I contributi socio-economici delle imprese di migranti a Roma. I casi di Albania, Ecuador, Moldavia, Perù, Romania, Ucraina (original) (raw)

2020, Rapporto Immigrazione e Imprenditoria. IDOS, Roma, Italia

Negli ultimi anni l’attenzione di sociologi ed economisti in materia di immigrazione si sta orientando a indagare le opportunità di crescita e di sviluppo delle economie locali favorite dall’immigrazione. I più moderni filoni della sociologia riconoscono l’imprenditorialità degli immigrati come efficace mezzo di integrazione socio-economica dei migranti nella comunità ospitante, e considerano non trascurabile anche il contributo positivo apportato alle economie locali. Gli effetti più tangibili si percepiscono nell’offerta di nuovi posti di lavoro, nell’impulso fornito alla crescita economica e all’innovazione e con l’intensificarsi delle relazioni commerciali e degli Investimenti Diretti Esteri tra i Paesi di origine e di arrivo. A medio e lungo termine, inoltre, l’imprenditoria immigrata può stimolare la creazione di nuove imprese, anche degli autoctoni, e diversificare la produzione; può inoltre “trasformare” l’importazione di beni finali di consumo, prodotti nel Paese di origine e successivamente acquistati, nella produzione autonoma di beni lavorati internamente grazie al know-how ed alla manodopera degli immigrati; può incentivare il consumo dei servizi nei Paesi di destinazione, ad esempio le attività di consulenza legale, tecnica, ed altro. Gli immigrati, con la loro “diversità” culturale, stimolano la creatività, offrendo spunti innovativi per le comunità locali ed apportando nuove competenze e skills complementari. Sostenere l’imprenditoria immigrata, in definitiva, significa sostenere una strategia triple win (triplamente vincente), cioè che raccoglie tre risultati utili al contempo: lo sviluppo dei Paesi di origine, del Paese di destinazione e dello stesso imprenditore all’interno della comunità di immigrati connazionali.