Umberto Zona & Martina De Castro - CORPI AL TEMPO DEL POSTUMANO. L'EDUCAZIONE DELLE MACCHINE NUOVA FRONTIERA DELLA PEDAGOGIA? In "MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni", n. 2, 2022 - ISSN: 22409580 (original) (raw)
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IL PATHOS CHE EDUCA: CONTRIBUTO A UNA PEDAGOGIA DELLA FINITUDINE
In tutte le civiltà umane, il dolore, pur con le implicazioni negative che esso sembra comportare dal punto di vista concettuale, soprattutto per il suo legame con la morte, è sempre stato visto-più o meno implicitamente-come un'esperienza educativa in grado di potenziare lo sviluppo umano in una situazione di limite o di eventuale "fine" dell'esistenza (Mantegazza, 2002). Il riconoscimento che il dolore e la sofferenza implicita in esso "modificano" l'essere umano sia nella sua dimensione fisica che mentale e preludono a una sua trasformazione che avviene sotto il segno dell'ermeneutica che permette la comprensione dei significati della vita della persona e della sua relazione con il mondo circostante e con gli altri, è stata ed è il punto di partenze di molte pedagogie antiche e moderne (Garelli, 2001). Il potere di modifica/trasformazione e il potenziale educativo del dolore-concetto centrale, ad esempio, nelle teorie del filosofo e psichiatra Viktor Frankl (1905-1997)-è stato intuito dalla civiltà greca. I Greci hanno compreso l'universalità dell'esperienza del dolore umano e hanno assegnato a essa un posto rilevante nella loro paideia quale sistema etico, religioso ed educativo finalizzato alla formazione delle nuove generazioni. Il pathos è un nucleo di emozioni e sentimenti nel quale trova-no posto le esperienze che l'essere umano come soggetto individuale, essere comunitario e membro di una specie, sperimenta nell'arco della sua esistenza: il dolore, il male, la morte, la soffe.
La presente relazione illustra una proposta di progetto educativo pensato per il Museo Virtuale della Dieta Mediterranea, indirizzato ai corsi di Istruzione Degli Adulti (IDA) degli istituti professionali e incentrato sull’enogastronomia campana. Le aree tematiche di riferimento, tra quelle costitutive del Master in “Responsabile della mediazione culturale e dei servizi educativi nei contesti museali”, sono le tecnologie per la fruizione dei beni culturali, la progettazione educativa nei contesti museali, la letteratura del viaggio e del turismo, l’antropologia del patrimonio culturale, la formazione degli adulti.
Volume pubblicato dal Dipartimento di Storia, Culture, Religioni e con il contributo della Sapienza-Università di Roma I saggi contenuti nel volume sono stati sottoposti a procedura di peer review. www.morcelliana.com I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm), sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org.
DOCUMENTO SIPED -SOCIETÀ ITALIANA DI PEDAGOGIA
Premessa E' senz'altro necessario ripensare la scuola in questo momento storico. Occorre però ripensarla alla luce delle caratteristiche specifiche della società attuale. Questo perché la scuola riceve comunque il suo mandato dalla società, che chiede alla scuola, come a una delle istituzioni di cui la società è dotata, di farsi carico di una parte di responsabilità. La scuola porta questa responsabilità insieme all'altra grande istituzione: la famiglia, che in questo momento risulta sempre più multiforme. Si parla infatti, ormai, di famiglie "al plurale": famiglie ricomposte, famiglie monogenitoriali, famiglie allargate, monosessuali ecc. I servizi del territorio e del terzo settore si sono aggiunti, in questi decenni, nell'impresa enorme della presa in carico dei bambini e dei giovani. Questo ha introdotto cambiamenti nella vita quotidiana della scuola, arricchito i curricoli e complessificato l'organizzazione della scuola (si pensi ai corsi di teatro, di educazione alla salute, alla sessualità ecc.). La responsabilità è quella di prendere in carico i bambini e i ragazzi per aiutarli a inserirsi nella società in cui vivono. Un punto critico riguarda il fatto che la scuola deve preparare, oggi, i ragazzi per una società in cui vivranno in futuro, senza sapere esattamente come evolverà la società. Ciò pone un primo grande dilemma, con ricadute importantissime sulla stessa organizzazione concreta dei curricoli, delle materie da insegnare, di quali competenze sviluppare, delle metodologie innovative da introdurre. Occorre inoltre chiedersi cosa voglia dire, attualmente, aiutare i bambini e i ragazzi a inserirsi nella società.
Le autrici presentano il volume collegandolo strettamente al progetto di ricerca che ne è all’origine: “Childhood: Rappresentazione e gestione sacrale dell’infanzia nelle culture del Mediterraneo e Vicino oriente antico”. La liminalità dell’infanzia, lo statuto particolare e non sempre coerente degli infanti/fanciulli presso le culture che si affacciano sul Mediterraneo o che con esso si troveranno in relazione, la loro spesso incerta caratterizzazione religiosa consentono di illuminare tratti specifici della mentalità antica non privi di influssi di lunga durata. In particolare, un’indagine condotta all’interno del mondo antico sulle tematiche dell’inizio vita (naturale/culturale), delle morti premature, del “trattamento” del fanciullo finalizzato al controllo culturale del suo sviluppo, alla sua formazione sul piano sacrale, all’inserimento nel gruppo sociale, al valore metaforico che spesso assumono i riferimenti alla prima aetas fornisce elementi di grande interesse anche per la comprensione della nostra contemporaneità. The editors introduce this book connecting it strictly to the project “Childhood: Rappresentazione e gestione sacrale dell’infanzia nelle culture del Mediterraneo e Vicino oriente antico”. The children’s liminal condition, their peculiar status, sometimes incoherent, and their frequently uncertain religious characterization, are specific elements in the ancient Mediterranean world, among several cultures. The analysis of these elements can enlighten on specific matters of the ancient mentality and can clarify how far these elements occurred in the time. And even better, we can receive very interesting elements for understanding our contemporary condition, also in relation to the metaphorical value that have the concept of prima aetas, through a deep analysis of themes like: the beginning of life (natural/cultural), the early/premature death, the “treatment” of young boys in relation of their growth on a cultural as well as sacral level, and in introducing them in the social context.
Pedagogia e politica: un legame ancestrale Ripercorrere le radici storiche del rapporto tra pedagogia e politica è un'operazione complessa. Il significato classico e moderno di politica rinvia all'aggettivo di "polìs": "tutto ciò che si riferisce alla città e quindi cittadino civile, pubblico, socievole e sociale". Quando parliamo di politica ci riferiamo a un complesso di azioni che dovrebbero favorire la libertà a tutti i membri di una comunità sociale. Se da una parte l'utopia è una categoria presente nella teoria pedagogica, dall'altra l'utopia che fonda la nostra idea di educativo politico è un'utopia possibile. Il destino della polis non è più precostituito ma si costruisce a partire dall'insegnamento dell'individuo: chiunque può, se educato, emergere nel dibattito sociale e politico. Qui, si struttura sia la filosofia socratica che quella platonica. Dal Gorgia alla Repubblica. Pedagogia e Politica in Platone La visione pedagogica Platone ed il suo legame con la politica emerge nei suoi due scritti: il Gorgia e la Repubblica: proprio a partire dal mito di Gorgia si comincia a delineare il pensiero di uno Stato ideale che sarà poi teorizzato nella Repubblica. Il pensiero pedagogico-politico di Platone va rapportato alla crisi politico-culturale della Grecia a cavallo tra il 347 a.C., e il 428 a.C.: siamo al tramonto dell'età dell'oro della Grecia di Pericle, alla sconfitta di Atene nella guerra del Peloponneso, eventi che culminano con la condanna a morte di Socrate che diviene il simbolo e al tempo stesso l'ideale di superamento di una crisi che, non è solo crisi politica ma è crisi dell'uomo nella sua totalità. Da queste premesse emerge l'esigenza platonica di una riforma globale dell'esistenza umana che troverà la sua essenza in una politica, che ritrova nella filosofia il suo principio fondante. Il progetto platonico si fonda sull'esigenza di preparare una classe di intellettuali in grado di mettere in pratica un modello di sintesi di politica, saggezza e sapere. L'ideale pedagogico, quindi, si realizza attraverso lo Stato e l'educazione di Stato. Nel Gorgia emerge un'analisi importante: la politica è qui interpretata come "arte dell'anima" e "l'educatore come uomo politico". A partire dal Gorgia si apre la critica alla politica greca che si era limitata a porsi come servitù dello Stato. Per Platone, inoltre, la politica non può strutturarsi attraverso la retorica e la dialettica come avveniva per i sofisti, ma deve essere teorizzata attraverso un modello ideale. A partire da questa conclusione nel Gorgia si fonda l'utopia pedagogica della Repubblica. Nella Repubblica il rapporto tra educazione e politica si traduce in un ideale pedagogico di una comunità perfetta in cui l'individuo deve trovare la sua perfetta formazione. MITO DELLA CAVERNA = "Pensa a uomini chiusi in una caverna sotterranea, con l'ingresso aperto alla luce per tutta la lunghezza dell'antro; essi vi stanno fin da bambini incatenati alle gambe e al collo, così da restare immobili e guardare solo in avanti. Dietro di loro brilla la luce di un fuoco, e tra il fuoco e i prigionieri corre una strada in salita, lungo la quale immagina che sia stato costruito un muricciolo. Si tratta, dell'allegoria volta a mostrare la finalità politica della filosofia, è solo il filosofo che può ritornare alla caverna per mettere a disposizione della comunità quanto ha visto fuori dalla caverna. La Politica di Aristotele. Un'analisi pedagogica La politica di ARISTOTELE costituisce una delle opere che ha contribuito maggiormente alla diffusione del termine Politica. Aristotele evidenzia l'educazione come necessaria azione politica, poiché essa può determinare la qualità del governo e della comunità. Aristotele, definisce inoltre lapolitica come una scienza complessiva dell'attività morale degli uomini come singoli e come cittadini. Per Aristoteleogni Stato è una comunità e ogni comunità si costituisce in vista di un bene. Il bene più importante è lo "stato" e cioè la comunità statale. Quattro sono le dottrine implicite in questi assunti iniziali: 1. Il "principio teleologico", secondo cui gli esseri umani hanno fini o funzioni naturali; 2. Il "principio di perfezione", il bene più grande per gli esseri umani consiste nel raggiungimento dei loro fini naturali ideale normativo sostenuto in particolar modo nella "Politica"; 3. Il "principio di comunità", la comunità deve avere autorità sui membri; la polis fornisce ai cittadini una vita virtuosa; 4. Il "principio di autorità", l'ordine politico della polis deve essere mantenuto da un governante con autorità; La pedagogia utopistica di Tommaso Moro Nella riflessione pedagogico-poltica del 500, la letteratura politica si caratterizza per la diffusione delle opere "utopistiche" che idealizzano una forma perfetta di Stato contrapposto al malgoverno esistente. In questa temperie THOMAS MORE, 1
Il disciplinamento interiore fra cura e educazione del corpo. Il caso di tre manuali per le scuole infantili nei primi decenni dell'Ottocento Evelina Scaglia L'articolo intende proporre, nell'ambito del corporeal turn nella ricerca storico-educativa internazionale, un'analisi del progressivo sviluppo di processi di disciplinamento interiore nella «seconda infanzia», promossi attraverso attività di cura igienica e educazione del corpo descritte in tre manuali per le scuole infantili, pubblicati, rispettivamente, fra il 1823 e il 1833 da Samuel Wilderspin in Gran Bretagna, Ferrante Aporti nel Regno Lombardo Veneto (Nord Italia) e Jean-Denys Cochin in Francia. Emerge la presenza di un modello pedagogico comune, influenzato dal pensiero di Robert Owen, e caratterizzato da un ideale di educazione unitaria (fisica, intellettuale e morale), finalizzata all'autoregolazione comportamentale ed emotiva dei più piccoli, quale primo passo di un più ampio processo di civilizzazione delle classi popolari nella società moderna. The paper has the purpose of suggesting, in the framework of the corporeal turn in the international historical-education research, an analysis of the progressive development of an interior self-regulation in the «seconde enfance» promoted through some activities of hygienic care and corporeal education described in three handbooks for the infant schools published, respectively, from 1823 to 1833, by Samuel Wilderspin in Great Britain, Ferrante Aporti in the Kingdom of Lombardy-Venetia (Northern Italy) and Jean-Denys Cochin in France. There is the presence of a common educational model, influenced by Robert Owen's thought, and characterized by an idea of full education (physical, intellectual, and moral), aimed at the behavioral and emotional self-regulation of the children, as a first step of the wider process of lower-class people's civilization in modern society.
Originari, secondo l'Origo gentis Langobardorum e Paolo Diacono, del sud della Scandinavia, i Longobardi furono protagonisti di una lunga migrazione che nel 568 d.C. li condusse in Italia, dove crearono un regno destinato a durare poco più di due secoli. Un'epopea, la loro, che li portò anche in Toscana, terra di confine assorbita nell'orbita longobarda con l'occupazione della Tuscia, avvenuta fra il 572 e il 593. La conquista ridefinì un equilibro ormai fragile, indebolito dalla guerra grecogotica, cui avevano fatto seguito epidemie di peste e carestie: il nuovo assetto generò ripresa e vivacità economica grazie al processo di integrazione. Il volume racconta la storia di un popolo dinamico e improntato al cambiamento, che pur segnando la prima frammentazione politica della Penisola, dopo secoli di unità garantiti da Roma, ne definì linee di civiltà e cultura che daranno l'impronta alla nascita dell'Italia medievale.