L'Impero romano fra mito ed esperienza storica (original) (raw)
Related papers
Il mito dell'Età dell'Oro. Immagini e potere nel mondo ellenistico-romano
De Benedictis G. 2024, Il mito dell'Età dell'Oro. Immagini e potere nel mondo ellenistico-romano, in OTIVM 14, 2024
The myth of the Golden Age was used as an effective propaganda tool by the Hellenistic dynasties and then in Rome from the late republic era. This paper intends to present some points of reference on how and when the myth was transmitted, particularly focusing on the visual culture that gave rise to a complex system of communication through images. The analysis of various iconographic sources highlights the transmission of a motif through a vast repertoire of images that help define a ‘Golden Age landscape’. By examining selected experiences from the Hellenistic world, from Alexander the Great to the Ptolemies, this study underscores the fundamental characteristics of a model that Mark Antony and Augustus would employ during the challenging years leading up to the battle of Actium and beyond. The contribution also lays the groundwork for further investigations into a complex legacy that will fuel the imagination of Neronian culture.
Il mito dell'Italia nella letteratura romena dell'Ottocento
Padova, Cleup, Collana "Romanistica patavina", 2019
Il volume prende le mosse dall’osservazione che nell’Ottocento molti sono gli scrittori e intellettuali romeni legati alla penisola italiana. Già dal 1808, quando il poeta Asachi salutava Roma madre del suo popolo e signora del mondo, si associava all’Italia un sistema di metafore familiari destinate a una certa diffusione nella stampa italiana di metà secolo, con Mazzini, che considerava la nazione romena una figlia perduta dell’impero romano. Se Roma, con la Colonna traiana, era la città più presente nel mito, la Venezia romantica pervade la poesia di Alecsandri, mentre Firenze è narrata come città d’arte da Alecsandri e come culla di carbonari da Filimon. Tre sono così le coordinate cui si lega il mito: l’Italia patria degli antenati dei romeni, l’Italia museo dell’Europa da studiare, italiani e romeni alleati nella lotta contro gli imperi per l’indipendenza nazionale.
Rinascimento tra la storia e il mito
«I “tre grandi apostoli dell’arte”, Raffaello Correggio e Tiziano: una silloge del Rinascimento, tra esempio e mito», in «Rinascimento, tra la storia e il mito. Origini, cambiamenti e riletture / The Notion of Renaissance, between History and Myth. Origins, Transformations, New Perspectives», organized by Edith Gabrielli, Massimiliano Rossi, Tristan Weddigen, Rome, Bibliotheca Hertziana and VIVE, 24-27 May 2023.
La “caduta” dell’Impero Romano nella percezione dei contemporanei
2002
Secondo la tradizione, l'impero romano d'occidente sarebbe "caduto", per usare l'espressione entrata in uso, i primi giorni di settembre dell'anno 476 d.C., a seguito della "deposizione" del suo ultimo sovrano, Romolo Augusto(lo), da parte di un capo barbaro, ma inquadrato nelle forze armate romane, di nome Odoacre. Ma cosa accadde effettivamente in quei lontani giorni e, soprattutto, quale percezione ne ebbero i contemporanei? In buona sostanza: ci fu qualcuno che si rese conto della "caduta dell'impero romano"? E "quando" se ne sarebbe reso conto? A che distanza dai fatti? E poi, che cosa rimane? Di quali fonti disponiamo? Cosa sappiamo di questa percezione e, soprattutto, quali risultati avrebbe avuto tale "caduta"?
Elevare la storia al rango di mito. Erodoto, Aristofane e la memoria delle guerre persiane
Filosofia, storia, immaginario mitologico. Nuovi approcci Philosophie, histoire, imaginaire mythologique. Nouvelles Approches a cura di Elisabetta Berardi, Maria Paola Castiglioni, Marie-Laurence Desclos, Paola Dolcetti, 2022
Le guerre persiane, prima di diventare materia per la retorica del IV secolo, furono ricco serbatoio di immagini paradigmatiche per tutto il V secolo, con cui misurarsi per analogia o per discontinuità sia all’indomani di quello scontro epocale, come mostra il caso di Erodoto, sia nel corso del conflitto combattuto cinquant’anni più tardi fra Atene e Sparta, come appare chiaro leggendo i Cavalieri di Aristofane, in cui il recupero del personaggio di Temistocle può essere dovuto alle analogie avvertite dagli Ateniesi tra la vittoria di Salamina e la recente vittoria a Sfacteria.
La storia di Helvia Recina connessa con gli imperatori romani
La Rucola, 2018
Nel "Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica" del cav. Gaetano Moroni Romano (vol. XLI 1846), alla lettera "M" vengono dedicate quasi 90 pagine a Macerata, dove sinteticamente se ne riassumono i fasti e la turbolenta storia. Le fonti letterarie Le fonti cui l'autore fa riferimento sono gli storici che lo hanno preceduto, come Peranzoni, Lancelotti, Bacci, Troili, ma soprattutto "La Reggia Picena" di Compagnoni; ci tiene a citare un anonimo maceratese, autore di un opuscolo stampato in Osimo intitolato "Osservazioni di un anonimo sulla dissertazione dell'antica Recina pubblicata in Macerata dall'abbate Domenico Troili l'anno 1790". Recina già era prima di Cesare Dal testo dell'anonimo, risulta che nel 1700 almeno uno degli storici citati tentò di far credere che l'origine di Recina risalisse ai tempi di Giulio Cesare nel I sec a.C., teoria che Moroni contesta perché anche per logica, per la sua posizione, ampiezza e fertilità del territorio, "doveva per forza esserci già una città prima di Cesare". Il vizio di modificare la storia
Storia, mito e rispecchiamento esemplare nel romanzo medievale in versi
Le Forme e la Storia, 2020
This paper aims to show how the medieval verse romances throw open the door to the idea that more or less “anyone” can be the protagonist of a story worthy of being told, which becomes a typical feature of modern and contemporary novels. The discussion of some specific episodes from Thomas’ Tristan, Chrétien’s Cligès and the provençal romances of Jaufre and Flamenca shows that medieval verse romances maintain a precarious balance between estoire and fable, narrating events which can be understood as literally true, offering at the very same time an exemplum of some “universal truth”. Hence, the general “meaning” of the romances transcends the historical truth of narrated facts, so as to project itself into a somewhat “mythical” dimension.