Note documentarie su due opere di Fanzago a Pescocostanzo (original) (raw)

«Natura oscena»: filogenesi longhiana del ‘fenomeno’ Fanzago

I 'momentI traentI' della Storia dell'arte. Studi in memoria di Ferdinando Bologna, a cura di R. Cioffi e G. Brevetti, Quaderni di Polygraphia, 7, 2023

L’impulso dato da Ferdinando Bologna alla riscoperta della scultura di Cosimo Fanzago negli anni Cinquanta del Novecento è stato determinante per gli studi successivi. In particolare Antonia Nava Cellini, un’allieva di Roberto Longhi – il cui sotterraneo interesse per lo scultore certo stimolò il dibattito critico – a più riprese ha contribuito a «configurare il ‘vero’ Fanzago» seguendo queste fondamentali chiavi di lettura – la matrice lombarda, l’«assillo manieristico», il rapporto con l’arte di Bernini e Finelli e con la pittura coeva (da Battistello a Francesco Fracanzano) – sulle quali Bologna è tornato a interrogarsi, in anni più recenti, nel film-documentario su Giovan Battista Spinelli (2014). The impulse given by Ferdinando Bologna to the rediscovery of Cosimo Fanzago’s sculpture in the 1950s was decisive for subsequent studies. In particular Antonia Nava Cellini, a pupil of Roberto Longhi – whose underground interest in the sculptor certainly stimulated the development of the critical debate – has contributed on several occasions to «configuring the ‘real’ Fanzago» following these keys to interpretation – the Lombard matrix, the «manneristic obsession», the relationship with the art of Bernini and Finelli and with contemporary painting (from Battistello to Francesco Fracanzano), on which Bologna has once again questioned itself, in more recent years, in the documentary film about Giovan Battista Spinelli (2014).

Appunti per un commento a due capitoli ternari di Jacopo Sannazaro

L'elaborato si propone di fornire una traccia di commento agli ultimi due capitoli ternari, appartenenti al genere della visione, posti a suggello dell’edizione "Sonetti et Canzoni" (editio princeps: Sultzbach, 1530) di Jacopo Sannazaro. L’elaborato, dopo aver inquadrato storicamente la produzione sannazariana volgare all’interno del clima tardo- quattrocentesco delle coeve espressioni liriche petrarchiste aragonesi, enuclea senza pretese di esaustività i maggiori problemi ecdotici dell’edizione Mauro (Laterza, 1961) delle "Opere volgari" del Sannazaro, con specifico riferimento alla tradizione filologica manoscritta dei capitoli ternari e al processo revisorio databile agli ultimi anni del Quattrocento. Si presentano, quindi, le principali ipotesi formulate intorno al dibattito circa la volontà autoriale di inserimento dei suddetti capitoli nella raccolta definitiva, motivando le ragioni che spingono a considerare questi testi cosa allotria rispetto ai precedenti (studi di Dionisotti, Mengaldo, Gorni, Fanara). A ciò segue il commento ai due capitoli, preceduto da un breve cappello introduttivo che si propone di fornire alcune coordinate storico-culturali e filologiche volte a inquadrare il contenuto, i modelli e i personaggi di ciascun componimento.

Le produzioni di Laterza e di Terra d’Otranto

La passione del collezionismo. Ceramica pugliese ed altro nella collezione Tondolo. XVII-XX secolo, Museo Provinciale “S. Castromediano”, Lecce. Catalogo della mostra, a cura di A. Cassiano, A. dell’Aquila, C. dell’Aquila, Galatina, M. Congedo Ed., 2012, pp. 23-28., 2012

Secondo dei saggi introduttivi al catalogo della mostra, il contributo inquadra dapprima il nuovo gruppo di opere di Laterza qui presentate. Viene inoltre ripercorsa la metodologia seguita per l'identificazione di maioliche laertine e pugliesi del XVI secolo e della prima metà del successivo con l'individuazione di "prototipi" e delle relative derivazioni da produzioni faentine per alcuni e castellane per altri. Si analizzano in questo contesto - in vivace dialettica interpretativa e attributiva con altri studiosi - alcuni significativi reperti pugliesi come la serie dei grandi piatti con tesa "a carote, fiori e foglie" attribuite dagli autori a fornaci di Terra d'Otranto, non ritenendo accettabile l'attribuzione a Laterza persistendo la mancanza di scarti di produzione e di altri documenti validi per tale ipotesi attributiva.

Due lastre con scene di lettura dalla catacomba di Pretestato

F. Bisconti, M. Braconi (edd.), Incisioni Figurate della Tarda Antichità. Atti del Convegno, Roma, 22-23 marzo 2012, Città del Vaticano 2013

bibliografia completa. L'esemplare è datato ad epoca tardo-antonina. 68 Sul ruolo introduttivo educativo che la madre rivestiva, anche dal punto di vista culturale, nella prima infanzia, si veda Marrou 1946, ii, pp. 15-16 e 35-36. 69 Sulla valenza assunta dalla cattedra si vedano dresKen-weiland 2000 e dresKen-weiland 2004, specialmente le coll. 669-670 (con riferimento alle due lastre dalla catacomba di Pretestato col. 673). 70 sPera 2004, p. 89. 71

Pittura, scultura, monili e merletti nel Seicento a Pescocostanzo: tra Tanzio da Varallo, Cosimo Fanzago e Massimo Stanzione, in Monili e merletti di Pescocostanzo nella pittura del Seicento,

presentazioni ospitiamo quest'anno, tra le altre manifestazioni, una Mostra di oggetti di altissimo valore storico e intrinseco prodotti dall'artigianato artistico abruzzese, in particolare di pescocostanzo. L'impulso è venuto da due circostanze imprevedibili: le novità davvero rilevanti che hanno prodotto le ricerche recenti di alcuni storici dell'arte (specialmente della dott.ssa Floriana Conte) sui rapporti che la nostra cittadina ebbe con i maggiori centri culturali italiani nell'età tra rinascimento e Barocco, e l'interesse che la Direzione dell'istituto Centrale Demoetnoantropologico e Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari (roma) ha mostrato per una rivisitazione comune dei nostri cimeli esistenti in quella istituzione. Cito per tutti il caso del ritorno in patria, per una breve esposizione, del famosissimo Arazzo della Guerra di Troia. Le due prospettive si sono presto intrecciate e hanno fatto convergere su questa antica capitale della montagna abruzzese l'attenzione, e quindi la presenza, di una schiera di studiosi dell'arte, del costume e delle condizioni di vita, nel passato e nel presente, dei nostri paesi.

Testimonianze storico-artistiche a PROCENO e a CENTENO

Il borgo medievale di Proceno si trova quasi al confine con la Toscana, a breve distanza dal passaggio dell'antica via Cassia e della via Francigena, in un'area di straordinario interesse archeologico e paesaggistico.

«Qualche distesissima passeggiata». Andrea Zanzotto e Sergio Solmi, carteggio 1947-1987

Franco Cesati Editore, 2024

«Un’Arcadia horror». Roma per Andrea Zanzotto. Convegno di studi 6-8 giugno 2022 a cura di Andrea Cortellessa e Tommaso Pomilio. Intervento alla tavola rotonda diretta da Raffaele Manica: Il centro di lettura. Sui carteggi di Zanzotto. Il mio studio riguarda l'epistolario inedito tra Sergio Solmi e Andrea Zanzotto. Ho lavorato principalmente alla trascrizione delle lettere, tutte manoscritte, tranne una dattiloscritta di Zanzotto. Durante il lavoro di trascrizione ho riflettuto sul tono di questo carteggio e sul dialogo, potremmo dire testuale, che prende corpo, specialmente in un gruppo di lettere scambiate tra il 1957 e il 1959, a partire da una recensione di Zanzotto a Levania, raccolta di poesie pubblicata da Solmi nel 1956.

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