Busana M.S., Rossi C., Francisci D. (a cura di), Lanifica. Il ruolo della donna nella produzione tessile attraverso le evidenze funerarie, Antenor Quaderni 51, Padova 2021 [ANTEPRIMA] (original) (raw)

«Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento», catalogo della mostra (Vicenza, Gallerie d'Italia, 14 dicembre 2023-6 aprile 2024) a cura di Howard Burns, Vincenzo Farinella, Mauro Mussolin, Skira, Milano 2023

https://gallerieditalia.com/it/vicenza/mostre-e-iniziative/mostre/2023/12/14/le-trecce-di-faustina-acconciature-donne-e-potere-nel-rinascimento/ Il tema della mostra affronta per la prima volta con taglio monografico un aspetto fondamentale dell’arte, della cultura, della società e degli studi antiquari del Rinascimento: le acconciature femminili. Attraverso una selezione di opere ad ampio raggio, dai busti imperiali a quelli rinascimentali, dai quadri alle sculture, dalle antiche monete alle medaglie moderne, dai disegni ai volumi a stampa (con una finale appendice neoclassica), nel percorso espositivo si cerca di ricostruire il mondo affascinante e complesso delle capigliature del Quattro e Cinquecento, le possibilità artistiche che hanno offerto e la loro importanza nella società e nella moda italiana. Il titolo richiama una delle acconciature più spettacolari e famose, quella dell’imperatrice Faustina Maggiore, moglie di Antonino Pio, divenuta simbolo di concordia e amore coniugale. Il suo busto, presente nelle più celebri raccolte antiquarie rinascimentali, sia di artisti come Lorenzo Ghiberti e Andrea Mantegna, che di committenti come Lorenzo il Magnifico e Isabella d’Este, divenne un celebrato modello artistico e numerose copie e rielaborazioni diedero grande visibilità all’eccentrica capigliatura che finì per essere adottata da moltissime donne, specialmente in Veneto. Il percorso si snoda attraverso sei sezioni e raccoglie una selezione di ritratti di protagoniste del Rinascimento, tra cui Lucrezia Borgia, Isabella d’Este ed Eleonora da Toledo, approfondendo l’espressività delle acconciature nella ritrattistica ufficiale ed evidenziando come le stesse donne le abbiano utilizzate per proporre valori culturali e modelli di comportamento. Allo stesso tempo, la mostra vuole sensibilizzare alla cultura materiale dell’epoca – un argomento meglio approfondito nel catalogo – al fine di precisare il contributo degli artisti. Le acconciature che vediamo nei quadri sono fantasie puramente immaginarie o rappresentazioni precise della moda dell’epoca? In che modo la creatività si è manifestata nell’acconciatura quotidiana attraverso l’uso di parrucche, elementi posticci e costruzioni invisibili? Si può parlare di realtà e finzione per le acconciature del Rinascimento, oppure si tratta di due aspetti legati tra loro in maniera indissolubile? Al termine del percorso, i visitatori avranno non solo riflettuto su questi aspetti, ma anche riscoperto i sorprendenti ruoli delle acconciature nel Rinascimento. Lontane dall’essere solo preoccupazioni cosmetiche femminili o semplici curiosità da artista, le acconciature devono essere considerate i legami di una cultura “totale”, quella rinascimentale, dove le credenze morali, sociali, religiose e fisiologiche si intrecciarono, rafforzandosi a vicenda.

La complessa tessitura di Penelope. Donne vita e lavoro: teoria e pratica sul territorio. Indagine sulle donne dell'entroterra pesarese, Liguori editore, Napoli, 2012.

Questo volume solleva il sipario su una realtà tipica della Terza Italia, la provincia di Pesaro e Urbino, mettendo in luce potenzialità e limiti di un territorio. All’analisi del contesto, si affiancano le voci delle donne che lo abitano, che narrano la loro esperienza di lavoratrici, di mogli e di madri: donne con e senza figli, con orientamenti tra loro differenti verso il lavoro, la vita in famiglia, la maternità, accomunate dall’esperienza di un dissidio tra aspirazioni e realtà che pare incarnare la contraddizione di fondo di quest’area territoriale.

Catalogo della mostra "Omaggio alla Donna, Soggetti femminili nella pittura veneta tra Ottocento e Novecento, da Lancerotto a Milesi" a cura di Marco Dolfin e Luca Sperandio.

Omaggio alla Donna Soggetti femminili nella pittura veneta tra Ottocento e Novecento, da Lancerotto a Milesi, 2019

All’interno del circuito del “Marzo Donna” promosso dal Comune di Venezia, presso il Palazzo della Provvederia di Mestre l’associazione ArteCultura Veneta presenta la mostra “Omaggio alla Donna: Soggetti femminili nella pittura veneta tra Otto e Novecento” a cura di Marco Dolfin e Luca Sperandio. il filo conduttore dell’esposizione è la molteplicità di rappresentazione del genere femminile nella pittura veneta a cavallo tra la seconda metà del Ottocento e i primi decenni del Novecento. Si potranno dunque ammirare svariate raffigurazioni delle tipiche popolane veneziane, spesso colte nel momento dei loro lavori all’aperto per le rive o i campielli; immagini che divennero così rappresentative della città lagunare che vennero diffusamente stampate nelle cartoline d’inizio Novecento. Nell’entroterra veneto, l’immagine della popolana veneziana lascia spazio a soggetti femminili agresti, giovani contadinelle, altrettanto affascinanti, sospese in un suggestivo clima pastorale-bucolico come vediamo in alcune delle opere esposte di Noè Bordignon (1841 – 1920). La mostra prosegue poi con una serie di dipinti dedicati ad un modello femminile non più popolaresco, ma al contrario borghese; donne che sfoggiando eleganti abiti e preziosi gioielli diventano raffinate interpreti della moda del loro tempo. Tra queste troviamo la bellissima donna con ventaglio di Egisto Lancerotto (1847 – 1916), dipinto inedito dell’autore, e il capolavoro di Pietro Pajetta (1845 – 1911) Il ventaglio bianco. Una ventina le opere esposte, molte delle quali inedite e dunque esposte al pubblico per la prima volta concesse in prestito da collezioni private e Gallerie d’arte. Tra gli artisti rappresentati Noè Bordignon, Eugenio de Blaas, Luigi Nono, Egisto Lancerotto, Luigi Serena, Alessandro Milesi, Alessandro Zezzos, Pietro Pajetta, Cesare Laurenti, Umberto Zini, Vittorio e Romolo Tessari, Napoleone Girotto ed altri.