L'iconografia del pellegrino attraverso alcune testimonianze scolpite tra XII e XIII secolo in Emilia Romagna (original) (raw)

I santi ortodossi in pellegrinaggio: esempi del secolo XIII

La collana Legami sociali -coordinata dal gruppo di ricerca RILES -si propone di approfondire, attraverso lavori di tipo teorico ed empirico, lo studio della molteplicità di legami sociali che caratterizza la società contemporanea. Si rivolge a studiosi di scienze sociali, ma anche a quel pubblico di lettori attento alle più importanti e significative dinamiche della nostra realtà. Vuole contribuire ad una conoscenza sempre più consapevole della complessità sociale, in una direzione critica ed emancipativa.

Santi e pellegrini nell'Italia bizantina (secc. IX-XI)

2000

La netta disaffezione per le vie marittime, che nel secolo XI si avvertì in seguito soprattutto alla conversione degli Ungari al cattolicesimo e all'intensificarsi delle azioni di pirateria araba, determinò, com'è noto, una diminuzione di pellegrini sulle strade e nei porti italiani, cosicché mentre alcuni grandi luoghi di culto godevano di una fama ormai sufficientemente stabile da richiamare costantemente visitatori, in altri la presenza di pellegrini era transitoria e funzionale, come nel caso specifico delle città pugliesi, alla necessità dell'imbarco. Forse anche alla volontà di ristabilire un prestigio indipendente dalla posizione di passaggio, tipica delle città portuali, che si deve la mirabile impresa della traslazione nella città di Bari delle reliquie di san Nicola di Mira, le cui ossa sarebbero state, secondo la leggenda, trasportate da 62 marinai baresi e deposte nella città pugliese sotto la guida dell'abate benedettino Elia il 9 maggio del 1087. Il culto di san Nicola di Mira a Bari e in tutta la Puglia apparteneva tuttavia a una tradizione religiosa creatasi molto prima della leggendaria e ben organizzata traslazione del 1087, impresa che le fonti stesse tramandano in tutta la sua congegnata volontà di suggellare, attraverso il possesso delle reliquie, un più antico legame tra quelle terre e il santo di Mira 1. La devozione nicolaiana aveva avuto il suo inizio in Italia verso la seconda metà del secolo VIII, e anche al di fuori dell'area propriamente bizantina e slava, quando già in quell'epoca a Roma si parlava di reliquie del santo presenti nella chiesa di S. Angelo in Pescheria o dell'immagine di s. Nicola, tuttora conservata, in Santa Maria Antiqua 2. Verso il 769 il culto apparve a Ravenna, nella diocesi di Concordia, e nel Veneto in generale, mentre nella prima metà del secolo IX la festività nicolaiana è attestata nel Cale ndarium marmoreum (ca. 821-841). Tra i monasteri italo-greci della Calabria bizantina, rimane il ricordo di più di una fondazione dedicata al santo 3 in un'epoca quasi certamente anteriore alla prima metà del secolo XI, come il caso di San Nicola di Donnoso, il cui più antico atto pervenuto è del gennaio 1031 4. Tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo inoltre i 1 Secondo un'antica leggenda, riportata dal gesuita Antonio Beatillo (Historia di Bari, Napoli 1637), una volta il santo taumaturgo, nel recarsi dalla Licia a Roma dove il pontefice Stefano I lo aveva convocato, sbarcando a Bari avrebbe esclamato "Hic quiescent ossa mea", vaticinando così, con circa sette secoli di anticipo, l'evento della traslazione delle sue spoglie. La leggenda, che si sarebbe formata in ambienti baresi certamente dopo il 1087, è basata su un tipico caso di profezia post eventum che serve tuttavia a dimostrare la volontà popolare di conferire al rapporto tra la propria città e il santo un'attestazione di storicità e di antichità.

Il pellegrinaggio medievale Cavalieri santi e viandanti per le vie della Puglia

Il pellegrinaggio medievale. Cavalieri, santi e viandanti per le vie della Puglia.: Il cammino di San Giacomo Maggiore in Terra d’Otranto. Iconografia e culto giacobeo. , 2021

Il pellegrinaggio è un bisogno insito nel più profondo dell’anima religiosa dell’uomo per la volontà a onorare un luogo già santificato. Il Cristianesimo ne ha consentito la diffusione e la sua evoluzione è avvenuta soprattutto nel Medioevo, producendo la ricerca di reliquie di santi che attualizzavano la presenza di Dio e che assolveva alla funzione di compiere miracoli. Le crociate hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo del fenomeno del pellegrinaggio, anche se armato, spostando masse di genti e consentendo la nascita e l’espansione degli ordini monastico cavallereschi sorti a difesa della cristianità. Questo movimento di uomini avvenne anche attraverso quella che è stata battezzata Via Francigena, un itinerario ininterrotto tra Canterbury e Santa Maria di Leuca che s’incrocia con il Cammino di Santiago e prosegue via mare per Gerusalemme, costellato da una miriade di percorsi e santuari minori. In questo contesto la Puglia divenne una terra di frontiera e di passaggio per l’Oriente. Questi gli argomenti analizzati nel volume, suddiviso in sei saggi che a fattor comune sviluppano il tema del pellegrinaggio nell’Età antica e nel Medioevo, con particolare riferimento alle mete delle peregrinationes maiores e con grande attenzione al culto giacobeo. In successione, sono esaminati i percorsi pugliesi della Via Francigena del Sud riportando le testimonianze pervenuteci dai viaggiatori medievali che hanno attraversato la regione descrivendone il territorio. Un intero capitolo espone sinteticamente le vicende degli ordini monastico cavallereschi e la presenza delle loro domus e pertinenze in Puglia. L’ultimo capitolo propone un cammino giacobeo itinerante sviluppato in Terra d’Otranto, che si sofferma dove sussiste una qualsiasi testimonianza di devozione al santo spagnolo, comprese quelle in cui dove egli è rappresentato nelle scene di Cristo con gli altri Apostoli o associato al culto mariano. Una nuova occasione di riscoperta del fascino del pellegrinaggio e conoscenza del territorio salentino. Prologo e indice. Il volume è disponibile su Amazon

Sulla via di Loreto: Pellegrinaggi e promozione devozionale alle corti dei Visconti e degli Sforza nella metà del XV secolo

In 1429 for the first time in Loretoʼs history, Filippo Maria Visconti granted an ecclesiastical benefice to the church of Santa Maria and commissioned a fresco representing the Adoration of the Kings. The painting intended to be a visible and symbolic sign of his presence in one of the most important Marian sanctuaries of Italy. Filippo Maria imparted Loreto devotion to his daughter Bianca Maria and his son-in-law Francesco Sforza. As a matter of fact, they would visit Loreto several times between 1434 and 1447, bringing precious gifts and ensuring their protection. Starting from Filippo Maria Viscontiʼs benefice and following his descendantsʼ pilgrimage routes, the paper aims to recompose the complex network of connections and devotional exchanges that, in the first half of the XVth century, linked the sanctuary of Loreto to the Visconti and Sforza families, in order to reevaluate an important page of devotional history.