Pratiche per la costruzione di un' educazione sostenibile (original) (raw)

Questo salotto filosofico ha come obiettivo quello di presentare le teorie della filosofa Marta Nussbaum relativamente alle tematiche legate all'educazione e alla globalizzazione e di raffrontarle ad autori, educatori e filosofi come Ivan Illich, Don Milani, Don Bosco, Peter Sloterdaijk, Hanna Harendt, Gilles Deleuze, Paul Rabbow, Jan Patocka. L'istruzione da sempre è legata alla forma e alle caratteristiche della società in quanto determina la sua dimensione e le sue caratteristiche culturali e umane. Diventa quindi una certezza che le democrazie contemporanee non possano rinunciare all'insegnamento delle forme democratiche, quelle reali, quelle che fanno leva sulla libera espressione dell'individuo, delle sue potenzialità creative e del suo senso critico. Perchè questo oggi non avviene? Perchè la globalizzazione, la società sempre più incentrata a raggiungere livelli alti di PIL hanno piegato l'istruzione agli obiettivi di produrre "persone produttive economicamente" e questo permette di leggere in senso più completo il rapporto tra scuola e sviluppo economico. La riflessione autonoma dell'individuo si costruisce se il soggetto è stato formato a ragionare a partire dalla tradizione del pensiero umanistico unitamente al metodo socratico. Questo permette inoltre di educare all'intelligenza emotiva, alla visione più sobria della realtà, al dialogo costruttivo e alla capacità di senso critico nei confronti delle informazioni distorte e imposte dalla società della globalizzazione. Le discipline umanistiche possono offrire anche all'economia nuove possibilità di sviluppo ma in modo sostenibile: l’immaginazione, l’indipendenza mentale, l’etica o la responsabilità sociale possono promuovere l'economia del profitto rendendo però sostenibili le prassi ovvero permettendo di distribuire equamente le ricchezze e permettere la conservazione delle risorse primarie che si stanno consumando giorno dopo giorno nell'ottica di un tasso negativo. Già Don Milani a Barbiana distrugge questa idea di mediazione: quando gli allievi hanno la parola dimostrano l'espressione della loro ricchezza interiore ("lettera a Meucci" e "lettera a una professoressa"), dimostrano le potenzialità della scuola nella lotta contro le élite culturali che hanno la pretesa di "migliorare" la vita delle persone tramite politiche dall'alto al basso. Il contrasto a questo può avvenire attraverso l'immissione di riflessività e forse per alcuni aspetti la Nussbaum può spingere in particolare attraverso le pratiche della philosophy for children ricordiamoci però che questo non è sufficiente per le cose di cui ho scritto precedentemente. In particolare la rievocazione del passato non può risolversi in un "inno alla scuola tradizionale" ....... e questa avrà rappresentato una panacea dell'educazione ? Certamente è positivo il sunto di questi confronti che mette in evidenza come sia importante nel prendersi cura e quindi nell'educare l'aspetto delle emozioni, dell'affettuosità, del pensiero critico e del gioco. Forse sarebbe importante smetterla di compiangersi addosso e impegnarsi a ri-descrivere le cose in modo diverso immettendo pratiche e pensiero filosofico e partendo anche dallo studio critico dei sentimenti e pensieri comuni nati da filosofi, artisti, scrittori, pensatori che hanno lavorato in questi ultimi due secoli. Forse la scommessa va fatta anche al di fuori delle aule scolastiche richiedendo prima di tutto alla scuola di aprirsi all'esterno inglobando e facendosi inglobale e contaminare dalla realtà e da tutte quelle pratiche e quei praticanti che sono già in cammino sulle pendici del "Mount Improbable".