Ipotesi per una nuova attribuzione della piu antica imitazione del Santo Sepolcro in Europa (original) (raw)
Ipotesi per una nuova attribuzione della più antica imitazione del Santo Sepolcro in Europa Gerusalemme in Acquapendente Tutto lascia pensare che l'opera sia riconducibile al conte Ugo di Toscana di MORDECHAY LEWY Il Santo Sepolcro di Acquapendente, il cosiddetto sacello, è un enigma: non è ancora chiaro quando sia stato realizzato, da chi sia stato fondato, per quale ragione, quale edificio abbia cercato di imitare. La madre fondatrice Matilda è una leggenda, dato che le quattro potenziali candidate non rispondono ai dati biografici richiesti. Tenendo presente che il monastero del Santo Sepolcro è stato citato in una bolla papale intorno al 1025, due famose Matilde, Matilde di Canossa, contessa di Toscana (1046-1115) e Matilde degli scozzesi (1080-1118), erano nate troppo tardi per fondarlo. Le due Matilde tedesche (la prima madre di Otto I il Grande e l'altra la sorella di Otto II) vissero nell'epoca giusta, nel X secolo, ma non risulta in alcun documento che abbiano fondato una casa religiosa in Italia.
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"Il santuario cd. di Liber Pater a Cosa: una nuova attribuzione"
Florentia IV, pp. 225-245, 2019
Il sito di Cosa (Ansedonia, GR), colonia romana situata in uno dei punti più strategicamente rilevanti della costa tirrenica, nel corso dei secoli ha conosciuto diversi momenti di crisi che ne hanno minato il popolamento. Dopo il breve revival registrato nel corso del III sec. d.C., durante il quale sono stati condotti interventi di ristrutturazione nel Foro, alla fine del secolo il sito cadde nuovamente in un profondo stato di desolazione. Le poche tracce individuate e riferite al IV sec. d.C. interessano unicamente il Foro, dove, tra rovine e macerie, sopravvissero solo una struttura di carattere amministrativo (la Casa ad Atrio I) ed un piccolo sacello ricavato nell’area dell’antico ingresso sud-orientale della piazza. Il contributo propone una nuova attribuzione del culto praticato entro il sacello, a seguito di una nuova analisi del materiale rinvenuto. La struttura, in origine interpretata come sede del culto di Liber Pater, ha restituito sufficienti prove per considerarla, invece, luogo di celebrazioni sabaziasti. Sabazio, dio agreste di origine traco-frigia che condivide diversi aspetti con Mitra, rientra nel novero di divinità orientali il cui credo tanto si diffuse in epoca tardo-imperiale. Si è mostrato particolarmente interessante il repertorio ceramico ad uso rituale, caratterizzato da recipienti crateriformi con anse sormontate da piccole coppette e corpo decorato con appliques zoomorfe e serpentiformi. Il confronto di questi materiali con quelli rinvenuti in noti contesti mitraico-sabaziasti ha permesso di confermare in tal senso l’identificazione della divinità qui venerata.
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