Dell’auxilium plebis prima del tribunato: i presagi del nuovo potere nella narrazione liviana (original) (raw)

Il periodo tardo-prepalaziale a Festòs: una nuova lettura del saggio Levi sotto il Piazzale LXX

Since the excavations, the sounding opened in 1957-58 by Levi at Phaistos underneath Piazzale LXX, i.e. the inferior W court, was considered the most important evidence for the Prepalatial at the site. In Levi’s opinion, it yielded two stratigraphical levels only: a lower one, which held the adjoining walls of two EM rooms with their floor-deposits, one of the rare prepalatial architectures known at the site, and an upper one, around 0.40m thick. This paper focuses the attention on the upper level, where a more articulated stratigraphical sequence made up of three different layers can now be distinguished, in the light of the continuous ceramic and stratigraphical sequence covering the whole prepalatial period recovered in the latest investigations at the site. The deeper layer, just above the EM II destruction and abandonment, is the most eloquent. It is represented by a pavement, made up of a series of successive thin red and greenish layers,with part of its domestic assemblage in situ, attesting the existence of a Early MM IA structure. Above it, two other layers can be identified: the remains of a red stucco pavement, with Late MM IA – Early MM IB material, and the dumping of fragments laid out as foundation of the pavement, immediately beneath the slabs of Piazzale LXX, with fragments covering a long span of time, from Neolitic through Late MM IB. The fragments in these two layers attest a quite different range of shapes in comparison with those from the Early MM IA level. They belong to fine vases with a polychrome or Light on Dark decoration, mainly pouring shapes, such as teapots, spouted jars and jugs, and vessels for individual use, such as skoutelia and flaring bowls.With their almost exclusive presence, these shapes offer a revealing clue for detecting the change occurred in the function of the area. At the end of MM IA, Piazzale LXX (the northern part at least, where the sounding was opened) seems to host no longer a residential quarter of the town, but ceremonies involving the ritual distribution and sharing of food and beverage.

Dal dominus al vescovo: religione e potere nelle campagne tardoantiche

Il fondamenta-lismo islamico. 4. Beltrami, Tubu. Una etnìa nomade del Sahara centro-orientale. 5. Lorenzetti, Il tempio induista. Struttura e simboli. 6. Lanciotti, Letteratura cinese. 7. Liu Xiang, Biografie di donne. 8. Olivieri, Swat. Storia di una frontiera. 9. Gnoli e Sfameni Gasparro (a cura di), Potere e religione nel mondo indo-mediterraneo tra ellenismo e tarda antichità. Da Roma all'Egitto, dalla Grecia all'Iran, avvicinato al Mediterraneo dall'universalismo ellenista, l'affresco che emerge da questo libro offre una prospettiva di tale ampiezza e fascino dei rapporti tra politica e religione nel mondo tardoantico, da poter interessare anche il lettore non specialista. L'argomento riguarda uno dei nodi nevralgi-ci della disciplina storico-religiosa, ossia quella strutturale interferenza fra la dimensione verti-cale del rapporto dell'individuo e della comuni-tà umana con il livello invisibile di entità attive nella vita cosmica, e quella orizzontale di questo medesimo rapporto, nei suoi riflessi all'interno di una comunità sociale che si organizza e regola i legami fra gli individui in funzione o meno del riconoscimento dell'esistenza di quelle entità e della loro capacità di influire nella realtà, alle origini e nell'attualità. Il binomio «potere e religione» è stato e continua ad essere oggetto di ricerche da diversi angoli prospettici e, come è noto, alimenta il dibattito sulla «teologia politica» ovvero sulla «violenza» nelle religioni, quale tragicamente si impone ai nostri giorni nei conflitti tra culture e popoli depositari di visioni religiose diverse. In una delle sue accezioni più ampie quel binomio si può configurare sia come confronto ovvero conflitto-ma talora anche convergenza o sovrapposizione-fra potere umano a livello sociale e sfera religiosa, sia come esercizio di un «potere» della religione e dei suoi rappresentanti. In relazione a tale accezione, con riferimen-to all'ampia gamma di valenze che essa implica, si muovono i numerosi contributi che compon-gono questo volume. Essi riflettono le numerose competenze e le aree di specializzazione dei sin-goli studiosi, tutti membri della Società Italiana di Storia delle Religioni, convergenti nell'offrire una ricca documentazione sul tema proposto. € 26,00 ISBN 978-88-6323-270-7 9 7 8 8 8 6 3 2 3 2 7 0 7

Testimoni di Geova e amministrazione di sostegno: nuovi orizzonti del fine-vita

SOMMARIO: §1 Il caso barese: diritto alla vita e libertà religiosa; §2 Alcuni precedenti e il nuovo ruolo dell’ads; §2.1 La ‘cura’ del beneficiario e un recente caso trevigiano; §3 Ulteriore evoluzione giurisprudenziale: ads e volontà presunta del beneficiario; §4 Alcune conclusioni in attesa del c.d. “testamento biologico”: autodeterminazione, identità e laicità quali criteri guida.

Eros e potere nel Bellum civile di Lucano: proposte di lettura per un confronto con Stazio

The paper aims to consider three points about the interaction between eros and power in the poems of Statius and Lucan. The first point is about the personification of the Potestas represented as an elegiac domina, who urges Eteocles and Polynices to kill each other in Statius' Thebaid. The last two points focus on two episodes of Lucan's Bellum civile, where Caesar and Pompey ideally relate themselves to Rome as it was their beloved woman. These two examples have some affinities with two episodes of Thebaid studied by Stefano Briguglio. Scopo di questo contributo è quello di considerare tre punti relativi alla interazione tra eros e potere nei poemi di Stazio e Lucano. Il primo punto si concentra sulla personificazione della Potestas, rappresentata come una domina elegiaca, che induce Eteocle e Polinice a uccidersi a vicenda nel poema di Stazio. Gli altri due punti si focalizzano su due episodi del Bellum civile di Lucano, dove Cesare e Pompeo si relazionano idealmente con la città di Roma come se fosse la loro donna amata. Questi due esempi rivelano qualche affinità con un paio di brani della Tebaide esaminati da Stefano Briguglio.