Discussant al panel 6 "Dimensioni della guerra nella cronache di crociata" nell'ambito del Workshop "La Guerra nel Medioevo. Organizzarla, raccontarla, viverla", L'apprendistato dello storico (V edizione), La Sapienza, Roma, 11 gennaio 2023 (original) (raw)

Attraverso la Storia, IV edizione - Bologna, 24-26 novembre 2016. Panel: "Imperi alla prova dell'informazione: risorse immateriali e controllo degli spazi distanti ". Intervento: "L'uomo sbagliato nel posto sbagliato: l'evoluzione degli agenti diplomatici britannici in Barberia nel secondo Seicento"

"This is to inform you" - scriveva il 30 novembre 1669 un funzionario della corte imperiale marocchina, in una lettera che, ripulita dalle formule rituali, tradiva tutta l'impazienza del sultano - "that Our Lord has ordered us to write this letter to you to assure you of your safety and to inform you of his full safe-conduct which reaches you enclosed with this. So let your mind be at rest concerning it". Il destinatario della missiva era Lord Henry Howard, l'ambasciatore che Carlo II Stuart aveva inviato ormai da mesi in Nord Africa per trattare nuovi accordi con il turbolento Taffiletta. Egli tuttavia - terrorizzato dai presunti pericoli dell'entroterra e completamente impreparato ad assolvere il delicato compito - non lasciò mai la sicurezza delle mura di Tangeri; toccò ad esperti mercanti britannici il difficile compito di colmare le distanze - fisiche e culturali - tra Londra e Marrakech. Il risultato non fu un successo, ma permise all'amministrazione coloniale tangerina - e ai signori di Whitehall - di osservare i limiti dei loro canali diplomatici istituzionali, imparando un'importante lezione sull'impiego di intermediari qualificati in Barberia. Partendo dal caso di Howard, obbiettivo di questo contributo è riflettere sulla necessità, da parte della corona britannica, di cooptare con sempre maggior frequenza attori privati - spesso uomini di negozio - all'interno del proprio corpo diplomatico nel periodo successivo alla Restaurazione Stuart. Una necessità che trovò risposta non solo a Tangeri, ma che interessò l'intero Mediterraneo meridionale, portando ad un radicale rinnovamento dell'istituto consolare in Barberia che avrebbe concorso, nell'arco di un ventennio, a rafforzare notevolmente la presenza inglese - tanto militare quanto mercantile - nel "grande mare".