1947-1991 Architetti Italiani nel Mediterraneo Istituzioni e Autori - Italian Architects in the Mediterranean Institutions and Authors (original) (raw)
Il libro 1947-1991. Architetti italiani nel Mediterraneo. Istituzioni e Autori elabora una serie di osservazioni, raccolte nell’arco di un ventennio e approfondite negli ultimi anni in un saggio non definitivo che intende evidenziare la necessità di ricostruire un racconto di insieme sulle vicende che portarono, dopo la seconda guerra mondiale, alcuni architetti italiani ad avere una proiezione professionale internazionale, entro un assetto di relazioni internazionali politiche ed economiche ben definite. In questo quadro alcune istituzioni e aziende italiane guidate da personalità considerate da alcuni autorevoli studiosi “una comunità epistemica”, si distinsero per visione e capacità imprenditoriale. Questo saggio, in particolare, si concentra sui Paesi del Mediterraneo allargato, e pone il problema delle possibilità ancora aperte per la cultura italiana architettonica e urbana di continuare a contribuire alla costruzione o ricostruzione dell’habitat presente e futuro di quei paesi, spesso tragicamente attraversati negli ultimi tempi da eventi catastrofici ed entrati nella sfera di interesse delle più importanti potenze geopolitiche. Le questioni discusse dal saggio sono state verificate anche attraverso alcune conversazioni con Lucio Barbera, Pietro Barucci, Giuseppe De Rita, alcuni fra i protagonisti di quella fase storica in cui la cultura tecnica italiana si applicò anche all’estero oltre che nel Meridione d’Italia. E con Giovanni Farese, storico dell’economia, coetaneo dell’autrice, consultando il quale è stato possibile identificare gli strumenti finanziari e il quadro normativo che sostenne e rese possibile le azioni di molte imprese italiane all’estero nei decenni indagati. Il libro, inoltre, mette in luce quanto sia stato esiguo il numero di progetti architettonici effettivamente realizzati, nonostante l’ampio lavoro di progettazione e pianificazione svolto all’estero da diversi architetti italiani; un insieme di opere poco indagate e pubblicate dopo il catalogo della Seconda Biennale di Architettura nei Paesi islamici svoltasi nel 1982, durante la presidenza di Paolo Portoghesi, che ne fu il promotore. Si trattò di un’edizione della mostra speciale, interdisciplinare si direbbe oggi, che seguì la prima edizione del 1980 La Presenza del passato: Prima mostra internazionale di architettura nota soprattutto per la mostra “La Strada Novissima”. The book 1947-1991. Italian architects in the Mediterranean. Institutions and Authors elaborates a series of observations collected over a period of twenty years and deepened in recent years, in a non-definitive essay that intends to highlight the need to reconstruct an overall account of the events that led, after the Second World War, some Italian architects to have a projection international professional, within a framework of well-defined international political and economic relations. In this context, some Italian institutions and companies led by personalities considered by some authoritative scholars as “an epistemic community”, stood out for their vision and entrepreneurial ability. This essay, in particular, focuses on the countries of the enlarged Mediterranean, and poses the problem of the still open possibilities for the Italian architectural and urban culture to continue to contribute to the construction or reconstruction of the present and future habitat of those countries, often tragically crossed in recent times by catastrophic events and entered the sphere of interest of the most important geopolitical powers. The issues discussed by the essay were also verified through some conversations with Lucio Barbera, Pietro Barucci, Giuseppe De Rita, some of the protagonists of that historical phase in which the Italian technical culture also applied abroad as well as in Southern Italy. And with Giovanni Farese, economic historian, the same age as the author, by consulting whom it was possible to identify the financial instruments and the regulatory framework that supported and made possible the actions of many Italian companies abroad in the decades under investigation. The book also highlights how small the number of architectural projects actually carried out has been, despite the extensive design and planning work carried out abroad by several Italian architects. A little researched and published work after the catalog of the Second Architecture Biennale in Islamic Countries held in 1982 during the presidency of Paolo Portoghesi who was the promoter, an edition of the special, interdisciplinary exhibition, we would say today, which followed the first edition of 1980 The Presence of the Past: First international architecture edition known above all for the exhibition “La Strada Novissima”. https://www.nuovacultura.it/prodotto/1947-1991-architetti-italiani-nel-mediterraneo-istituzioni-e-autori/