Silence is the Only Voice": Le Lettere a Hawthorne di Herman Melville e la scoperta di una nuova voce femminile (original) (raw)

Una storia per voci sole. Note su 'A Virtuos Woman' di Kaye Gibbons

in S. Bronzini (a cura di), Raccontare la Storia. Realtà e finzione nella letteratura europea dal Rinascimento all'età contemporanea. p. 173-180, ROMA: Edizioni di Storia e Letteratura, ISBN: 9788863721126

But how strange the change/from major to minor», recita un classico di cole porter degli anni Quaranta, «everytime we say goodbye». come se quell'inevitabile senso di mancanza che accompagna intimamente ogni congedo, potesse in qualche modo tradursi e svelarsi nel passaggio di un accordo da maggiore a minore. registri diversi si incontrano in una varia zione, l'elemento che accomuna il cambio di tonalità descritto dal compo sitore e la malinconia di una distanza, sia un addio o soltanto un arriveder ci, in parole come in musica, è l'idea di una diminuzione.

Il potere sovversivo del silenzio in Foe di J. M. Coetzee

La bussola del soprannaturale , 2015

'Alla fine non riuscii più a remare. Avevo le vesciche alle mani, la schiena bruciata, il corpo indolenzito. Con un sospiro, e un impercettibile spruzzo, scivolai in mare. Con lente bracciate, i lunghi capelli che fluttuavano intorno a me, come un fiore marino, come un anemone, come una di quelle meduse che si vedono nelle acque del Brasile, nuotai verso la strana isola, dapprima come avevo remato, contro corrente, poi tutto d'un tratto libera dalla sua presa, portata dalle onde dentro la baia e sulla spiaggia' 1 .

IL CONFINE DEL SILENZIO. ESTETICA E ONTOLOGIA NEL “POETICO” PENSARE DI MARTIN HEIDEGGER

La riflessione di Martin Heidegger intorno all'arte occupa un ruolo centrale nel corso della sua meditazione, e non solo per motivi cronologici. I primi scritti del filosofo sull'arte e sulla poesia risalgono al 1935, agli anni successivi alla pubblicazione di Sein und Zeit, la prima grande opera che interrogava il senso dell'essere, e agli anni della Kehre, di quella svolta che ha occupato tanto spazio all'interno della critica filosofica del Novecento per comprendere le ragioni di un cambiamento di riflessione. Proprio a partire da ciò che la Kehre ha rappresentato all'interno dell'itinerario speculativo di Heidegger, e cioè non un abbandono delle posizioni contenute nell'opera del '27 quanto un loro inveramento a partire da sentieri diversi, quali appunto la riflessione sull'arte, sul linguaggio e sulla poesia, è possibile scorgere questa centralità dell'arte nella speculazione del filosofo, intesa come una flessione tematica dell'ontologia.

Un discorso sull’emozionalità ritrovata. Alla scoperta di identità maschili sommerse nell’opera di Hebbel e Schiller

Männlichkeit/en. Pluralità maschili e cultura tedesca, 2023

Se fino ai primordi dell'epoca illuminista gli studi di genere sul maschile evidenziano una costante e diffusa instabilità fra le categorie del femminile e del maschile, che risultano così ancora fortemente scisse e conflittuali, marcando una territorialità identitaria codificata sulla base di fossilizzati parametri socioculturali pressoché tutti riconducibili alla sola sessualità biologica di appartenenza 1 , è con l'avvento del primo (1798-1804) e ancor più del secondo Romanticismo (1816-1835) che si delinea un nuovo canone terminologico della Männlichkeit, in cui l'indiscussa egemonialità del maschile come categoria socio-normata da fattori quali l'autonomia, la decisionalità, la forza, la razionalità, la concretezza, la determinazione è fortemente messa in discussione 2. Causa ne è sia l'evoluzione del processo emancipatorio del femminile, da sempre strutturalmente inteso come deficitario e minoritario, sia la riscoperta valoriale di un'interiorità emotiva sommersa del maschile, che aspira ora a voler vivere il suo lato femminile senza più nessun preconcetto di repressione autoindotta. Si tratta quindi di una ricodifica delle categorie di genere alla luce della presa di coscienza di un maschile-femminile non più bipolare, ma collettivo 3. Una galleria di espressioni maschili contemporaneamente variegate, miste,

Quando la 'voce' del romanzo è (una) donna: l'ultima Esther Tusquets

Atti Del Xviii Convegno Associazione Ispanisti Italiani Siena 5 7 Marzo 1998 Vol 1 1999 Isbn 88 8319 367 9 Pags 359 370, 1999

Quando la 'voce' del romanzo è (una) donna: l'ultima Esther Tusquets Nel breve arco di tempo che va da 1978-anno di pubblicazione del suo romanzo d'esordio El mismo mar de todos los veranos '-fino ad oggi, Esther Tusquets ha proposto al lettore contemporaneo un esiguo numero di romanzi, dei quali i primi tre pensati come un discorso unitario-El mismo mar de todos los veranos appunto, El amor es un juego solitario 2 del 1979, Varada tras el último naufragio 0 del 1980-, seguiti dopo una pausa di circa cinque anni da Para no volver A del 1985; infine l'ultimo nel 1997-Con la miel en los labios''-. Un luogo a parte ed ai margini di questa sequenza lo occupano due raccolte di racconti-Siete miradas en un mismo paisaje del 1981 e La niña lunática y otros cuentos del 1996-. Ogni opera di questa bibliografia costituisce una tappa nella maturazione artistica dell'autrice; in questo breve lavoro intendiamo soffermarci appunto su quanto pubblicato recentemente dalla Tusquets, sia perché gli anni 1996-'97 segnano il suo ritorno sulla scena editoriale 6 dopo un

«Donne senza voce. Fare etnografia in silenzio», in Adriana Destro (a cura di), Femminile e personale. Esplorare mondi in transizione, pp. 85-111.

Carrocci, Roma, 2010

Il mondo claustrale femminile cristiano in ambito europeo è di solito conosciuto dagli studiosi attraverso i testi scritti, antichi e moderni, e i racconti delle religiose che vivono in quel mondo, ma che non permettono agli altri di entrarvi. Questo limite di accesso ha spesso prodotto dei lavori di riflesso, dove l'esperienza di campo finisce per scomparire. Il presente contributo è il frutto di una ricerca, nata da un'etnografia partecipata all'interno di due monasteri carmelitani francesi  , che focalizza l'attenzione su modalità di vita concreta. La condivisione di spazi e tempi mi ha permesso di entrare nella quotidianità di queste donne e di confrontarmi con alcune delle dinamiche di costruzione del gruppo. In questa analisi intendo delineare e documentare più da vicino il nodo problematico dell'essere dentro, indagando da una parte la costruzione della persona religiosa, così come è messa in atto dalle religiose stesse, e dall'altra le ripercussioni sulla figura dell'antropologo/a, che a sua volta è costretto a ricostruirsi.