Il volto acustico della voce. Pubblico serialita e genere in Herta Herzog (original) (raw)
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I fumettisti hanno elaborato numerosi escamotage per ovviare alla totale assenza di sonoro all’interno del loro medium, esattamente come hanno fatto per il movimento. In questo saggio vengono analizzati alcuni dei metodi che hanno permesso al fumetto di rappresentare rumori, musica e voci emancipandosi dalla narrativa esclusivamente scritta e dall’arte figurativa per poi considerare la possibilità di incorporarne alcuni nello sviluppo di nuovi metodi di trascrizione musicale.
L’Edipo Re di Chiara Guidi: indagine nelle profondità della voce
Visioni del tragico. La tragedia greca sulla scena del XXI secolo, 27 maggio 2023, 2023
Si tratta di un riallestimento dello spettacolo inaugurato a Roma al Palazzo delle Esposizioni nel 2019 in occasione della mostra Il corpo della vocehttps://www.palazzoesposizioni.it/mostra/il-corpo-della-voce-carmelo-bene-cathy-berberiandemetrio-stratos, che non ha poi girato a causa della pandemia e che ora ha vissuto un nuovo debutto [1]. In quest'occasione milanese lo spettacolo forma la seconda parte di un dittico all'insegna di 'infanzia e voce' composto anche da Edipo. Una fiaba di magia, spettacolo per bambini (e per adulti), in cui la regista reinterpreta il mito di Edipo come magica fiaba legata ai culti ancestrali della fertilità.
La Fonosemantica secondo Gottfried Hensel (2020)
2020
Seguendo la teoria esposta da Platone nel Cratilo, Gottfried Hensel ritiene che ogni lettera abbia un significato naturale ed intrinseco (Valor naturalis atque internus) per mezzo del quale è possibile rappresentare, quasi per immagine, gli oggetti materiali, ma anche per metafora i concetti astratti. I significati naturali attribuiti da Hensel alle singole lettere dell'alfabeto ebraico, sono ripresi da Caspar Neumann ma finalmente spiegati, sistematicamente, sulla base di esplicite motivazioni fonosimboliche.
Quando la 'voce' del romanzo è (una) donna: l'ultima Esther Tusquets
Atti Del Xviii Convegno Associazione Ispanisti Italiani Siena 5 7 Marzo 1998 Vol 1 1999 Isbn 88 8319 367 9 Pags 359 370, 1999
Quando la 'voce' del romanzo è (una) donna: l'ultima Esther Tusquets Nel breve arco di tempo che va da 1978-anno di pubblicazione del suo romanzo d'esordio El mismo mar de todos los veranos '-fino ad oggi, Esther Tusquets ha proposto al lettore contemporaneo un esiguo numero di romanzi, dei quali i primi tre pensati come un discorso unitario-El mismo mar de todos los veranos appunto, El amor es un juego solitario 2 del 1979, Varada tras el último naufragio 0 del 1980-, seguiti dopo una pausa di circa cinque anni da Para no volver A del 1985; infine l'ultimo nel 1997-Con la miel en los labios''-. Un luogo a parte ed ai margini di questa sequenza lo occupano due raccolte di racconti-Siete miradas en un mismo paisaje del 1981 e La niña lunática y otros cuentos del 1996-. Ogni opera di questa bibliografia costituisce una tappa nella maturazione artistica dell'autrice; in questo breve lavoro intendiamo soffermarci appunto su quanto pubblicato recentemente dalla Tusquets, sia perché gli anni 1996-'97 segnano il suo ritorno sulla scena editoriale 6 dopo un
Il furbesco della fiction. La lingua di Gomorra – La serie
2019
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Euforia di un genere: il saggismo novecentesco
griseldaonline, 2020
The essay had its golden age during the Twentieth century. These pages retrace some of the most creative domi-nants from a literary point of view. The first part highlights the general characteristics of the essay, whose relevance seems to be embodied in the work of Raffaele La Capria, in his liquid and floating style. In the following three sections we proceed to the study of as many peculiarities of twentieth-century essayism: the eclecticism, the dowsing gaze (typical of authors such as Cecchi, Praz, Debenedetti); curiosity for detail or anecdote, from which to derive a general vision (Longhi and Garboli); the wandering, the ability to cross the ages by reconstructing patterns of thought, or plausible stories (so in the case of Camporesi and Ginzburg). The last paragraph is dedicated to the experience of two essayists, Nigro and Ficara, who exploited euphoria, graft, anecdote in their personal search for a style oriented towards an inescapable 'need for truth' which is the ultimate imperative of critical essayism: a truth that forces the essayist to hesitate and resist in the face of certain forms of communication. Genere proteiforme e ibrido per eccellenza, il saggio ha avuto nel corso del XX secolo la sua epoca d'oro. In queste pagine se ne ripercorrono alcune delle dominanti più creative dal punto di vista letterario. Nella prima parte sono messe in luce le caratteristiche generali del saggio, la cui attualità sembra incarnarsi nel lavoro di Raffaele La Capria, nel suo stile acquatico e lacunoso. Seguono tre sezioni nelle quali si procede allo studio di altrettante peculiarità del saggismo novecentesco: l'ecletticità, lo sguardo rabdomantico (tipico di autori come Cecchi, Praz, Debenedetti); la curiosità per il dettaglio o l'aneddoto, da cui ricavare una visione generale (Longhi e Garboli ne furono maestri); l'intarsio, l'erranza, la capacità di attraversare le epoche ricostruendo stili di pensiero, patterns of thought, o storie plausibili (così nel caso di Camporesi e Ginzburg). Chiude un ultimo paragrafo dedicato all'esperienza di due saggi-sti, Nigro e Ficara, che hanno sfruttato euforia, innesto, aneddoto nella loro personale ricerca di uno stile orientato a un ineliminabile 'bisogno di verità' che è l'ultimo imperativo del saggismo critico: una verità che costringe il sag-gista all'esitazione e alla resistenza di fronte alle forme certe della comunicazione. Parole chiave: ibridismo; saggismo; Novecento. Chiara Fenoglio: Università degli Studi di Torino chiara.fenoglio@unito.it È ricercatrice in Letteratura Italiana all'Università degli Studi di Torino. Ha scritto Un infinito che non com-prendiamo. Leopardi e l'apologetica cristiana dei secoli XVIII e XIX (Edizioni dell'Orso, 2008, Premio Tarquina Cardarelli); La divina interferenza. La critica dei poeti nel Novecento (Gaffi, 2015, Premio Sertoli Salis) e Leopardi moralista (Marsilio, 2020). Ha inoltre curato l'edizione di Manzoni. Lezioni e saggi di Natalino Sapegno (Ara-gno, 2009) e degli Strumenti umani di Vittorio Sereni (il Saggiatore, 2018).