogruaro una lettera pastorale, dal titolo Sulla dottrina ideologica dell'angelico dottore San Tommaso, con la quale criticava il rosminianesimo, mettendo in guardia il clero concordiese contro il pericolo derivato dalla diffusione di tali idee e attaccando in modo particolare don Antonio Cicuto. Alcuni canonici, tra cui Luigi Tinti ed Ernesto Degani, si recarono, quindi, presso il patriarca di Venezia, cardinale Domenico Agostini, per informarlo della difficile situazione in cui versava la Chiesa concordiese sotto il governo di Rossi. Il tentativo di ottenere il trasferimento del vescovo non ebbe esito positivo. Il presule continuò, quindi, anche negli anni successivi, la sua battaglia contro il rosminianesimo, cercando di dare eco nazionale alla sua opera. In anni di forte polemica e divisione interna alla diocesi, monsignor Rossi si occupò inoltre del restauro della cattedrale di Concordia, che minacciava il crollo, attingendo anche al proprio patrimonio personale. Morì nell'ottobre del 1892, dopo una malattia durata alcuni mesi. M. BELLI, Elogio funebre di monsignor fra Domenico Pio Rossi dei Predicatori, Portogruaro, Tip. Castion, 1893, 8, 27; P. ZOVATTO, Rosminianesimo e tomismo della diocesi di Concordia-Pordenone nella polemica tra don A. Cicuto e il vescovo D. P. Rossi OP, Roma, Libreria editrice della Pontifica Università Lateranense, 1972, 28-38; ID., L'amministrazione della diocesi di Concordia del vescovo Rossi (1881-1892), «Memorie Storiche Forogiuliesi», 54 (1974), 152-181; DEGANI, La diocesi di Concordia, 252-253; G. STIVAL, Carità non compresa. Don Antonio Cicuto arciprete di Bagnarola, Sesto al Reghena,