Agricoltura e preferenze alimentari durante le età del Bronzo e del Ferro in Lombardia (original) (raw)
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Colana DISCI, Bononia University Press, 2021
Negli ultimi anni il tema dell’alimentazione è stato oggetto di grande interesse e di dibattito tra il grande pubblico e presso la comunità scientifica. Tuttavia, raramente gli studi sull’alimentazione antica (con particolare riferimento all’Italia) si inoltrano indietro nel tempo fino alla preistoria. Nel tentativo di colmare questa lacuna, il presente volume affronta nel dettaglio le tematiche legate alla modalità di approvvigionamento, produzione e consumo dei cibi, affidandosi alle evidenze offerte dalla cultura materiale e dai resti palebiologici. La ricerca ha preso in esame le risorse alimentari disponibili durante l’età del Bronzo e, approfondendo le modalità di gestione da parte delle comunità di villaggio, si propone di contribuire alla ricostruzione delle dinamiche del popolamento, con particolare riferimento all’Italia settentrionale. La visione di insieme delle risorse vegetali e animali sfruttate nell’età del Bronzo è arricchita da un approccio multidisciplinare che analizza i resti archeologici (reperti e contesti), le fonti classiche, i dati etnografici, le applicazioni di archeologia sperimentale per arrivare a ricostruire le basi della dieta e le modalità di preparazione e consumo alimentare. L’approccio sperimentale infine propone un modello di ricostruzione nello spazio e nel tempo delle strategie di sussistenza e della pianificazione nella gestione delle risorse, che caratterizzano l’organizzazione sociale e territoriale del popolamento nell’età del Bronzo.
FOOD AND WINE IN ANCIENT VERONA CIBO E VINO NELLA VERONA ANTICA, 2024
Le scelte economiche e alimentari di chi viveva negli insediamenti protostorici del Veronese sono strettamente interrelate alle risorse offerte dall’ambiente, e l’ambiente a sua volta è stato plasmato dalle scelte umane. Per questo motivo i siti di indagine protostorici oggetto del progetto Food and Wine in ancient Verona sono stati selezionati in base alla loro appartenenza a una delle ecozone in cui possiamo dividere il territorio della provincia di Verona: la pianura, che si distingue a sua volta in alta e bassa pianura; l’area montana, che possiamo dividere in area subalpina (fino agli 800 m di quota) e area prealpina, propriamente montana (sopra gli 800/1000 m di quota). Infine si sono selezionati alcuni dei – purtroppo ancora poco noti – rinvenimenti protostorici fatti nell’area di Verona città. Per ogni epoca protostorica considerata si è posta attenzione a una serie di temi, connessi all’alimentazione, quali le strategie insediative, i dati ambientali derivanti da eventuali analisi paleobotaniche, i dati riferibili a coltivazioni e immagazzinamento/stoccaggio del raccolto; i dati relativi ad allevamento e caccia, la preparazione/lavorazione e consumo dei cibi, la preparazione e il consumo delle bevande. Non riusciamo in questo contributo invece a entrare in problematiche connesse al significato simbolico e rituale del cibo, che pure sono molto importanti. Alle analisi svolte in modo specifico all’interno di questo progetto si è cercato di collegare i dati già noti derivanti da altri studi e ricerche. Le analisi svolte grazie al progetto In Veronensium mensa sono state volutamente concentrate sui reperti databili all’età del Ferro; per l’età del Bronzo, già esistono pubblicazioni sul tema1, che si raccolgono e confrontano in questo contributo per offrire un quadro di sintesi, pur nei limiti delle possibilità di ricostruzione della vita quotidiana di epoche così lontane.
Studi di Preistoria e Protostoria - 6 - Preistoria del cibo - 2020 - pp. 83-94, 2021
Contextual analysis of the Lazio diet and health in the early Iron Age (the IInd Latial period, ca. X-IX cent. BC) – The Latium Vetus, the region between the Tiber and Circeo, offers particularly favorable conditions for a survey on the subsistence economy and on health and nutrition in the initial phases of the Iron Age. Compared to the neighboring regions – in particular Campania and Etruria – the former Lazio is characterized by its limited size, the homogeneity of the material culture and the founding principles of community organization: the articulation of community kinship groups and the centralization of political decision. Based on this very favorable archaeological situation, the study aimed to detect if the regional cultural homogeneity could also be extended to the eating habits and at the community health status of this period. In this regard, four samples have been examined, characterized by an anthropological and archaeological good standard documentation: the necropolis of the district of Gabii – Osteria dell’Osa and Castiglione – and the groups of tombs of the Temple of Antoninus and Faustina and the Forum of Caesar in the central area of Rome.
Nutrire la montagna: mercati e commercio dei cereali nella Lombardia del Settecento
Il mio contributo analizza, concentrandosi in particolare sul commercio dei cereali, le strette relazioni che legavano la pianura e la fascia montana nella Lombardia del secolo dei lumi. Si tratta di un territorio che nel periodo qui considerato continuava a essere diviso in due parti politicamente distinte: quella occidentale, che era passata, dopo la fine della guerra di successione spagnola, sotto il controllo degli Asburgo d'Austria, e quella orientale, da secoli sottoposta alla dominazione di Venezia, che ne aveva acquisito il controllo fin dal 1433 con la pace di Ferrara 1 . Ad accomunare le due sezioni del territorio regionale era la presenza di un ambiente fisico caratterizzato dal crescere dell'altitudine sulla direttrice Sud-Nord, per cui si passava molto rapidamente dalla fascia occupata dalla pianura padana alle Prealpi e alla catena alpina, con l'area montana che occupava una grandissima superficie 2 .
Dinamiche di sfruttamento ambientale e animale in Puglia nell'età del Bronzo
Dinamiche di sfruttamento ambientale e animale in Puglia nell’età del Bronzo, 2017
introDuzione Questo contributo è dedicato ad una analisi complessiva delle attuali conoscenze archeozoologiche relative al territorio corrispondente alla puglia nell'età del bronzo, con particolare riferimento allo sfruttamento delle risorse animali selvatiche. il quadro che ne deriva utilizza i dati ricavati da studi già editi 1 e quelli acquisiti più recentemente con le ricerche effettuate dalla soprintendenza archeologica della puglia a Mas-seria caterina (Minervino Murge, bat) e a Mola di bari (ba) e, dalla stessa in collaborazione con le uni-versità di foggia e del salento, a Masseria chiancudda (cisternino, br). i resti faunistici provenienti da questi ultimi siti sono stati oggetto di studio di una recente tesi di dottorato da parte di uno degli autori (pizzarelli 2011-2012). È già stato sottolineato in altra sede l'aspetto lacunoso che hanno avuto fino ad oggi le ricerche archeozoolo-giche sul territorio pugliese, soprattutto per la carenza di studi di resti animali relativi ad alcune fasi dell'età del bronzo-in particolare bronzo antico e bronzo finale-e per la piccola entità di alcuni campioni faunistici che rendono poco attendibili le relative va-lutazioni statistiche (De Grossi Mazzorin 2010). È do-veroso aggiungere che anche la distribuzione geografica dei siti con campioni faunistici studiati risulta piuttosto frammentaria con una forte concentrazione lungo la fascia costiera adriatica, mentre l'area interna è rap-presentata solo da due contesti situati nel comune di Minervino Murge 2. tutti questi fattori rendono asso-lutamente parziale il quadro complessivo che ne deriva (fig. 1). nel complesso l'approvvigionamento proteico dei diversi contesti esaminati sembrerebbe dominato dal-l'apporto delle principali specie domestiche allevate a fini alimentari (bovini, caprovini e suini). i caprovini (in termini di numero dei resti) prevalgono, in media, nei siti di facies protoappennica/facies di cavallino. i bovini costituiscono la seconda categoria maggiormente * Dipartimento di beni culturali-università del salento, via D. birago 64, 73100 lecce; 1 per la bibliografia relativa ai contesti editi si rimanda a De Grossi Maz-zorin 2010; per il sito di coppa nevigata a siracusano 2012. 2 il sito di le chianche non viene in questa sede considerato, sia per l'esi-guità del campione, sia, soprattutto, per la particolare connotazione cul-tuale del contesto. riassunto-DinaMiche Di sfruttaMento aMbientale e aniMale in puGlia nell'età Del bronzo-nei campioni faunistici provenienti da siti archeologici della puglia dell'età del bronzo, i resti di animali selvatici risultano particolarmente signi-ficativi, rappresentando spesso un non secondario contributo al sistema di sostentamento delle comunità umane, basato soprattutto sull'apporto derivato dalle pratiche agricole e dai prodotti primari e secondari offerti dal bestiame domestico. sebbene sia attestata una certa varietà di specie, il cervo risulta per tutta l'età del bronzo la specie più frequente, forse per la sua abbondante diffusione sul territorio particolarmente boscoso e la più facile possibilità di essere predato per le sue abitudini di vita. il suo sfruttamento sembrerebbe essere stato molteplice, ovvero per l'apporto proteico all'alimentazione ma anche come materia dura animale (palchi e ossa) per la fabbricazione di utensili vari e per il rifornimento di pellame. Dati biometrici inoltre indicano chiaramente come le popolazioni cervine diffuse sul territorio pugliese fossero di taglia più piccola rispetto alle popolazioni coeve diffuse in altre aree dell'italia centrale e settentrionale. suMMary-WilD aniMal exploitation DynaMics in apulia (southern italy) DurinG the bronze aGe-Wild animal remains from archaeological assemblages found in apulia and dated to the bronze age are particularly abundant, suggesting that they played an important role in the food provision of the settlements, although the main domestic animals were largely dominant. a variety of wild species is well documented, but red deer is overwhelmingly predominant during the overall bronze the hinterland as a densely wooded territory, which would have been particularly suitable to abundance of deer.the exploitation of these animals could be linked to the interest for bone and antler working, but the occurrence of different body parts clearly suggest that they were preferably hunted for food. biometric data provided show that red deer that inhabited in apulia were smaller than those which inhabited other densely wooded territories located in central and northern italy.
BIBLIOGRAFIA 259 APPENDICE: TABELLE TAXA/ELEMENTI ANATOMICI E TABELLE MISURE 277 7 8 Capitolo 1 L'ETA DEL BRONZO NELLA PIANURA PADANA: CONTESTO CULTURALE E PALEOAMBIENTALE 1.1. Inquadramento cronologico e storico-culturale L'età del Bronzo, periodo caratterizzato appunto dalla produzione e dall'uso di strumenti in lega di rame e stagno, si colloca cronologicamente tra gli ultimi secoli del III millennio a.C. (2300 a.C. ca.) -quando compaiono le prime testimonianze delle comunità del Bronzo antico frammiste a quelle dell'età del Rame -e l'inizio del I millennio a.C. (900 a.C. ca.) quando dalle comunità del Bronzo finale si sviluppano quelle della prima età del Ferro (Bernabò Brea 2009). In una visione più globale, espansa al contesto europeo, l'età del Bronzo è il periodo in cui si allargano i confini commerciali: si sviluppano le attività artigianali, si amplia la circolazione delle materie prime e gli scambi di oggetti, informazioni, e idee. Motore di questo cambiamento sembra essere stato soprattutto il mondo Egeo e la civiltà micenea in particolare, in cui le società palaziali, rette da principi, detenevano la supremazia tecnologica e bellica promuovendo nel resto dell'Europa l'ideologia guerriera e gli scambi a vasto raggio che incentivarono lo sviluppo della metallurgia (Peroni 1997). In questo fervore culturale e commerciale la penisola italiana, e le sue isole al centro del Mediterraneo, hanno visto lo sviluppo di complesse comunità di carattere tribale evoluto in grado di sfruttare, come mai era stato fatto in precedenza, le diverse nicchie territoriali che andavano via via occupando, fino all'esplosione del fenomeno terramaricolo in area padana a partire dalle fasi centrali dell'età del Bronzo (BM-BR) dalla metà XVII a. C. all'inizio del XII sec. a.C. (vedi Tabella 1) 9 .
Lo sfruttamento delle risorse animali nella Romagna dell'età del Bronzo
Annali dell'Università degli Studi di Ferrara Museologia Scientifica e Naturalistica Atti del 7° Convegno Nazionale di Archeozoologia a cura di U. Thun Hohenstein, M. Cangemi, I. Fiore, J. De Grossi Mazzorin, 2016
Lo sfruttamento delle risorse animali nella Romagna dell'età del Bronzo Animal resources exploitation in Romagna during Bronze Age Riassunto-Nel presente contributo si presenta una sintesi delle recenti ricerche archeozoologiche condotte in Romagna. È noto che durante l'età del Bronzo in tutta la Pianura Padana, stabilmente ed intensamente abitata, si realizza un modello di sfruttamento economico delle risorse animali pienamente organizzato ed autosufficiente che, affiancando l'agricoltura, utilizza appieno i prodotti primari e secondari necessari al funzionamento del ciclo stesso. Dai dati disponibili si evidenzia quindi un'economia di allevamento con alte percentuali di ovicaprini, seguiti in ordine di importanza dai maiali e dai buoi. Finora da questo quadro risultava pressoché escluso il comparto culturale romagnolo per carenza di dati. Le recenti ricerche archeologiche ed archeozoologiche condotte in quest'area hanno consentito di ampliare notevolmente le conoscenze sulle fasi iniziali e finali dell'età del Bronzo in Romagna, palesando sostanziali differenze rispetto alla situazione delle terramare emiliane. Se nell'Emilia centrale durante le ultime fasi di vita della cultura terramaricola aumentarono capre e pecore, meno esigenti sul piano alimentare e utili a fronteggiare un ormai certo periodo di crisi, in area romagnola un aumento dei bovini, forse dovuto al persistere di condizioni ancora favorevoli rispetto all'area terramaricola, suggerisce per le comunità di villaggio romagnole una condizione economica ancora fiorente. Summary-The paper presents a synthesis of recent zooarchaeological research carried out in Romagna (Italy). During the Bronze Age, the entire Po Valley was permanently and densely settled. Local populations developed a structured model for the economic exploitation of animal resources, which made full use of both primary and secondary animal products necessary to implement the cycle. The present dataset reveals an animal economy based on high percentages of sheep and goats, followed in importance by pigs and cattle. The cultural area of Romagna, in the southeast of the Po Plain, remained almost totally excluded from this palaeoeconomic reconstruction due to a dramatic lack of data. Recent archaeological and zooarchaeological research carried out in the area allowed now to significantly expand our knowledge of Bronze Age in Romagna, whose communities experimented rather different strategies of animal economy as compared to Emilia. In central Emilia, during the latter critical phases of the terramare culture, sheep and goats increased, since they were less demanding on food compared to cattle. On the contrary, in Romagna during the same period cattle increased, suggesting that climatic and economic situations were still positive for those communities settled in the southeastern regions of the Po Plain.