Flussi migratori, istanze confessionali, problematiche giuridiche (original) (raw)

Migrazioni (Teologia Morale - Dizionari San Paolo)

Teologia Morale, 2019

Sommario - I. Note preliminari: 1. Il concetto di migrante forzato o “vulnerabile”; 2. I residenti de facto; 3. Il dialogo con le scienze sociali. II. Percorso storico: 1. Percorso veterotestamentario; 2. Percorso neotestamentario; 3. Percorso storico-ecclesiale. III. Percorso sistematico: 1. L’etica della gestione delle migrazioni; 2. Quattro soggetti di diritti, e princìpi per aggiudicare e limitare le pretese incompatibili. IV. Conclusione: un discernimento continuo in dialogo con le etiche professionali e la pratica delle virtù.

Frontiere, migrazioni e giustizia

Per la filosofia, nº 96 (2016)

[IT] Obiettivo del saggio è riflettere sul significato dei confini nazionali, e sul loro ruolo in riferimento al controllo delle migrazioni, a partire da una prospettiva di giustizia distributiva. Oltre a definire la giurisdizione territoriale di ciascuno stato, i confini garantiscono la stabilità dei vantaggi di cui godono gli stati con economie fiorenti, così come i loro cittadini. In grazia di ciò, le frontiere rendono endemici gli svantaggi sofferti dai “meno fortunati”. Dal punto di vista dei soggetti implicati, il modo in cui i confini garantiscono risorse e benessere assomiglia a una lotteria globale. Dinanzi a tale situazione è obbligatorio individuare un cammino, orientato a principi di giustizia, per abbattere l’arbitrarietà delle condizioni generata semplicemente dall’attuale ruolo delle frontiere. [EN] This paper reconsiders the meaning of national borders and its role in the control of migration flows from the perspective of distributive justice. Beyond defining the territory of jurisdiction of each state, borders guarantee the reproduction of the comparative advantages enjoyed by countries with greater economic prosperity and their citizens. Thus, they convert into endemic the disadvantages suffered by the less fortunate. From the perspective of the affected subjects, the way borders function as distributors of resources and welfare can be characterized as a global lottery. That being the case, it becomes a political and moral imperative to find some way, oriented by principles of justice, to overcome the arbitrariness generated by state borders.

Scena interlocutoria e paradigma giudiziario nelle scritture italiane della migrazione

2012

Within the field of studies about the so-called Italian Migrant Literature it is possible to identify two approaches that can be ascribed to the “Law and Literature” movement. The first one consists in focusing on the provisions of the Law which are the pre-text or the sub-text of many immigration novels. The second approach considers the migrant writings as acts of talking back requesting for justice through the singularity of personal narrative which is in contrast with the normative and objectifying narratives of the official discourse. My paper is aiming to propose a different key of reading which is focusing both on the wider normative framework in which migrant writings are caught and on the interlocutory scene that I consider as a recurrent structure of auto-hetero-biographic and fictional narratives of migrants. Its dynamics become allegory of an inquisitory and judiciary paradigm permeating the “welcoming society” and deriving from the categories of “State thought” through which immigration is conceived and narrated by the law and migratory policies and to which migrant writings sometimes “talk back” by means of parodic quotations and rephrasing understood as possible practices of resistance. ................ Nel campo di studi che ha per oggetto la cosiddetta letteratura migrante si possono individuare due approcci ascrivibili al filone di ricerca “Law and Literature”: il primo consiste nel rintracciare le disposizioni di legge che costituiscono il pre-testo o il sotto-testo di numerosi racconti e romanzi della migrazione; il secondo nel guardare alle scritture migranti come atti di talking back che pongono al/alla lettore/trice una domanda di giustizia proprio attraverso la singolarità di una narrazione personale che si contrappone alla presa oggettivante del discorso ufficiale. Nell’intervento si tenterà di proporre una chiave di lettura ulteriore che si concentra, da un lato, sul più ampio quadro normativo entro cui sono prese le scritture della migrazione e, dall’altro, sul problema della “scena interlocutoria”, come struttura ricorrente esterna e interna alla diegesi delle narrazioni auto-etero-biografiche e finzionali degli/delle immigrati/e, le cui dinamiche diventano allegoria di un paradigma inquisitorio e/o giudiziario pervasivo nella “società d’accoglienza” e che deriva dalle categorie del “pensiero di Stato” attraverso cui l’immigrazione viene concepita e narrata dalla legge e dalle politiche migratorie, e a cui la letteratura talvolta “risponde” attraverso un’iterazione citazionale e parodica che permette al contempo di immaginare delle possibili pratiche di resistenza.

Confini, migrazioni e diritti umani

Il volume tratta da varie prospettive disciplinari del ritorno dei confini nazionali e dei suoi effetti sui diritti umani di migranti e rifugiati

Il governo dell’immigrazione in Italia: il caso dei «decreti flussi»

Pierluigi Consorti (a cura di), Tutela dei diritti dei migranti, Edizioni Plus, Pisa 2009, 2009

Dalle prime circolari del 1963 alla Legge Martelli, fino ai "decreti flussi" degli anni Duemila. Una storia della regolazione delle migrazioni per lavoro in Italia attraverso un'analisi del sistema delle "quote": un meccanismo inadeguato e arcaico

La gestione del fenomeno migratorio nello spazio giuridico Europeo ed Internazionale alla luce del principio di solidarietà

This work intends to focus on the true backbone of the EU policies in the field of migration: the principle of solidarity and fair sharing of responsibility enshrined in Treaty on the Functioning of the European Union (Articles 67 and 80). Introduced explicitly for the first time with the Treaty of Lisbon and provided with legal binding value, several years after its entry into force, the principle of solidarity remains still insufficiently realised. This conclusion is reached through the analysis and the assessment of the different measures recently adopted by the EU in this regard. Indeed, despite the context of uncertainty, scarce political cohesion and alarming spread of xenophobic and racist feelings, the EU has tried to give the principle of solidarity practical value by adopting various implementing measures, which can be classified in three different categorises or, so to say, in three different types of solidarity: an “economic solidarity”, based on financial means and resources supplied by the EU to finance particular programs or to help Member states; a so called “operative solidarity”, based on direct and practical support such as the one provided by operations and missions carried out by the EU agencies Frontex and EASO; a so called “humanitarian solidarity”, which has as main object the redistribution of asylum seekers among the Member states, as the recently-introduced intra-EU relocation mechanism prescribes. This normative-operative framework has proven to be largely inadequate to effectively manage the current refugee crisis, which has clearly shown how far the concrete implementation of the principle of solidarity is: Member states geographically more exposed to the migratory pressure are struggling to manage the massive inflow of migrants, bearing responsibilities and burdens of the crisis, while other governments have decided to lock down borders and to oppose to collective and supportive measures adopted at EU level. In this regard, finally, the work considers the main obstacles to the complete realisation of the principle of solidarity and concludes with a consideration on the possible solutions to be put in practice by the EU in the near future.

Diritto, immigrazione, territorio. Ricerche socio-giuridiche sul governo delle migrazioni a livello locale

Questo volume raccoglie i risultati di alcune ricerche condotte negli ultimi anni sui fenomeni migratori e sulla loro percezione a livello locale, sia da parte della popolazione residente e degli stessi migranti, sia da parte delle istituzioni, in particolar modo dalla magistratura. Lo scopo è quello di offrire un contributo alla riflessione sul ruolo del diritto nel governo delle migrazioni internazionali, anche alla luce di alcune derive legate alla centralità che la questione “sicurezza”, nella sua rinnovata declinazione, ha assunto nell’agenda politica a diversi livelli: non solo nazionale e sovranazionale, ma anche locale. Uno dei principali fili rossi che attraversa le ricerche presentate è la considerazione degli effetti che queste derive producono sulla definizione della condizione giuridica e sociale del migrante.