Parole come molecole: scienza e letteratura in Primo Levi (original) (raw)
Il contributo intende analizzare il rapporto tra lo scrittore e il chimico nell'opera saggistica e narrativa di Primo Levi. La lettura dei suoi scritti rivela come anche l'esperienza più indicibile possa essere comunicata a chi sta al di là del filo spinato attraverso un'invenzione retorica che filtra e ricrea un ordine come resistenza all'inferno del male. Riattraversando la memoria letteraria e l'esperienza autobiografica di Levi, la scrittura letteraria rilancia la propria sfida all'indistinto caos dell'informe. Leggendo e rileggendo le opere di Primo Levi (1919-1987), da Se questo è un uomo ai Sommersi e i salvati, attraverso quelle vere e proprie avventure libere dell'intelletto che sono i racconti di Storie naturali e Vizio di forma, non può non cogliersi l'impressione che attraverso la letteratura il chimico abbia tentato di scavarsi un varco nell'impenetrabile oscurità della materia vivente e pulsante, dell'universo misterioso o dell'uomo. Uno spiraglio per comprendere il meccanismo con cui si incatenano le molecole, una chiave per capire le regole del Lager, inferno in terra, regno della distorsione di ogni logica umana. La materia prima, la Hyle, è l'antagonista del chimico che la sfida, la assedia da ogni parte per carpirne i segreti in un'avventura intellettuale e materiale che ha pochi analoghi nell'esperienza umana. L'opera di Primo Levi ne è un eccezionale esempio. Chimico, prigioniero nel Lager e scrittore, testimone dell'inferno, reduce dall'orrore dei campi di sterminio, decide di scrivere per portare testimonianza, per dovere e senso morale, per far capire «agli altri» che vivono fuori del filo spinato, cosa il Lager sia stato e come sia stato possibile costruire una così efficiente macchina di distruzione nel civilissimo XX secolo. Scrivere per capire, è questa la funzione dell'esperimento letterario di Se questo è un uomo, scritto «non per formulare nuovi capi di accusa; potrà piuttosto fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell'animo umano». 1 Il bisogno di raccontare urge e brucia come un istinto primario, è un impulso immediato e violento di cui liberarsi, e un incubo da dimenticare, quello di tutti i reduci, di raccontare e non essere creduti. 2 A questo scopo il chimico-montatore cerca le parole adatte a dire l'indicibile e le dispone in geometrie razionali che oppongano la loro forza d'urto al caos indistinto che ha rischiato di travolgere per sempre il superstite. La salvezza delle parole-come recita una delle quattro traiettorie che uniscono i due poli del grafo premesso alla Ricerca delle radici-garantisce ordine e sistema, dona uno spessore da frapporre tra due regni, il notturno e il diurno, le stelle e gli abissi. Tale è la funzione della letteratura nel primo e nell'ultimo Levi, un argine all'insania generata dal grembo stesso della ragione umana e perciò ripetibile. L'uomo, creatura di spirito divino e di materia, dirà nel Sistema periodico, è un miscuglio di luce e di abisso, è un animale sorprendente e perlopiù ignoto che deve essere esplorato dallo sguardo del chimico affinché lo scrittore possa riordinare i confusi e scomposti frammenti che lo compongono. Abisso di contrasti è anche l'universo e la realtà che lo sostanzia che il chimico ha il compito di indagare prestando i ferri del suo mestiere allo scrittore. Osservate attentamente, le opere narrative, saggistiche e in versi che compongono l'universo scritto di Primo Levi rivelano un microcosmo vario e sfaccettato in cui coesistono aspetti anche notevolmente contrastanti: la voce del reduce e quella del chimico, lo sguardo dello scrittore e quello dello scienziato, la curiosità per i misteri e l'ossequio alla chiarezza. Queste differenti anime, come Levi le chiamava, esercitano sul reale una analoga funzione conoscitiva che trova sul piano della scrittura un filtro selettivo che riordina i confusi segni dell'esperienza. Pur nella varietà talvolta estrema degli interessi culturali-Giobbe, Darwin, Rabelais, Dante, Russell-i 'due mezzi cervelli' che compongono l'unità dell'uomo-chimico-scrittore Primo Levi gli fornirono due differenti prospettive da cui osservare l'animale-uomo; due lenti accomunate dalla