S. TUZZATO, S. BONATO, Il saggio di scavo, in A. RUTA, S. TUZZATO, P. ZANOVELLO (a cura di), Indagine archeologica nell’anfiteatro di Padova. Saggio 2007, Quaderni di Archeologia del Veneto, XXV, 2009, pp. 20-25 (pp.22-24) (original) (raw)

A. RUTA, S. TUZZATO, P. ZANOVELLO, Premessa, in A. RUTA, S. TUZZATO, P. ZANOVELLO (a cura di), Indagine archeologica nell’anfiteatro di Padova. Saggio 2007, Quaderni di Archeologia del Veneto, XXV, 2009, pp. 20-25

PREMESSA L'anfiteatro è il monumento più "emergente" ed evidente dell'antica Patavium. Non era mai stato oggetto di indagini stratigrafiche, tuttavia, fino alla fine del 2007, quando il Comune di Padova ha sostenuto l'onere di un ampio saggio di scavo 1 . In prospettiva del suo recupero e della sua valorizzazione era indispensabile un'accurata indagine, che comportasse anche una verifica diretta dei dati dagli scavi condotti dall'arch. ing. Eugenio Maistri nel 1881, allora finalizzati alla sistemazione degli scoli delle acque piovane per la salvaguardia della Cappella degli Scrovegni. La pubblicazione degli scavi e delle ricerche condotte nell'inverno 1906-1907, "quando si stava costruendo la nuova via denominata Corso del Popolo" 2 aveva costituito fino ad ora, assieme alle murature ancor oggi visibili, tutto ciò che gli studiosi avevano avuto a disposizione per elaborare ipotesi ricostruttive e di datazione.

A. RUTA, S. TUZZATO, P. ZANOVELLO, (a cura di), Indagine archeologica nell’anfiteatro di Padova. Saggio 2007, Quaderni di Archeologia del Veneto, XXV, 2009, pp. 20-25

PREMESSA L'anfiteatro è il monumento più "emergente" ed evidente dell'antica Patavium. Non era mai stato oggetto di indagini stratigrafiche, tuttavia, fino alla fine del 2007, quando il Comune di Padova ha sostenuto l'onere di un ampio saggio di scavo 1 . In prospettiva del suo recupero e della sua valorizzazione era indispensabile un'accurata indagine, che comportasse anche una verifica diretta dei dati dagli scavi condotti dall'arch. ing. Eugenio Maistri nel 1881, allora finalizzati alla sistemazione degli scoli delle acque piovane per la salvaguardia della Cappella degli Scrovegni. La pubblicazione degli scavi e delle ricerche condotte nell'inverno 1906-1907, "quando si stava costruendo la nuova via denominata Corso del Popolo" 2 aveva costituito fino ad ora, assieme alle murature ancor oggi visibili, tutto ciò che gli studiosi avevano avuto a disposizione per elaborare ipotesi ricostruttive e di datazione.

A. Ranaldi, D. Consonni, A.M. Fedeli, F. Roncoroni, Milano. Contributi allo studio di Milano in età protostorica e romana nell’area dell’anfiteatro. Prime notizie degli scavi in corso (2019-2020), in “Notizie degli scavi di antichità”, n.s. I, 1, 2021, pp. 3-46.Estratto Anfiteatro Notizie e Scavi

in “Notizie degli scavi di antichità”, n.s. I, 1, 2021, pp. 3-46. ISSN: 0391-8157 , 2021

Works for the carrying out of the PAN project have offered the occasion to perfect the knowledge of the Milan Amphitheatre itself and fix precisely its measurements and planimetric articulation (main axis of 150 × 120 m). Wide portions of the radial septa’s foundations and their connecting walls have come to light in the eastern and southern areas of the monument, in addition to a portion of an underground duct right at the centre of the arena and segments of the first anular wall and remains of structures and floorings situated between the radial walls. Furthermore, the discovery of foundations has provided useful indications to understand the technique employed for the masonry and the organisation of the building site. During archaeological excavations a pit full of pottery was found. Most of the pottery sherds belong almost completely torebuildable vases (100-150 shapes). The preliminary study shows the first analysis of the shapes, typical of the local Celtic culture (known as the Golasecca culture) and also of new productions introduced after the Gaulish invasion of the year 338 B.C. The vessels presented can be dated to 4th and 3rd century B.C. The pit could be the result of the intentional concealment of pottery used in ritual banquets following the re-functionalization of a sacred area.

A.R. STAFFA (2016) - Dal tempio di Venere a San Giovanni in Venere. 25 anni di ricerche archeologiche, in PEZZI A.G., ROSSI M.C. (Edd.), San Giovanni in Venere. Storia archeologia e arte di un’abbazia benedettina, Pescara 2016, pp. 89-104.

Ampia panoramica su 25 anni di scavi e ricerche archeologiche sul sito della storica abbazia di S. Giovanni in Venere, che hanno rivelato: la presenza sul sito di una necropoli riferibile all'insediamento frentano; la presenza dei resti di un successivo tempio italico-romano dedicato ad una divinità salutare poi riconosciuta come Venere, testimoniata da una preziosa epigrafe osca su tegola, studiata da A. La Regina; l'esistenza di successive fasi d'occupazione di epoca romana e tardoantica, con connesse necropoli (studiate da R. Odoardi); l'insediamento del primitivo impianto della chiesa di San Giovanni, con fasi dalla tarda antichità all'altomedioevo, e connesse necropoli; l'insediamento del monastero ad essa correlato proprio sopra il grnde terrazzamento connesso al preesistente tempio. Acclusi anche i due contributi di A. La Regina sulla preziosa tegola, e R. Odoardi sulle necropoli fra tarda antichità ed altomedioevo

Lo scavo archeologico, in F. Bisconti, M. Braconi (edd.), Le catacombe di San Callisto: storia, contesti, scavi, restauri, scoperte. A proposito del cubicolo di Orfeo e del Museo della Torretta, Todi 2015, pp. 97-124

Tra i mesi di agosto e novembre 2012 si è svolta, in maniera non continuativa, una breve indagine archeologica nella catacomba di S. Callisto che ha interessato il cubicolo L 2 "di Orfeo" situato nell'Area I del cimitero, immediatamente a SE della cripta dei Papi (L 1 ), lungo la galleria L.