L'Università e La Cooperazione Allo Sviluppo Che Cambia: Il Senso e Gli Obiettivi DI Una Nuova Rivista (original) (raw)
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La cooperazione allo sviluppo negli ultimi dieci anni è cambiata profondamente. Ai donatori tradizionali (Europa, Stati Uniti) si sono affiancati i paesi emergenti come India, Cina, Brasile, dando nuovo impulso alla cooperazione Sud-Sud e rendendo ancora più urgente la necessità di de-colonizzare lo sviluppo e il suo studio. I nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati per il 2030 non interessano più esclusivamente i paesi cosiddetti in via di sviluppo, ma sono stati pensati come orizzonte per le politiche di tutti gli stati, a conferma che la lotta alla povertà e la sostenibilità riguardano tutti, non solo i paesi e le fasce che tradizionalmente etichettiamo come "poveri". La cooperazione internazionale allo sviluppo e il lavoro sociale sul territorio nazionale e locale sono le due facce della stessa "questione sociale globale". Al tempo stesso nuovi attori diventano sempre più influenti nella cooperazione allo sviluppo: le fondazioni private, le imp...
Il Ruolo Dell'Università Nella Cooperazione Allo Sviluppo e La Rappresentanza Nel CNCS
2019
Questo testo è l'esito della collaborazione congiunta dei referenti delle Università nel Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo (CNCS), e più un generale di una riflessone condivisa con tutti coloro che hanno partecipato alle attività dei gruppi di lavoro. Anche se il quadro politico e organizzativo della cooperazione allo sviluppo (CS) dell'Italia appare in grande cambiamento da quando la prima versione è stata scritta (fine 2017), con il cambio di governo e di direzione in capo all'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), ci è sembrato opportuno proporre comunque questo testo come promemoria di alcuni principali passaggi che hanno formalmente coinvolto le Università nella riflessione sull'impostazione delle attività di CSdell'Italia. Questa funzione dipromemoria ci sembra particolarmente importante proprio nel momento in cui il quadro della CS italiana è destinato a cambiare ancora anche in seguito alla individuazione del vice M...
Atti della Conferenza Universita Italiane e Cooperazione allo Sviluppo
Il Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo sostenibile, costituito nell'aprile del 1988, ha come finalità istituzionale la promozione e lo svolgimento di Ricerca, Didattica, Formazione, Aggiornamento, Fornitura di Servizi tecnico -scientifici di Cooperazione a livello nazionale ed internazionale, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, con particolare riguardo ai Paesi Terzi in collaborazione con i Paesi industrializzati e gli Organismi Internazionali.
Academia.edu, 2019
L’articolo illustra le linee guida di una nuova politica economica europea proposta nel documento del Gruppo “Crescita Investimenti e Territorio” firmato da 70 economisti italiani e pubblicato su https://uniroma2.academia.edu/RiccardoCappellin (dicembre 2018) e che è ampiamente circolato a scala internazionale. Tale documento indica che il rilancio della crescita in Europa richiede accanto all’obiettivo delle stabilità del sistema finanziario e della riduzione dei deficit e del debito pubblici anche una nuova politica economica, che miri a un’espansione della domanda interna in Europa, che traini (con una strategia “demand led”) innovazioni e investimenti per una riconversione verso nuove produzioni, capaci di dare una risposta ai nuovi bisogni di migliore qualità della vita dei cittadini europei. L’Unione europea non deve utilizzare solo la politica monetaria o la politica dei bilanci pubblici, ma anche un terzo strumento di politica economica, che è quello della “politica industriale”, le cui linee strategiche vanno coordinate a scala europea. In particolare, un campo di intervento di importanza cruciale per una nuova Strategia Industriale europea è quello di promuovere lo sviluppo, soprattutto nelle aree urbane e nelle reti di città, di quei nuovi beni e servizi, che sono legati ai bisogni collettivi sempre più importanti per i cittadini e che potranno avere un'importanza economica molto significativa in termini di occupazione e di produzione, come a) alimentazione; b) alloggio; c) mobilità e logistica; d) cultura e tempo libero e media; e) salute, assistenza sociale e istruzione; f) ambiente, risparmio energetico e assetto del territorio. L’articolo è basato sui contributi di: Cappellin R., Ciciotti E., Baravelli M., Bellandi M., Becchetti L., Cortiana F., Foti F, Garofoli G., Longhi G., Marelli M., Pescetti C., Pilotti L., Plata E., Reali E..
L'Università italiana nella cooperazione allo sviluppo: risultati dell'indagine
Università amministrazioni locali e cooperazione con i Paesi in via di sviluppo, 2002
Questo capitolo presenta i risultati di un'indagine condotta nel 2000 in preparazione del convegno che da il titolo al libro. L'indagine ha raggiunto 16 sedi universitarie e 150 responsabili di attività di cooperazione. L'obiettivo è di caratterizzare la cooperazione universitaria in corso, preparare il terreno ad una più dettagliata indagine, favorire contatti tra colleghi. Vengono analizzati il tipo di cooperazione, i settori disciplivnari in cui viene svolta, i partner coinvolti, la tipologia di finanziamento utilizzata, il periodo di avvio
Non è mai facile parlare di un libro del proprio maestro. A maggior ragione quando si tratta di un volume che raccoglie, in esito ad un’accurata selezione compiuta dall’autore (assieme ad Andrea Razza), una serie di scritti pubblicati nell’arco degli ultimi cinquantacinque anni, con l’intento – senz’altro riuscito – di far cogliere la varietà e la rilevanza della riflessione scientifica e dell’azione politico-istituzionale di una figura per definizione poliedrica come quella di Andrea Manzella. Si tratta peraltro solo di una minima parte di riflessioni che si sono sviluppate anche in una miriade di altri contributi scientifici (e sulla stampa quotidiana), oltre che all’interno di libri di notevole successo, come le tre edizioni de Il Parlamento (1977, 1991, 2003, tutte per Il mulino, ognuna a sintesi di una stagione del parlamentarismo italiano); o pubblicati assai di recente, come ad esempio nel denso e originale pamphlet Elogio dell’Assemblea, tuttavia (Mucchi, 2020), uscito non a caso in sostanziale coincidenza con il referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari.
“L'avvenire dell'umanità dipende in larga misura dallo sviluppo culturale, scientifico e tecnico che si svolge in quei centri di cultura, di sapere, di ricerca che sono divenuti vere università. Il compito di diffondere le conoscenze che l'università deve assumere nei confronti delle nuove generazioni, implica attualmente che essa si rivolga anche all'intera società, il cui avvenire culturale, sociale ed economico esige oggi uno specifico, considerevole impegno di formazione permanente.
La «grande trasformazione» dell’università italiana
2018
The «great transformation» of the Italian University While introducing this monographic issue on the "great transformation" of the university in recent years, our contribution pays particular attention to the Italian situation, assessing the impact of the policies recently adopted on the problematic condition of higher education in our country. A highly critical and negative picture emerges: the adoption of the logic of the New Public Management within the Italian university (for example, through the “rationalized myth” of quality and the reward evaluation systems) fails to expand the tertiary education sector, producing some perverse and dysfunctional effects which multiply the forms of domination and control within the system of scientific research and accentuate the imbalances and the territorial differences.
UNIVERSITÀ IMPRENDITORIALE E INNOVAZIONE SOCIALE A MILANO E VENEZIA
Economia e Società Regionale, 2018
L’obiettivo di questo saggio è indagare il rapporto tra innovazione sociale, università e città. Per fare ciò vengono presentati alcuni studi di caso costruiti a ridosso di pratiche innovative promosse a Milano e Venezia. Dopo aver evidenziato che il rapporto tra università e innovazione sociale è un tema emergente del campo di studi e che l'approccio prevalentemente adottato fino ad oggi è riconducibile all’elica a tre pale, viene messa in evidenza la necessità di sviluppare un differente approccio analitico, che aiuti ad indagare anche la qualità dei processi e degli attori. L’articolo adotta la prospettiva della città come gruppo di regolazione dell'economia, sviluppata a partire dal lavoro da Arnaldo Bagnasco e Patrick Le Galès sulla new political economy delle città. Così osservata la relazione tra università e pratiche di innovazione sociale assume un differente spessore, che ci permette di delineare alcuni apprendimenti e di portare alla luce delle contraddizioni. Il saggio ridimensiona il ruolo dell’università come attore istituzionale ed enfatizza il ruolo degli accademici, che fungono da “agente lievitante” del pluralismo nella governance urbana.